Saccomanni riprende, in questa dichiarazione, il discorso sulla spending review (revisione della spesa pubblica), avviato già nel 2006 da Tommaso Padoa Schioppa, ministro dell’Economia e delle Finanze del secondo governo Prodi. Tale manovra fu intrapresa in via sperimentale dalla legge finanziaria per il 2007, e successivamente trasformata in programma permanente ad opera della legge finanziaria per il 2008: il sito della Camera dei deputati tiene traccia delle tappe delle esperienze di spending review. Il passaggio a un bilancio classificato per missioni e programmi, ha posto le premesse sia per una consapevole discussione politica degli obiettivi e delle priorità da realizzare sia per una gestione responsabile delle risorse.


Durante il governo Monti l’opera è stata ripresa dal ministro Giarda, che ne ha affidato la responsabilità al commissario creato ad hoc, Enrico Bondi, con una comunicazione dell’aprile 2012. Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”  è entrato in vigore  il 7/7/2012, ad eccezione del comma 83 dell’art. 12, che entra in vigore l’1/1/2013. Il decreto legge  è stato convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 135.  


Lo stesso governo quantificava i risparmi con 4,5 miliardi per il 2012, con 10,5 miliardi per il 2013 e con 11 miliardi per il 2014, come dichiarato in un comunicato della stessa Presidenza del  Consiglio dei Ministri.


Dunque, almeno dal punto di vista formale, le iniziative sono state prese. Tuttavia, ad oggi non si hanno ancora risposte chiare circa la verifica di quale sia l’implementazione delle decisioni prese – e soprattutto quale sia l’impatto sui conti pubblici – ma “gli impegni assunti” ci sono.


In conclusione, riconosciamo a Saccomanni di aver correttamente ripercorso la storia della spending review. Di conseguenza Pagella Politica lo premia con un “Vero”, coltivando la speranza che un giorno qualcuno racconti, con uguale precisione, un excursus sui risultati della revisione della spesa che, al momento, ancora in gran parte ci sfuggono.