Alla vigilia del Consiglio dei Ministri che ha varato le molto discusse misure per la disoccupazione giovanile, Enrico Letta si rifà ad uno studio internazionale per sottolineare l’urgenza della situazione. Ma lo avrà citato correttamente? Non proprio, sembrerebbe.



Lo studio dell’Eurofound, pubblicato a ottobre dell’anno scorso, parla sì di 153 miliardi di euro di costo nel 2011, ma non dei disoccupati, bensì dei giovani Neets (vedi pag. 78). La precisazione è doverosa in quanto i Neet – il cui acronimo sta per “Not in Education, Employment or Training” – indicano una categoria più ampia di quella dei soli disoccupati. Rientrano, infatti, in questa definizione (vedi pag. 24):



  • i giovani disoccupati,

  • i giovani “non disponibili”, ad esempio giovani malati o con responsabilità di cura verso familiari disabili o anziani,

  • i giovani scoraggiati, ossia coloro che non cercano lavoro senza essere impossibilitati dal farlo,

  • I giovani “a caccia di opportunità” che aspettano ad accettare un lavoro che ritengono appropriato,

  • I giovani Neet “volontari”, cioé i giovani che liberamente hanno scelto di intraprendere altre attività non lavorative (ad esempio viaggiare).



I giovani Neet sono molto più numerosi dei giovani disoccupati, come ci informa lo stesso Eurofound nel comunicato stampa di presentazione del rapporto: nel 2011 erano 5,5 milioni i giovani disoccupati in Europa e ben 14 milioni i giovani Neet. E’ bene sottolineare che per Eurofund, nella prima categoria sono considerati “giovani” gli under 25, mentre nella seconda rientrano gli under 30. Tuttavia, è evidente che Letta, nel citare il dato di Eurofound, ha commesso delle imprecisioni, poiché i Neet saranno sempre di più dei disoccupati della stessa fascia d’età, essendo, questi ultimi, una categoria del primo gruppo.



L’imprecisione è grossolana e, anche se le definizioni di giovani disoccupati e giovani Neet sono strettamente collegati, non sono sostituibili. In conclusione, Enrico Letta cita un dato corretto per una categoria sbagliata e porta a casa non più di un “Nì” per questa dichiarazione.









P.S.: nella metodologia – da pagina 62 in avanti, ma a pagina 67 in particolare – lo studio spiega, inoltre, come sono stati calcolati i costi. Due tipi di costo sono stati considerati: quelli diretti (es. spesa pubblica in ammortizzatori sociali) e quelli indiretti (il costo del mancato contributo all’economia dell’individuo). Per avere maggiori informazioni sui Neet, consigliamo queste infografiche dell’Eurofound e questa precedente analisi di Pagella Politica per i dati sui Neet in Italia.