Notizia della settimana dal fronte del governo: il Consiglio dei Ministri n. 22 del 28 agosto 2013 ha approvato un decreto legge che, tra i vari temi, si occupa anche della famigerata Imu, tanto discussa in campagna elettorale e negli ultimi mesi.



Pagella Politica non si fa trovare impreparata e sforna un’analisi fresca di giornata sulle parole di Alfano, il quale esulta e si complimenta con il suo partito per il risultato raggiunto: a suo dire la cancellazione dell’imposta municipale avverrà senza l’aumento di altre tasse. Notizia incoraggiante, certo; tuttavia, sempre pronti a non lasciarci ingannare dai nostri politici, siamo andati a verificare che l’euforia del momento non abbia fatto cadere Alfano nella tentazione della panzana pazzesca.



Innanzitutto è vero che l’Imu, relativamente alla prima casa, ai terreni agricoli e ai fabbricati rurali, è stata cancellata e non dovrà essere pagata nel 2013. L’abolizione, sul piano formale, avverrà immediatamente per la prima rata 2013, mentre la seconda rata sarà ufficialmente abolita con un decreto legge contestuale alla Legge di Stabilità ad ottobre 2013. Come dice Alfano, la parola “Imu” non sarà più utilizzata in futuro.



Suscita, invece, maggiori dubbi l’affermazione che si tratti di “una legge tax free“, anche se l’incertezza di molti dettagli tecnici – come le modalità effettive di copertura della prima e seconda rata dell’Imu 2013 – lasciano spazio a parecchie domande ancora senza risposta.



E’ infatti vero che il decreto approvato non prevede l’aumento di altre tasse ma è altrettanto vero che ne istituisce una nuova, la “Service Tax”. Questa entrerà in vigore dal 2014 e sostituirà, non solo l’Imu, ma anche la recentemente introdotta Tassa Rifiuti e Servizi (Tares – legge 6 dicembre 2011, art. 14). Come si legge nel comunicato del Consiglio: ” [la Service Tax] sarà riscossa dai Comuni e costituita da due componenti: (1) la gestione dei rifiuti urbani e (2) la copertura dei servizi indivisibili”. Per quanto riguarda la prima componente (quella sui rifiuti urbani), a pagare saranno gli occupanti di locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani, mentre la seconda sarà a carico di chi occupa fabbricati (la copertura dei servizi indivisibili). Le aliquote saranno in entrambi i casi stabilite dai Comuni, che saranno i principali beneficiari della nuova entrata, ma il governo provvederà a fissare le aliquote massime, onde evitare un eccessivo carico sui contribuenti. Certo, una tassa ben diversa dall’imposta municipale, che tasserà i servizi e non gli immobili e sarà a carico degli inquilini e non più dei proprietari, ma le sue reali ricadute sulla pressione fiscale sostenuta dai cittadini sono ancora da quantificare dato che al momento non sono disponibili né studi previsionali, né tanto meno sono state ipotizzate le aliquote.



In secondo luogo, se la Service Tax coprirà l’Imu a partire dal 2014, i meccanismi di copertura della prima rata Imu sembrano prevedere un aumento di tasse, seppure solamente per una categoria determinata di soggetti. Come comunicato dal Presidente Enrico Letta, la copertura del decreto (e quindi solo della prima rata Imu) arriverà “da una riduzione della spesa pubblica, da una tassazione sui giochi e le imprese che ruotano sul gioco”, oltre che dal pagamento dell’Iva su 10 miliardi di euro di debiti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Secondo le cifre riportate dai principali giornali nazionali, tra cui Il Post, si tratterebbe di 1,2 miliardi di extra gettito dell’Iva, 700 milioni dal settore dei giochi e 500 milioni dal taglio della spesa, per un totale, appunto, di 2.4 miliardi. Nessuna precisazione, invece, sulle modalità di copertura della seconda rata, fino all’ammontare complessivo dei 4 miliardi previsti, che verranno meglio decise nel corso del mese di ottobre.



Per riassumere: è vero che l’Imu è stata abolita e che per il momento il decreto legge è quasi tax free, se non contiamo la tassa sul gioco e sulle imprese relative a tale business che verrà utilizzata (insieme a misure virtuose di riduzione della spesa come dice Alfano) per coprire la prima rata. Siamo, tuttavia, ancora in tempo per ricevere sorprese sulla seconda rata.



Per il 2014, quanto detto da Alfano risulterà falso qualora l’aliquota della Service Tax (decisa a livello locale e il cui tetto è ancora da definire) sia maggiore dell’attuale Tarsu. Anche qui, quindi, è ancora presto per cantare vittoria. Dichiarazione sostanzialmente vera, con qualche possibile imprecisione difficile da valutare sulla base delle informazioni disponibili ad oggi: “C’eri quasi”!