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No, 2 milioni di famiglie non stanno perdendo casa per il mutuo

| 22 marzo 2024
La dichiarazione
«Ci sono 2 milioni di famiglie che stanno perdendo casa per la vendita all’asta perché non riescono a pagare il mutuo»
Fonte: YouTube | 20 marzo 2024
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Verdetto sintetico
Il dato citato da Conte è parecchio esagerato.
In breve
  • In Italia le famiglie con un mutuo sono 3,7 milioni, di cui circa il 40 per cento ha un mutuo a tasso variabile. Se la dichiarazione di Conte fosse corretta, più della metà delle famiglie italiane con un mutuo vivrebbe in una gravissima condizione economica. TWEET
  • La fonte del dato di Conte è un rapporto realizzato da Nomisma e di una società attiva nel settore dei debiti sulle abitazioni. Ma il contenuto di questo rapporto è stato travisato. TWEET
Il 20 marzo il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è intervenuto alla Camera dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo dei due giorni successivi. Nel suo discorso, Conte ha detto a Meloni che in Italia due milioni di famiglie «stanno perdendo casa» perché «non riescono a pagare il mutuo».

Questo numero è plausibile oppure no? In breve, il dato citato da Conte è parecchio esagerato.

La fonte dei dati

Nell’aula della Camera Conte non ha citato la fonte del dato sulle famiglie che, a detta sua, stanno perdendo casa. Su Instagram il presidente del Movimento 5 Stelle ha pubblicato in un reel lo spezzone del suo intervento, e qui come fonte viene indicato un articolo pubblicato da la Repubblica il 15 marzo. Lo stesso Conte aveva già citato questo articolo in un video pubblicato sulle sue pagine social il 18 marzo. 

L’articolo parla del contenuto di un rapporto realizzato dall’Osservatorio SalvaLaTuaCasa, realizzato da Nomisma e da Save your home (SYHO). Nomisma è una società che realizza consulenze e ricerche di mercato per imprese, associazioni e istituzioni pubbliche; SYHO è una società che aiuta le persone che hanno perso la propria casa a causa di debiti a ricomprarla. Il 15 marzo Nomisma e SYHO hanno presentato i risultati dell’osservatorio in una conferenza presso la sala stampa della Camera. Qui sono consultabili le slide della presentazione, che sono state presentate dagli autori come «una fotografia aggiornata della condizione economica delle famiglie italiane, specie quelle che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile».

Che cosa dice il rapporto

Come prima cosa va chiarito che né nelle slide di presentazione né durante l’evento alla Camera è mai stato detto che «2 milioni di famiglie» stanno perdendo la casa a causa dell’aumento dei mutui. Nomisma e SYHO stimano sì per il 2024 un «possibile aumento delle aste» delle case di famiglie che non riescono a ripagare i propri debiti, ma il numero stimato è compreso «tra 160 mila e 180 mila aste», un numero molto lontano dai 2 milioni indicati da Conte.

Il numero citato dal presidente del Movimento 5 Stelle sembra subito implausibile se confrontato con il numero di famiglie che in Italia hanno un mutuo. Secondo i dati Istat più aggiornati infatti, quasi una famiglia su cinque in Italia che vive in una casa di proprietà paga un mutuo: stiamo parlando di circa 3,7 milioni di famiglie. Se fosse vero che 2 milioni di famiglie stanno perdendo casa, vorrebbe dire che più della metà delle famiglie con un mutuo vive in una gravissima condizione economica. Secondo Istat, la povertà assoluta colpisce di più le famiglie in affitto, che sono quasi la metà di tutte le famiglie povere in Italia. E tra l’altro, non tutte le 3,7 milioni di famiglie con un mutuo stanno pagando mutui con un tasso variabile, quelli colpiti di più dall’aumento dei tassi di interesse. Secondo lo stesso rapporto di Nomisma e SYHO, circa il 40 per cento delle famiglie con un mutuo ha il tasso variabile.  

In ogni caso, ribadiamo che la stima delle «2 milioni di famiglie che stanno perdendo casa» non viene riportata dall’Osservatorio SalvaLaTuaCasa. Il rapporto di Nomisma e SYHO evidenzia comunque alcuni elementi di preoccupazione. Secondo un sondaggio, i cui risultati sono contenuti nella presentazione dell’osservatorio, alla domanda: “Secondo lei, nel 2024 avrà difficoltà nel rispettare i pagamenti delle rate del mutuo?”, ha risposto “Sicuramente sì” o “Probabilmente sì” una famiglia su quattro. Applicando questa percentuale alle 3,7 milioni di famiglie con un mutuo, si ottengono circa 900 mila famiglie, un numero molto più basso dei 2 milioni indicati da Conte. Questo ipotizzando che il campione sia sufficientemente rappresentativo della popolazione, cosa non scontata. In ogni caso, pensare di avere difficoltà di pagare il mutuo nei prossimi mesi, non significa che si sta già perdendo la propria casa.

