La senatrice del M5S Paola Taverna lancia l’allarme sul tema della salute dei bambini nel nostro Paese, e in particolare le condizioni di povertà in cui molti di loro vivono.
Il tema è stato risollevato recentemente dalla onlus Save the Children Italia, nata nel 1998 come distaccamento italiano della organizzazione non governativa Save the Children International, che dall’inizio del secolo scorso si occupa dei diritti dei bambini in ben 119 Paesi.
Dai dati analizzati dall’organizzazione è emerso che l’Italia sta vivendo un forte aumento della povertà minorile: si parla di oltre 1,4 milioni. Il dato concorda con quanto riportato dall’Istat, che parla di 1 milione e 434 mila minori in stato di povertà assoluta nel 2013, contro il milione e 58 mila dell’anno precedente.
Ma cosa si intende per povertà assoluta? La definizione più “tecnica” è quella che indica una spesa di valore monetario inferiore, a prezzi correnti, al costo del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, definita in base all’età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza. Più comunemente viene intesa come una “situazione di privazione di beni e servizi che consentono uno standard di vita accettabile”.
La povertà relativa, invece, inquadra chi vive sotto una certa soglia di spesa per consumi definita dall’International Standard of Poverty Line (ISPL): una famiglia di due persone che spende meno (o pari) della spesa media per persona in un Paese è considerata sotto la linea di povertà relativa.
Tornando alla dichiarazione di Paola Taverna, un milione e 400 mila bambini equivale a quasi il 14% di tutti i minori presenti in Italia con un incremento di 3,5 punti percentuali rispetto al 2013 (in cui il numero di minori in povertà assoluta era pari a circa 1 milione). Tale aumento è stato più elevata al Sud (+5,2 punti percentuali), dove interessa ora il 19,1% dei bambini, ma presente anche al Nord (con +2,9 punti percentuali).
Secondo Save the Children, l’inefficacia delle misure adottate negli ultimi anni ha ostacolato il raggiungimento dei risultati sperati, a differenza di altri Paesi europei che, con notevoli percentuali di minori a rischio, sono riusciti a mettere in atto interventi validi a ridurne il numero (in basso il grafico Eurostat con i dati sul rischio di povertà per i minori).
Taverna ha quindi ragione in termini di gravità di fenomeno, anche se i dati che riporta non sono aggiornati e sottostimano la vera entità del problema. “C’eri quasi”!