L’idea che l’austerità abbia peggiorato la situazione economica nel breve termine dei Paesi della “periferia” della zona euro sta trovando maggiore conferma nei fatti. Secondo i dati appena pubblicati dal Fondo Monetario Internazionale nell’ambito del World Economic Outlook di ottobre, Bersani azzecca 7 indicatori su 12.
Il debito pubblico è indubbiamente aumentato in maniera impressionante in tutti e 4 i Paesi nel periodo 2010-2012: in Grecia è passato dal 145% al 171% del Pil; in Portogallo dal 93% al 119%; in Irlanda dal 92% al 118% e in Spagna dal 61% al 91%.
Per quanto riguarda il rapporto deficit/Pil per il 2013, l’Fmi stima che saranno alti in tutti e quattro i Paesi: il Portogallo dovrebbe limitare i danni con un deficit/Pil al -4,5%, mentre l’Irlanda registrerà il divario più grande con il -7,5%. Detto ciò, secondo le stime tutti e quattro i Paesi ridurrebbero il deficit rispetto al 2012.
Infine, per quanto riguarda la “recessione paurosa” citata da Bersani, la situazione non è certo rosea in nessuno di questi Paesi, ma è nettamente peggiore in Grecia (dove si stima un crollo del Pil a -6% quest’anno e -4% nel 2013, dopo il -3,5% del 2010 e il -6,9% del 2011) rispetto alla Spagna e al Portogallo (-1,5% e -3,0% quest’anno). L’Irlanda è un caso a parte: in recessione nel 2010, ha registrato un tasso di crescita del +1,4% nel 2011, mentre le stime per il 2012 e il 2013 rimangono positive (+0,4% e +1,4%).
Con un voto di 7/12 Bersani si merita un “C’eri quasi” risicatissimo, giustificato solo dal fatto che per quanto in miglioramento, i deficit dei quattro Paesi saranno comunque innegabilmente negativi.