Matteo Renzi si lancia all’attacco di Silvio Berlusconi, criticandone le scelte di politica economica.



Innanzitutto una premessa: cosa ha detto/dice effettivamente il Cavaliere? Dopo l’abbandono del governo Monti, il Cavaliere ha proposto effettivamente più volte di togliere l’Imu (a partire dalla famosa lettera inviata in campagna elettorale nel 2013) e di abbassare le tasse/pressione fiscale, mentre non ci sembra si sia mai dichiarato esplicitamente “contro lo Stato” anche se si è pronunciato spesso per un ridimensionamento della spesa pubblica (Berlusconi ha ad esempio parlato molto recentemente proprio di “meno Stato/meno spesa pubblica”). Renzi parla in modo generiico ma tutto sommato riassume bene le idee del leader di Forza Italia in campo economico, in linea con il liberismo anni ’80, per il quale le parole d’ordine erano defiscalizzazione e destatalizzazione.



Ma il punto resta un altro: sarà vero che la pressione fiscale è aumentata e la spesa pubblica pure? E questo è accaduto sempre sotto i governi Berlusconi? Andiamo con ordine, ripercorrendo i tre grandi periodi dell’ ”Era berlusconiana”, attraverso le serie storiche Istat più recenti che abbiamo a disposizione.



pressione fiscale e spesa pubblica






N.B.: in grigio gli anni dei governi Berlusconi. Fonte Istat – prezzi correnti



Il governo Berlusconi I va dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995: osservando la tabella sopra, Berlusconi riceve una pressione fiscale al 42,7% (dato 1993) e lascia una pressione fiscale del 40,9% nel 1995. Anche se in termini assoluti il gettito fiscale è aumentato, in termini relativi al Pil (che è l’indicatore più importante) la pressione fiscale è scesa. Nello stesso periodo abbiamo una diminuzione in termini relativi anche della spesa pubblica/Pil, anche se in termini assoluti è aumentata.



Il governo Berlusconi II inizia l’11 giugno 2001 e va avanti fino al 23 aprile 2005, per poi sfociare nel governo Berlusconi III (23 aprile) e continuare fino al 17 maggio 2006. Il leader di centrodestra eredita una pressione fiscale del 41,3% (anno 2000) e lascia nel 2007 una pressione fiscale del 41,7%, leggermente aumentata in termini relativi. In termini assoluti, il gettito fiscale è ancora una volta aumentato. Per quanto riguarda la spesa pubblica, questa è aumentata considerevolmente sia in termini relativi (dal 45,9% ereditato nel 2000 al 49% del 2006) che assoluti.



Veniamo al quarto governo targato Berlusconi. Quest’ultimo resta in carica dal 7 maggio 2008 al 16 novembre 2011: la pressione fiscale diminuisce dal 42,7% del 2007 al 42,5% del 2011. Aumenta sempre in termini assoluti ma a livello relativo si registra una leggera diminuzione. Come già detto in un’altra analisi, a tal proposito è però bene ricordare che all’epoca del “terribile agosto 2011” erano state preventivati forti incrementi della tassazione, poi attuati in modo diverso dal successivo governo tecnico. Dal punto di vista della spesa pubblica, invece, questa è aumentata sia in termini assoluti sia relativi (dal 48,2% del 2007 al 50,4% del 2011).



Poiché la spesa pubblica, così come il gettito fiscale, è sempre aumentata in termini assoluti con l’espandersi dell’economia (tranne che nel biennio di “contrazione globale” del 2009-10) riteniamo che abbia più significato leggere le affermazioni di Renzi in relazione all’andamento del Pil. Con Berlusconi la pressione fiscale è stata abbassata o comunque aumentata solo lievemente mentre la spesa è sempre stata aumentata, tranne che nel primo governo Berlusconi.



Renzi quindi ha solo parzialmente ragione. Sulla spesa pubblica inquadra abbastanza correttamente il problema; tuttavia sulla pressione fiscale pare essere davvero poco preciso. Contando che cita anche Berlusconi in modo generico, valutiamo la sua dichiarazione con un “Ni”.