Matteo Salvini ci ha abituato recentemente ai suoi viaggi internazionali, dalla sorprendente visita a Pyongyang, Corea del Nord, assieme al deputato Antonio Razzi, alle recenti sortite a Mosca, da dove descriveva, nel bel mezzo della Piazza Rossa, le virtù della capitale russa rispetto al degrado delle città italiane. Il segretario della Lega Nord sembra mostrare, in politica estera, una certa vicinanza ai Paesi “osteggiati” dalla Nato e dagli Stati Uniti, inserendosi in una critica generale alla politica americana che accomuna diversi esponenti dell’attuale opposizione parlamentare.



Proprio a Mosca, nel corso di una conferenza stampa con i giornalisti russi, Salvini ha ribadito l’appoggio della Lega Nord ai separatisti filo-russi della regione del Donbass, in virtù del principio dell’autodeterminazione dei popoli, rimarcando come questa debba avere carattere pacifico. Si è inoltre spinto fino a preconizzare tempi molto difficili per l’Ucraina a guida Poroshenko, citando i numeri del debito di Kiev con l’estero e di quanto questo sarà destinato ad aumentare nel futuro.



La situazione del debito pubblico ucraino



Mentre tutto il mondo si concentrava sugli effetti geopolitici e militari dell’intricatissima crisi ucraina (dalle proteste della Maidan, alla guerriglia urbana a Kiev, fino all’annessione russa della Crimea e al sorgere dei movimenti separatisti filo-russi del Donbass) in pochi sembravano analizzare gli aspetti economici dell’intera vicenda. Lo fa il Financial Times in un lungo articolo, in cui spiega come l’economia ucraina sia “a pezzi”. Dal crollo della valuta nazionale, la hryvnia, al Pil che precipita e al debito pubblico in costante aumento, tutti i dati economici ucraini, secondo l’articolo, dipingerebbero una situazione a dir poco drammatica.



Analizzando i dati del Fondo Monetario Internazionale si scopre infatti come il debito pubblico ucraino, da un 40% del Pil nel 2013, balzi fino ad un 68%, secondo le previsioni. Da 595 miliardi di hryvnia (46 miliardi di dollari) nel 2013 a 1.030 miliardi di hryvnia (80 miliardi di dollari) nel 2014. Previsioni cataclismiche, insomma, almeno per quel che riguarda il ritmo galoppante della crescita, dovute ovviamente al crollo del Pil in una situazione di guerra civile e di paralisi istituzionale, oltre che alle difficoltà crescenti delle finanze pubbliche ucraine.






E il debito estero?



Per quello che concerne il debito estero, ovvero quanto è dovuto a creditori non residenti nel territorio nazionale, ci affidiamo ai dati della banca centrale ucraina. Secondo l’ultimo aggiornamento, risalente a luglio di quest’anno, il debito estero totale ammontava a 137 miliardi di dollari, ben di più di quanto menzionato da Salvini. Questo è però debito sia privato (ossia debito di banche, di famiglie) che pubblico (titoli di stato acquistati da istituzioni o cittadini esteri). La quota detenuta dallo stato centrale (e quindi pubblica), ammonta infatti a soltanto 31,5 miliardi di dollari (più i 2,3 miliardi riconducibili ad “autorità monetarie”, che immaginiamo essere la banca centrale). Insomma, ben al di sotto dei “quasi” 50 miliardi di dollari citati da Salvini, sempre che le nostre definizioni coincidano – avrà voluto riferirsi al totale dell’indebitamento verso l’estero (pubblico + privato) o soltanto alla sua quota pubblica?



In ogni caso, sia per eccesso sia per difetto, il segretario della Lega Nord non sembra conoscere nel dettaglio l’attuale situazione debitoria del Paese est europeo, e ne esagera – di molto – le condizioni. Ha però intravisto la tendenza, ed il concetto di fondo è corretto – la condizione debitoria ucraina non è sostenibile a lungo andare. “Nì”.