In un lungo intervento come opinionista su Il Giornale, Renato Brunetta evidenzia correttamente tempi e “differenze” delle banche centrali europee e estere, guadagnandosi un bel “Vero” per la precisione e la correttezza delle opinioni presentate.


Il 4 Aprile la Bank of Japan ha introdotto una serie di manovre ultra-espansive. Innanzitutto è stato fissato in “circa due anni” il periodo per raggiungere una inflazione al 2% come obiettivo esplicitamente programmatico; inoltre, entro la fine del prossimo anno, l’istituto allargherà non solo la base monetaria, ma anche i titoli di debito pubblici  e gli Etf in suo possesso. Sarà poi l’ammontare della base monetaria il riferimento della politica espansiva, invece che il cosiddetto uncollateralized overnight call rate, il tasso di interesse sui prestiti interbancari a breve termine. la durata media dei bond pubblici in possesso (da meno di tre anni a circa 7 anni), inoltre, sarà praticamente raddoppiata. La BoJ aumenterà gli acquisti anche di fondi immobiliari, così come continueranno gli acquisti di commercial paper e di corporate bond. Infine, viene sospeso temporaneamente il limite secondo cui l’ammontare dei bond in possesso della BoJ non deve oltrepassare la quantità di banconote in circolazione


Corretto anche dire che la Bce ha deciso recentemente di non modificare le proprie decisioni di politica monetaria: nella riunione del  4 aprile 2013 il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso, infatti, che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali eui depositi presso la banca centrale, sarebbero rimasti invariati rispettivamente allo 0,75%, all’1,50% e allo 0,00%.  Decisione, quella di non intervenire sulla politica monetaria, in comune con la Banca d’Inghilterra, che poche ore prima aveva preso decisioni analoghe, seguendo “l’onda lunga” della Fed.


Brunetta evidenzia il “grande dilemma” della politica monetaria attuale: cercare di rivitalizzare l’economia (svalutando inoltre gli interessi sul debito) – con forti interventi espansivi – e tollerare un’inflazione (probabile ma non certa) più alta o no? Sicuramente l’opinione in Giappone è quella di essere più interventisti, mentre in Europa (in misura maggiore) e Usa (in misura minore) la paura di un’inflazione eccessiva ha frenato al momento (per questa primavera) interventi particolarmente decisi e di così grande portata.