Giannino si lancia qui in un attacco verso Berlusconi, reo di aver aumentato le tasse e la spesa pubblica, soprattutto con Tremonti. Ma sarà tutto vero?



E’ vero che negli ultimi anni il governo Berlusconi IV è stato autore di alcuni aumenti di tasse (come per esempio le accise sui carburanti), ma, ad essere onesti, la pressione fiscale, pur molto alta, non è mai stata aumentata “nettamente” sotto il governo Berlusconi. Su questo punto quindi Oscar Giannino sembrerebbe sbagliarsi, almeno per quanto riguarda “gli ultimi anni”. Infatti, dal 2008 al 2011 la pressione fiscale è rimasta invariata passando dal 42,6 al 42,5% dopo essere però salita al 43% nel 2009 – sicuramente quest’ultimo aumento risulta causato dal crollo del Pil in quell’anno (la pressione fiscale è il rapporto tra imposte e Prodotto Interno Lordo). Diverso il caso del precedente governo Berlusconi in cui qualche aumento c’era stato, ma non possono essere considerati come “ultimi anni”. Inoltre non è decisamente Berlusconi il premier con cui la pressione fiscale è aumentata di più… (Si veda precedente analisi su Vendola).






E’ vero invece che durante gli anni del governo Berlusconi la spesa pubblica ha spesso registrato un incremento. Giannino continua però a non essere molto preciso, perché se andiamo a vedere i dati Istat tra 2009 e 2010 la spesa delle pubbliche amministrazioni è addirittura leggermente diminuita. In tutti gli altri anni dei governi Berlusconi (ma anche negli anni dei governi di centrosinistra se vogliamo dirla tutta), la spesa è aumentata. L’affermazione è quindi corretta ma “recuperata” in modo un po’ strumentale. Se guardiamo poi al rapporto spesa/Pil, il dato è meno severo, con un aumento, invece, di circa 2 pps di spesa/Pil negli anni 2008-2011.






Sulla “ricetta Tremonti”, invece, Giannino si dimostra preparato: Tremonti aveva puntato molto sulle tasse per stabilizzare i conti pubblici, sia prima che dopo l’inusuale lettera di Trichet e Draghi. Tra le altre cose che avrebbero fatto aumentare la pressione fiscale – probabilmente addirittura al 44.5% nel 2012 ricordiamo:



‒ venivano aumentati il bollo del conto deposito e alcune accise;



‒ veniva inserita nella manovra una clausola che faceva scattare non subito, ma negli anni successivi, tagli lineari del 20 per cento a regime su tutte le agevolazioni fiscali (20 mld a regime). Circa 1000 euro a famiglia in due anni, stimava all’epoca il Corriere della Sera. Queste misure sarebbero state evitate solo se la futura riforma dell’assistenza avesse dato altrettanto gettito, cosa assai improbabile, visti i tagli al welfare (difficilmente accettabili dal punto di vista sociale) che si sarebbero avuti. Erano inclusi quegli sgravi basilari che hanno lo scopo di alleviare il carico fiscale delle famiglie meno agiate e dei nuclei più numerosi, come ad esempio le detrazioni per lavoro dipendente e per carichi familiari;



‒ si decideva un aumento dell’Iva dal 20 al 21%;



‒ si includeva un contributo si solidarietà per i redditi superiori ai 300 mila euro;



E la serie potrebbe continuare! Però, “tasse a manetta” previste…






fonte: aggiornamento DEF 2011; effetti dl luglio 2011






fonte: aggiornamento DEF 2011, DL Agosto 2011



Insomma, sembra che, poiché non si sia ridotta abbastanza la spesa (anzi la si è praticamente sempre aumentata!) in assenza di forti aumenti della pressione fiscale, alla fine si è dovuta incrementare “a manetta” quest’ultima… (Anche se – aggiungiamo noi – alla fine Monti è intervenuto con misure in parte sostitutive agli interventi pensati da Tremonti. La pressione fiscale a consuntivo, nel 2012, non sarà probabilmente molto diversa, almeno secondo Confesercenti). Un discorso un po’ diverso dalla “storia” evidenziata da Giannino.



Non proprio da “Oscar per la precisione” le parole di Oscar: un concetto da pinocchio andante (aumento netto delle tasse), un c’eri quasi (aumento costante della spesa) e un vero (aumento tasse previsto in finanziaria di agosto 2011). Noi di PP diciamo che il “medione” in questo caso fa “Ni”.