Il rapporto dell’Osservatorio contiene anche un’altra serie di dati sulla consapevolezza finanziaria e sull’indebitamento delle famiglie. Alla domanda: “Negli ultimi 12 mesi la sua famiglia ha pagato regolarmente le rate del mutuo e dei finanziamenti?”, il 12 per cento ha risposto: “Sì, ma con molte difficoltà” (le cosiddette “famiglie in bilico”) e il 4 per cento: “No, abbiamo accumulato ritardi ma siamo riusciti a recuperare i pagamenti insoluti”, oppure: “No, abbiamo accumulato ritardi e siamo tutt’ora in ritardo di una o più rate” (le cosiddette “famiglie insolventi”). Se consideriamo insieme queste due percentuali e applichiamo la percentuale del 16 per cento al totale delle famiglie con un mutuo, otteniamo quasi 600 mila famiglie, un numero più basso di «2 milioni». Anche in questo caso, avere pagato con difficoltà le rate del mutuo o esserci riuscito accumulando non ritardi non significa che si sta perdendo già la casa.

«Il 16 per cento rappresenta le famiglie che hanno dichiarato di avere avuto difficoltà o ritardi, non le famiglie che sono in uno stato di insolvenza», ha sottolineato a Pagella Politica Roberta Gabrielli, Head of marketing and business processes di Nomisma. «Il contesto attuale vede da anni il tasso di default [la percentuale di chi non ripaga i debiti, ndr] assestato su valori prossimi o addirittura al di sotto dei minimi storici, intorno all’1 per cento. La qualità del credito complessivamente è rimasta elevata. Tuttavia, come riportato durante la presentazione, esiste comunque una fascia di famiglie che ha visto notevolmente aumentare l’importo della rata, andando a incidere sul reddito disponibile anche in maniera rilevante».

Il numero indicato da Conte non torna nemmeno se si considerano tutte le famiglie con un debito finanziario di qualsiasi tipo. Secondo la Federazione autonoma bancari italiani (FABI), le famiglie in Italia con un prestito da pagare (compreso il mutuo) sono circa 6,8 milioni. Il 16 per cento visto sopra di queste famiglie corrisponde a poco più di un milione di famiglie, non 2 milioni. 

Non solo preoccupazioni?

Oltre agli elementi di preoccupazione, ci sono alcuni segnali positivi. I dati rielaborati da Nomisma e SYHO mostrano che negli ultimi anni c’è stato un calo dei crediti deteriorati per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie: erano 24 miliardi di euro nel 2017 e sono scesi a 6,6 miliardi nel 2023. I crediti deteriorati sono quelli che, a causa di un peggioramento della situazione finanziaria, non sono recuperabili in tutto o in parte.

Secondo il bollettino economico pubblicato a gennaio dalla Banca d’Italia, nel terzo trimestre 2023 la spesa totale per gli interessi sul debito delle famiglie ha continuato a crescere rispetto al trimestre precedente a causa dell’aumento del costo del credito. Ma il peso degli oneri sostenuti per il ripagare questo debito (compresi gli interessi e il rimborso del capitale) sul reddito disponibile nominale delle famiglie italiane è diminuito leggermente, passando dal 10,3 per cento al 10 per cento. Secondo Banca d’Italia, questa riduzione è stata determinata sia da una diminuzione ulteriore del rimborso delle quote di capitale da parte delle famiglie, sia da un aumento del reddito disponibile.

Ricapitolando: sebbene la situazione economica di molte famiglie italiane sia effettivamente sotto pressione a causa dell’aumento dei costi di vita e dei tassi di interesse, l’affermazione di Conte sui 2 milioni di famiglie che «stanno perdendo la casa» perché «non riescono a pagare il mutuo» è parecchio esagerata.

Il verdetto

Secondo Giuseppe Conte, «ci sono 2 milioni di famiglie che stanno perdendo casa per la vendita all’asta perché non riescono a pagare il mutuo». Abbiamo controllato e il dato citato dal presidente del Movimento 5 Stelle è parecchio esagerato.

In Italia le famiglie con un mutuo sono 3,7 milioni, di cui circa il 40 per cento ha un mutuo a tasso variabile. Se la dichiarazione di Conte fosse corretta, più della metà delle famiglie italiane con un mutuo vivrebbe in una gravissima condizione economica. La fonte del dato di Conte è un rapporto realizzato da Nomisma e di una società attiva nel settore dei debiti sulle abitazioni. Ma il contenuto di questo rapporto è stato travisato.

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