Inutile negarlo: da quando l’Italia è stata investita in pieno dalla crisi del debito pubblico nell’estate del 2011 ogni cifra, ogni più recondito aspetto delle nostre finanze pubbliche è non solo divenuto pane quotidiano dei giornali e dei telegiornali serali, ma anche dei 60 milioni di individui che vivono nel Belpaese. Non c’è ormai scolaretto delle elementari che non sappia a memoria a quanto ammonti, in percentuale sul Pil, il nostro debito, nè c’è un giorno in cui non si senta parlare, per i bar o per le strade d’Italia, della spada di Damocle che grava sulle nostre teste.
Pure noi di Pagella Politica ci siamo addentrati, quasi ad nauseam, nell’intrico di dichiarazioni politiche che sono state esternate in quest’ultimo anno riguardo la sostenibilità delle nostre finanze pubbliche. Al punto di avere oramai accumulato un sostanziale archivio ed una profonda memoria storica di quanto è stato già sostenuto, per esempio, riguardo la mole di interessi da pagare sullo stock di debito.
Grillo aveva già affrontato l’argomento nel luglio di quest’anno, sostenendo come il debito ci costasse, all’anno, 100 miliardi di euro di interessi. Renzi, allo stesso modo, aveva invece sostenuto come tali interessi ammontassero ad un totale di 80 miliardi di euro annui.
Insomma, è sufficiente andare a spulciare le previsioni più recenti, contenute all’interno del Documento su Economia e Finanza per il 2013 (pag. 34), per riscontrare che gli interessi sul debito per quest’anno ammonteranno a 84 miliardi di euro, ed a poco più di 90 miliardi nel 2014.
Per scrupolo abbiamo provato a fare la media dei dati annuali forniti nel documento, per scoprire che si tratta effettivamente di 90.2 miliardi di euro di interessi sul debito che gravano come un macigno su ogni italiano, ogni anno.
Insomma, per quanto la dichiarazione dell'(ancora) Presidente del Consiglio non sia precisa al decimale, ci sembra onesto riconoscere comunque la sua preparazione in materia con un bel ”Vero”.