Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, si esprime sul decreto n. 35 del 2013, che intende regolare il prima possibile l’accumularsi di ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori.
Come molti altri esponenti della politica e dell’economia prima di lui, il ministro stima i debiti commerciali accumulati negli anni dagli enti locali ad oltre 100 miliardi di euro.
In realtà non esistono cifre precise a riguardo, come evidenziato tra l’altro all’interno dello stesso sito della Camera dei Deputati (il pagamento dei debiti della PA), e come riportato proprio da Pagella Politica analizzando una dichiarazione simile di Speranza.
La fonte più autorevole a riguardo sembra infatti essere il capitolo 13 “Finanza Pubblica” della Relazione annuale 2011 di Bankitalia, secondo quanto comunicatoci direttamente dallo stesso ente e quanto riportato dalla Camera dei Deputati. Nonostante infatti Bankitalia abbia recentemente aggiornato la sua relazione annuale sulla finanza pubblica, non sembra esistano stime più recenti dei cosiddetti ”debiti commerciali”. Come spiegato a pagina 148 del rapporto, questi sono esclusi dal calcolo dei debiti della PA, , secondo regole stabilite in sede europea, ed ammontavano nel 2011 a circa il 5% del Pil, ovvero 80,6 miliardi di euro (se facciamo riferimento al Pil di quell’anno, circa 1.612,13 miliardi di euro).
Un’audizione più recente della stessa Bankitalia sui debiti della PA, tenutasi presso la Camera dei Deputati nel marzo di quest’anno, fornisce un dato leggermente più aggiornato: a pagina 41 si può leggere come la stima sia stata lievemente corretta a 90 miliardi di euro, ovvero il 5,8% del Pil, nonostante si precisa che questa cifra include 11 miliardi di euro già inclusi nel calcolo del debito pubblico nazionale, giacché si tratta di operazioni di cessione di debito pro soluto.
Insomma, nonostante nessuna delle stime della fonte più autorevole a riguardo superi i 100 miliardi di euro come citato dal ministro Delrio, non si può negare che questi si sia effettivamente avvicinato alla verità. Va inoltre specificato che, non esistendo una precisa raccolta di dati sul fenomeno, rapporti provenienti da diversi enti possono divergere in maniera anche significativa. L’economista Emanuele Padovani, professore di Public Management all’Università di Bologna, stima infatti che i debiti potrebbero ammontare addirittura a 137 miliardi di euro. I suoi studi sono stati successivamente ripresi dalla Cgia di Mestre, il cui segretario Giuseppe Bortolussi diffonde in una sua nota la cifra di 150 miliardi di euro.
Insomma, ci sembra che complessivamente al ministro possiamo assegnare un ”C’eri quasi”.