Brunetta non è nuovo a dure critiche nei confronti del governo Monti e del suo operato; in questo caso l’attacco al governo verte su uno dei temi di “vanto” per Monti, ovvero la stabilizzazione del panorama finanziario e dei conti pubblici del Paese ad un salatissimo prezzo nel breve termine. Ospite a Porta a Porta, l’ex ministro non manca di far notare come, proprio durante gli ultimi dodici mesi del governo tecnico, i risparmiatori nostrani abbiano avviato un progressivo allontanamento dei propri capitali, preferendo investirli all’estero. Vediamo se è vero.
L’allarme delle fughe di capitali dai Paesi colpiti dall’attuale crisi del debito sovrano non è un mistero, ma anzi già dall’anno scorso era oggetto di dibattito pubblico. Nei mesi di ottobre e novembre del 2012 i principali quotidiani dello stivale citavano dati piuttosto negativi. Repubblica parlava di 235 miliardi di euro defluiti dal Paese nello spazio di 12 mesi. Linkiesta, citando dati di ottobre 2012, parlava di una fuga di capitali di 26 miliardi di euro rispetto al mese di settembre. In particolare, l’articolo faceva riferimento alle allarmanti stime della Banca Centrale Europea, ragione per cui riteniamo sia corretto partire proprio dalla banca dati di questo ente per verificare la dichiarazione di Brunetta.
Cominciamo con un’analisi dello stock di capitale depositato presso gli istituti di credito italiani a fine mese, confrontando i dati del governo Berlusconi e del governo Monti per vedere se, come Brunetta ritiene, ci sia stato un insolito deflusso di capitali dal Paese durante l’attuale governo.
In realtà, almeno a giudicare dallo stock di depositi detenuti da clientela domestica (il 64% delle somme depositate in Italia, includendo solamente i depositi tenuti dalle famiglie e dalle imprese), i dati sembrano smentire l’ex ministro dello Sviluppo Economico.
Lo stock di depositi della clientela residente in Italia a fine mese (escludendo le istituzioni finanziarie, ed includendo quindi solamente le famiglie e le imprese) é, infatti, cresciuto proprio durante i mesi del governo Monti, mentre aveva raggiunto il suo minimo negli ultimi mesi del governo Berlusconi, in coincidenza del grande panico del novembre 2011 – causato dall’uscita di scena del precedente governo. Anche un’analisi dei flussi delle transazioni finanziarie in entrata ed in uscita dal Paese nello stesso periodo sembra smentire la tesi secondo cui i correntisti italiani hanno effettuato una fuga di massa dal Paese. Il deflusso sembra essere stato, in realtá, abbastanza discontinuo nel tempo, concentrato per lo piú in momenti particolari (come novembre 2011 ed ottobre 2012).
Stesso argomento vale per i depositi di istituzioni di tipo finanziario (”Monetary Financial Institutions”, secondo la definizione della Banca Centrale Europea), che compongono un’altra fetta molto consistente dello stock depositato presso i nostri istituti di credito (27%).
L’ex ministro Brunetta sembra, quindi, essere smentito dai dati: non vi é stato un massiccio ”svuotamento” dei depositi italiani in questo periodo o, quantomeno, il fenomeno non sembra essere stato piú pronunciato rispetto al 2011, anno in cui governava Berlusconi. In realtá ad abbandonare in massa i conti italiani sono stati i capitali stranieri, piú che quelli nostrani. Basti, infatti, vedere l’evoluzione delle somme detenute in conti posseduti da istituzioni finanziarie straniere, con sede in altri Paesi dell’Unione Europea, che arrivano attualmente a contare per un ragguardevole 7% del totale in euro depositato in Italia. Sono stati questi, in relatà, a fuggire in massa dall’Italia durante il 2012, nonostante gli sforzi profusi del governo Monti sul parquet internazionale.
Effettivamente lo stock é calato di circa 50 miliardi di euro durante l’intera durata del governo Monti – unico vero esodo di massa di capitali di cui l’Italia é stata veramente consapevole in quest’ultimo anno e mezzo.
Insomma, Brunetta fa bene ad indicare una situazione di grave emergenza – rappresentata dalla fuga dei capitali dall’Italia. Tuttavia non si tratta dei risparmiatori italiani, i cui depositi sono invece aumentati: a ”svuotare” i propri conti correnti sono piuttosto gli investitori stranieri. ”Pinocchio andante”!