La curva dei rendimenti dei titoli di Stato altro non è che la rappresentazione grafica dei tassi di rendimento richiesti dal mercato per tipologia di scadenza del titolo. In una curva dei rendimenti normale, i titoli a breve scadenza hanno solitamente dei tassi più bassi, data la facilità maggiore di fare previsioni economiche nel breve periodo. Inversamente, mano a mano che si allontana la scadenza del titolo, i tassi richiesti aumentano, per le stesse ragioni di cui sopra. La curva avrà quindi un andamento positivo. Si presenterebbe un problema, invece, nel caso in cui la curva assumesse un andamento negativo. Segnalerebbe il rischio percepito dai mercati nell’investire nel debito pubblico italiano nel breve periodo, ed evidenzierebbe il rischio concreto di un default imminente, chiudendo l’Italia a qualsiasi forma di finanziamento. Ebbene, il nostro accesso ai mercati si stava effettivamente chiudendo con rapidità impressionante all’apice della crisi del debito sovrano italiano, il 9 novembre del 2011. La situazione è migliorata poche settimane dopo, il 22 novembre. Non soltanto la curva dei rendimenti si era abbassata, segnalando tassi più bassi su qualsiasi tipo di scadenza del titolo, ma aveva nuovamente re-invertito il proprio andamento, tornando alla normalità. E adesso? La curva è ancora ad andamento positivo. Bloomberg suggeriva addirittura di investire in titoli di stato italiani pochissimo tempo fa, come si può vedere in questo video del 18 settembre. Purtroppo i venti di crisi sono tornati a soffiare poco dopo, ed i tassi non sono sicuramente così favorevoli come mostrato nel video. L’andamento, però, rimane ancora positivo, il che basta per dare a Grilli un buon, meritato “Vero”.