La situazione occupazionale del nostro Paese continua a provocare scontri tra governo e opposizione ed è spesso fonte di clamorosi scivoloni (si veda il nostro blog “5 Panzane sulla Disoccupazione”). Come stanno davvero le cose?



Aumenta la disoccupazione – calano i posti di lavoro?



Facciamo un inciso prima di tuffarci nei dati: non è detto che un aumento della disoccupazione porti ad un conseguente calo dei posti di lavoro, come sostiene il ministro Boschi. Già Matteo Renzi lo aveva fatto notare durante un suo intervento alla Direzione nazionale del Pd in cui pronunciò la frase: “E’ molto difficile raccontare a casa che aumentano sia i disoccupati che gli occupati”, prontamente verificata da Pagella Politica. Come spiegato in quella analisi, agli occupati e i disoccupati vanno aggiunti i cosiddetti “inattivi”, che possono trovare lavoro o decidere di cercarlo, e quindi di ingrossare le fila degli occupati o dei disoccupati senza conseguenze sull’altra categoria.



Si può parlare di inversione di tendenza?



A cavallo tra il 2014 e il 2015 il tasso di disoccupazione era sceso al 12,3-12,4%, dopo aver toccato il 13% nel novembre dell’anno scorso. A giugno di quest’anno però il tasso è risalito al 12,7%, conquistando subito il titolo di quinto peggior risultato mensile dal 2008.



graphCome si può vedere dal grafico in alto, i dati mensili sono stati abbastanza ballerini: frequenti sono stati gli aumenti e i decrementi registrati nel corso dei passati due anni e mezzo. Per maggiore chiarezza abbiamo consultato i dati trimestrali a partire dal 2008, per valutare la fondatezza dell’effetto di cui parla il ministro Boschi. Non si può effettivamente attribuire ai primi mesi del 2015 una marcata inversione di tendenza, anche se il tasso di disoccupazione del 12,4% rappresenta una riduzione rispetto al trimestre precedente e allo stesso trimestre del 2014. Dunque, più che di una vera inversione di tendenza, si può sostenere che a inizio 2015 vi sia stata una sostanziale stabilizzazione della disoccupazione attorno al 12,4-12,7% già a partire da fine 2013.



graphE i posti di lavoro? Come al solito ci concentriamo non sui posti di lavoro ma sul numero di occupati. Anche in questo caso il discreto ottimismo espresso dal ministro trova qualche riscontro nei dati. Il numero degli occupati è infatti aumentato nel primo trimestre 2015 rispetto allo stesso trimestre del 2014 (+133 mila occupati) ma non si tratta di un unicum: come dimostra il grafico in basso – e i nostri calcolialtre volte si è registrata una variazione positiva rispetto all’anno prima.



graphCiò non toglie che il 1° trimestre 2015 è stato il terzo peggior periodo per l’occupazione dal 2008, sia per tasso di occupazione (55,5%) sia per numero di occupati. I dati mensili più recenti mostrano ancora un andamento altalenante dell’occupazione.



graphE’ la prima volta che cala la disoccupazione e aumentano i posti di lavoro?



Per rispondere a questo interrogativo – e quindi verificare le parole di Maria Elena Boschi – abbiamo dato uno sguardo agli ultimi sette anni e verificato se in questo periodo sia mai accaduto che contemporaneamente si sia registrato un aumento nell’occupazione e un calo della disoccupazione. La risposta è sì, come si può vedere nei nostri calcoli e nel grafico sottostante. Si tratta dei primi due trimestri del 2011: nel primo trimestre la disoccupazione passò al 7,9% (era 8,4% nel primo trimestre del 2010) e l’occupazione aumentò di 116 mila unità; nel secondo trimestre la disoccupazione calò di sei punti decimali rispetto al secondo trimestre 2010 e il numero di occupati aumentò di 56 mila unità. Seguì un drastico peggioramento per entrambi gli indicatori.






Il verdetto



E’ difficile attribuire un verdetto a questa frase. A inizio 2015 la disoccupazione è calata rispetto allo stesso trimestre del 2014 e al contempo è aumentata l’occupazione, un segnale certamente positivo. Non si tratta però della prima volta in cui si è verificata tale combinazione: una simile variazione avvenne all’inizio del 2011. Ci sembra quindi presto per parlare di “inversione di tendenza”, anche perché i dati dell’occupazione e la disoccupazione non mostrano ancora una decisiva ripresa del mercato del lavoro. “Nì” per il ministro Boschi.