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No, l’automotive non vale il 20 per cento del Pil italiano

| 16 febbraio 2023
La dichiarazione
«L’automotive rappresenta circa il 20 per cento del Pil italiano»
Fonte: La Stampa | 16 febbraio 2023
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
La stima del ministro delle Imprese e del Made in Italy è parecchio esagerata.
In breve
  • Secondo le stime più affidabili, il settore della produzione e del commercio di auto contribuisce al Pil per una percentuale inferiore al 5 per cento. TWEET
Il 16 febbraio, in un’intervista con La Stampa, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) ha criticato la definitiva approvazione da parte del Parlamento europeo del divieto di vendere auto a diesel o benzina a partire dal 2035. Adesso, prima che il divieto diventi legge manca solo l’ultimo via libera del Consiglio dell’Unione europea, ossia l’organismo che rappresenta i governi dei 27 Stati membri.

Secondo Urso questa scelta danneggerebbe il settore dell’automotive italiano che, a detta sua, rappresenta «circa il 20 per cento» del Pil prodotto dal nostro Paese. Numeri alla mano questa stima è parecchio esagerata.

Quanto vale l’automotive in Italia

Quando si parla di “automotive” si fa riferimento all’insieme delle imprese che producono automobili, o loro componenti, e le commerciano. Alcuni dei dati più aggiornati sul peso di questo settore sull’economia italiana sono contenuti nei report pubblicati dall’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia), una delle maggiori associazioni di categoria in Italia. Fanno parte di questa associazione, per esempio, aziende che producono auto o loro componenti e quelle operative nel settore della progettazione dei veicoli.

Secondo Ainfa, la filiera dell’automotive in Italia genera un fatturato di oltre 90 miliardi di euro, una cifra pari «al 9,3 per cento del fatturato della manifattura in Italia e al 5,2 per cento del Pil italiano». Il numero delle imprese è intorno alle 5.200, con quasi 270 mila addetti coinvolti direttamente o indirettamente, ossia il «7 per cento degli occupati del settore manifatturiero italiano». Stiamo parlando di cifre considerevoli, ma ben lontane dal «20 per cento» del Pil stimato da Urso. 

Anche una ricerca realizzata nel 2015 per il Senato dalla società di consulenza Prometeia e da Unioncamere, che rappresenta le camere di commercio in Italia, mostra come la stima del ministro sia parecchio esagerata. Lo studio in questione, seppur di qualche anno fa, ha cercato di stimare quanto Pil italiano è effettivamente generato dalla filiera dell’automotive, dalla fabbricazione delle auto alla loro distribuzione. Secondo la ricerca, l’intera filiera dell’automotive genera in Italia meno del 5 per cento del Pil nazionale. Questa percentuale è in linea con quelle di altri grandi Paesi europei, come Francia, Spagna e Regno Unito, ma è più bassa di quella della Germania.

Il verdetto

Secondo Adolfo Urso, «l’automotive rappresenta circa il 20 per cento del Pil italiano». Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri e la stima del ministro delle Imprese e del Made in Italy è parecchio esagerata.

Secondo le stime più affidabili, il settore della produzione e del commercio di auto contribuisce al Pil per una percentuale inferiore al 5 per cento.

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