La Lombardia, motore dell’economia italiana e campo di battaglia fondamentale in questa campagna elettorale, è anche – come sostiene Albertini – un polo cruciale della ricerca? Partiamo dalle “risorse”, cioé i soldoni.
Avvalendoci dei dati Istat sulla spesa in ricerca e sviluppo nel 2010 (pubblicati a dicembre 2012), possiamo notare che, effettivamente, la Lombardia – con 4,4 miliardi di euro di spesa in R&S nel 2010 – svetti tra le Regioni Italiane per investimenti in ricerca “intra-muros”. Tuttavia, provando a riportare questi dati in percentuali, non arriviamo al numero citato da Albertini. Sembrerebbe che in Lombardia si “esprima” circa il 22,4% della spesa in ricerca del nostro Paese, ossia quasi un quarto – non quasi un terzo.
Guardando più nello specifico i dati Istat, scopriamo che in Lombardia si concentra particolarmente la spesa in R&S delle istituzioni no profit (che equivalgon al 56,1% di tutta la spesa di questo tipo di enti nel Paese) e delle imprese (28,4%). Decisamente minore, invece, la quota di spesa pubblica in ricerca in Lombardia: “appena” l’8,3% del totale (vedi tavola 10).
Insomma, in Lombardia si investe una quota rilevante della spesa in ricerca italiana, soprattutto per quanto riguarda la componente non pubblica, ma non nei termini espressi da Albertini, che c’era quasi!
Passiamo ora al numero di brevetti che vedono la nascita sul territorio lombardo. Secondo lo studio della Camera di Commercio di Milano, questi sarebbero stati – nel 2012 – 15.767, che corrispondono al 28% del totale dell’Italia. La proporzione è simile a quella del candidato governatore montiano, ma i numeri sono davvero diversi. E’ possibile che Albertini intenda le sole “invenzioni” – le quali, però, erano comunque pari a 2.222, il 29,2% del totale italiano. Questi dati, tuttavia, sono stati pubblicati il 15 febbraio mentre la dichiarazione di Albertini è antecedente. Prendiamo allora i dati dell’Ufficio italiano brevetti e marchi – Uibm – relativamente al 2011(pag. 93 tabella 1): con 13.284 brevetti depositati, la Lombardia aveva addirittura il 48,9% di tutti i brevetti depositati in Italia! Le invenzioni erano invece 2.885 su 9.607 (circa il 30% quindi). Insomma, nemmeno qui troviamo i numeri citati da Albertini. Scaviamo un altro po’ e – bingo! – troviamo uno studio di Senaf di settembre 2012 che parla di 1.373 marchi (intendendo ciò che la Camera di Commercio e l’Uibm chiamano “invenzioni”) depositate in Lombardia nei primi sei mesi del 2012 su un totale italiano di 4.610, circa 29,8%. Quel 1373 è davvero simile al 1323 citato da Albertini, e la probabile fonte della sua dichiarazione. Dichiarazione imprecisa però, perché non specifica che sta parlando delle invenzioni, e che sta facendo riferimento a un dato semestrale – non annuale – che peraltro non quadra con quell’ “esattamente 33%” citato da Albertini. Per questa parte della dichiarazione non va oltre il Nì.
Un C’eri quasi ed un Nì: arrotondando per eccesso la media (perché, comunque, il concetto di base di Albertini – che la Lombardia è un polo per la ricerca e le invenzioni in Italia è corretto), concediamo un “C’eri quasi” finale. Ad Albertini che promuove la ricerca consigliamo una maggiore ricerca a sua volta, prima di esprimere dichiarazioni con così tanti numeri!