Grazie anche all’assist di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini approfitta per rilanciare la sua figura politica e il suo partito: la Lega Nord tenta di non presentarsi più come realtà esclusivamente locale e regionale, e sono sempre più frequenti i viaggi e le dichiarazioni su temi di rilevanza internazionale.



L’ingresso della Turchia nell’Unione Europea






Le relazioni tra Turchia e Unione Europea sono molto più complesse e hanno radici storiche molto più profonde rispetto a quanto affermato da Salvini, secondo il quale sono 15 anni che si prova “a portare la Turchia in Europa”. Già nel 1963, infatti, la Turchia firmò con la Comunità Economica Europea (predecessore dell’attuale Ue) un Accordo di Associazione noto come Accordo di Ankara. E se vogliamo essere ancora più fiscali e puntigliosi, le negoziazioni ufficiali per l’adesione della Turchia all’Ue sono cominciate esattamente nel 1987. Salvini si sarebbe salvato se avesse parlato specificamente di status di Paese candidato, attribuito alla Turchia proprio 15 anni fa, dal Consiglio di Helsinki del 1999. E’ comunque errato limitare le negoziazioni sull’adesione della Turchia all’Ue ad un arco temporale così ristretto.



La Turchia e Cipro: una “relazione complicata”






Sintetizzare in poche righe secoli di intrecci storici non è compito facile, ma ci proviamo. L’Impero Ottomano ha conquistato l’isola attorno 1570-1571. La cacciata dei veneziani da Cipro ha segnato l’inizio di tre secoli di dominazione turca durante i quali migliaia di turchi musulmani si sono insediati in un territorio popolato principalmente da greci di fede ortodossa. Con la Convenzione di Cipro del 1878 tra il Regno Unito e la Turchia, l’isola diventa un territorio amministrato dalla corona Britannica, sebbene di fatto sempre sotto la sovranità ottomana. Questo status ambiguo dura fino alla Prima Guerra Mondiale, durante la quale Londra porta totalmente nelle sue mani il controllo dell’isola; tale annessione viene riconosciuta nel 1923 con il Trattato di Losanna. Bisognerà attendere il 1960 perchè Cipro riesca a proclamare la propria indipendenza con lo status di Repubblica, posta sotto il controllo dell’arcivescovo Makarios, di nazionalità greca, come Presidente, e di Fazil Kücük, di nazionalità turca, come vice presidente. Nonostante i tentativi di equilibrio istituzionale, le tensioni tra le due comunità danno il là a degli scontri violenti che portano all’intervento delle Nazioni Unite e alla creazione di una “Linea Verde”, sorvegliata da truppe britanniche. Nel 1974, con il supporto del regime greco, un’unità della Guardia Nazionale Cipriota tenta di rovesciare il governo di Makarios e procedere all’annessione con la Grecia. Cinque giorni dopo il colpo di Stato, sarà la volta delle truppe turche ad invadere l’isola da Nord insediandovisi e proclamando la nascita della Repubblica Turca di Cipro del Nord, la cui indipendenza è riconosciuta esclusivamente dalla Turchia. Nella parte meridionale dell’isola, dopo la caduta della cosiddetta “dittatura dei colonnelli” agli inizi degli anni ’80, Makarios viene reinsediato Presidente del nuovo governo democratico. E’ la Repubblica di Cipro l’unica entità riconosciuta a livello internazionale, ed è solo questa porzione di territorio ad essere integralmente parte dell’Unione Europea. L’isola di Cipro, quindi, è di fatto divisa tra la parte settentrionale, la cui popolazione è a maggioranza turco-cipriota, e quella meridionale, dove vivono prevalentemente greco-ciprioti. Il 24 aprile 2004, sotto l’egida delle Nazioni Unite, si sono tenuti nel Nord e nel Sud del Paese referendum separati riguardanti un piano per l’istituzione di un governo federale nell’intera isola. Alla luce del risultato dei referendum non è stato possibile dare attuazione a tale piano. Due giorni dopo le consultazioni, il Consiglio Europeo ha comunque espresso il proprio desiderio di incoraggiare lo sviluppo economico della comunità turco-cipriota. Appena prima dell’ingresso ufficiale della Repubblica di Cipro nell’Ue il 29 aprile 2004, il Consiglio ha adottato il regolamento relativo alla linea verde, il cui obiettivo era quello di agevolare la circolazione di persone, beni e servizi tra il Nord e il Sud dell’isola. Il 1° maggio 2004 la Repubblica di Cipro è divenuta uno Stato membro dell’Ue. Sebbene tutta l’isola sia entrata a far parte dell’Unione, a norma dell’articolo 1 del protocollo 10 del trattato di adesione del 2003, “l’applicazione dell’acquis è sospesa nelle zone della Repubblica di Cipro sulle quali il governo della Repubblica di Cipro non esercita un controllo effettivo”. Ciò significa che l’acquis comunitario non si applica alla parte settentrionale dell’isola.





