In occasione della presentazione alla stampa del programma elettorale della Lega Nord, avvenuta a Milano lo scorso 28 gennaio, il leader del partito Roberto Maroni ha trattato il tema degli interventi di Regioni e Province autonome intesi a concedere vantaggi tributari alle imprese – questione che si inserisce nel dibattito, centrale per la Lega, sul federalismo e sulla disciplina tributaria delle Regioni.
Ci sottraiamo da giudizi, non di nostra competenza, sulla dimensione teorico-politica della controversia – che verte sul federalismo competitivo e sulla prassi di governo della Lega Nord in Veneto e Lombardia – e analizziamo la dichiarazione di Maroni per valutare la veridicità delle affermazioni in essa contenute. La dichiarazione, che si connota per un linguaggio informale e per una sintassi molto “libera”, è molto articolata, pertanto provvediamo ad una scomposizione della stessa e alla selezione delle affermazioni più rilevanti e più agevolmente misurabili con strumenti scientifici.
L’affermazione secondo la quale la “delocalizzazione delle imprese” è una questione “molto sentita e molto grave in Lombardia” ci pare condurre a giudizi legati più alla percezione e al “sentimento”, che alla verifica di fatti, soprattutto alla luce della mancanza di dati ufficiali su questo tema.
Quanto alla “forza attrattiva straordinaria” della Svizzera, quest’esternazione, pur non centrale nel complesso della dichiarazione, risulta attendibile, considerando che la Svizzera si è piazzata al primo posto della classifica redatta dal Word Economic Forum sui Paesi più competitivi per il biennio 2012-2013 (pag. 14).
Concentriamoci invece sulla seconda parte della dichiarazione, che ci sembra offrire molti più spunti di riflessione, ponendoci tre quesiti: davvero la “Regione autonoma di Trento e Bolzano […] ha lanciato una proposta alle imprese lombarde e venete di trasferirsi lì”? È giusto affermare che in quel territorio “hanno azzerato l’Irap”? E, se così fosse, davvero si tratterebbe di “una forma di concorrenza sleale”?
Iniziamo constatando che il nome ufficiale è Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol. Non va confusa con altre due entità locali, ad essa gerarchicamente subordinate, che sono la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano. La precisazione non è né pretestuosa né fine a se stessa, perché l’azzeramento dell’Irap al quale si riferisce Maroni è stato realizzato dalla Provincia autonoma di Bolzano, non dalla Regione e neanche dalla Provincia autonoma di Trento (azzeramento che peraltro riguarda solamente i primi 5 anni di vita dell’impresa, a partire dal 2013); va da sé che anche la “proposta indecente” alle imprese di altri territori è partita solo dalla Provincia autonoma di Bolzano. Infine, la proposta risulta essere stata inviata solo alle imprese venete (bellunesi per la precisione), non anche a quelle lombarde come invece si evince dalla dichiarazione in esame.
Venendo alla questione dell’ascrizione tra le forme di concorrenza sleale delle misure di azzeramento dell’Irap attuate dalle Regioni, è bene richiamare l’articolo 5 del d. lgs 6 maggio 2011, n. 68, “Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”: secondo questa norma, “a decorrere dall’anno 2013 ciascuna Regione a statuto ordinario, con propria legge, può ridurre le aliquote dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) fino ad azzerarle e disporre deduzioni dalla base imponibile.” Si consideri inoltre che, secondo la clausola di maggior favore prevista all’art. 10 della l. Cost. n.3/2001, per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano si prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle attribuite alle altre Regioni, e che pertanto le summenzionate norme in materia di autonomia di entrata vanno interpretate in maniera estensiva.
In ultima analisi, la dichiarazione fa registrare un andamento declinante: debutta con un’affermazione corretta (la Svizzera ha di fatto un’economia altamente competitiva), prosegue con delle accuse molto imprecise (l’azzeramento dell’Irap è stato attuato dalla Provincia autonoma di Bolzano e non dalla Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol; la “proposta indecente” di delocalizzare in Alto Adige è partita su iniziativa esclusiva della Provincia autonoma di Bolzano ed ha avuto come destinatarie imprese venete e non anche lombarde) e termina con una sparata priva di qualsiasi fondamento giuridico, in quanto la Provincia autonoma di Bolzano aveva tutto il diritto di regolare autonomamente l’imposizione dell’Irap.
Per tutte queste ragioni, il nostro voto sulla dichiarazione di Maroni è “Pinocchio andante”.