Tirando le somme di questo lungo excursus storico, Salvini ha di fatto ragione. Sebbene la parte Nord dell’isola sia, de jure, un’entità autonoma, il fatto che sia stata creata a seguito dell’invasione turca del 1974 e che solo la Turchia la riconosca a livello internazionale ci consente di classificare come vera questa parte della dichiarazione.



Il genocidio Armeno



Yerevan Genocide Memorial



Questa è forse la parte più dolorosa della dichiarazione di Salvini, alla luce del tema trattato. Anche qui, grazie a questo articolo de Il Post, cercheremo, quanto più possibile di essere brevi, ma per chi volesse approfondire la questione proponiamo due suggerimenti: Il Secolo dei Genocidi, di Brunetau, e La Masseria delle Allodole, di Antonia Arslan. Il genocidio armeno, cominciato nella notte del 24 aprile 1915 ad opera dei Giovani Turchi, mirava a “conseguire con la forza le condizioni che la storia non aveva realizzato”: creare una Turchia culturalmente ed etnicamente omogenea che si estendesse territorialmente dal Mediterraneo allo Xinjiang cinese. Avrà ragione il leghista ad affermare che la Turchia non riconosce questa tragedia? Secondo l’Istituto Nazionale Armeno sì: sono 21 i Paesi ad aver ufficialmente riconosciuto il genocidio ai sensi della Convenzione Onu del 1948, e la Turchia non figura tra questi. Salvini quindi non sbaglia.







La Turchia e i fondi europei



Non è la prima volta che il leader della Lega alza la voce contro i fondi europei destinati alla Turchia (ce ne siamo già occupati qui e qui). In questo caso fa riferimento allo strumento di pre-adesione (Ipa). L’Ipa è uno strumento attraverso il quale l’Ue finanzia i Paesi che chiedono di essere ammessi all’interno della comunità e che vengono considerati come candidati potenzialmente idonei. I finanziamenti ricevuti dagli Stati candidati (compresa la Turchia) sono legati a programmi volti allo sviluppo del territorio. Effettivamente, nel 2014 l‘Unione Europea ha destinato 620 milioni di euro alla Turchia. Alcune precisazioni, però, sono fondamentali: in primis, l’ammontare di fondi non è costante col passare degli anni, come invece sembra far credere Salvini. Ancora più importante è sottolineare che tale cifra non è a fondo perduto, ma vincolata alla realizzazione di concreti progetti. Il segretario della Lega risulta quindi impreciso.



Conclusione



In questa dichiarazione Matteo Salvini ha toccato quattro temi che singolarmente potrebbero essere oggetto di una tesi di dottorato: l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, l’occupazione militare di Cipro, il riconoscimento del genocidio armeno e i fondi europei destinati alla Turchia. La seconda e la terza parte della dichiarazione stemperano la Panzana che Salvini porta a casa come esordio. Alla luce anche della lieve imprecisione sulla questione dei fondi, classifichiamo quindi questa dichiarazione con un “Nì”!