***AGGIORNAMENTO DELLE ORE 14:00 DEL 7-7-15***
La prima versione di questo articolo attribuiva un “Pinocchio andante” alla dichiarazione perché non avevamo dato conto a quanto scritto da Banca d’Italia a pagina 50 della sua relazione annuale. Ringraziamo il lettore Vincenzo Manzo che ci ha segnalato la nostra mancanza e ci scusiamo vivamente con i nostri lettori per l’errore (che si va ad aggiungere nella nostra rassegna pubblica).
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In una lunga intervista a Il Sole 24 Ore, il Presidente del Consiglio presenta le ragioni per cui l’Italia sarebbe al sicuro dal contagio di un eventuale default greco. Nel farlo, cita tutte le riforme che il suo governo ha implementato e gli effetti benefici che avrebbero sortito. Non solo. A riprova della giustezza delle misure intraprese dal suo governo, ci tiene a precisare che il famoso “bonus 80 euro” sarebbe stato definito dal governatore di Banca d’Italia “decisivo per il rilancio dei consumi”. E’ andata davvero così?
Cosa hanno scritto i media
A guardare i titoli dei giornali, sembrerebbe che il bonus abbia effettivamente ottenuto un beneplacito da parte di Bankitalia, anche se meno vigoroso rispetto a quanto dichiara Renzi. Qui di seguito una rapidissima rassegna stampa in merito:
- ANSA: Visco, bene 80 euro per consumi ma ora focus su lavoro
- Il Fatto Quotidiano: Bankitalia, Visco: “Bene gli 80 euro, ma serve impegno per l’occupazione“
- Rai News: Visco: “Bene gli 80 euro in busta paga, ma bisogna spingere sul lavoro”
- Il Sole 24 Ore: Bankitalia: Visco: insieme crescita e rigore conti. Avanti con le riforme. Bene 80 euro per consumi.
Cosa ha detto Visco
Gli articoli di cui sopra riportano quanto Visco avrebbe scritto nelle sue considerazioni finali in merito alla Relazione Annuale 2014 di Banca d’Italia, pubblicata a fine maggio 2015. Leggendo però le considerazioni di Visco non troviamo alcun riferimento agli 80 euro. Il passaggio solitamente citato a sostegno dei titoli di cui sopra è il seguente e si trova in fondo a pagina 12:
“La forte espansione delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015, favorita anche dai consistenti sgravi fiscali in vigore da gennaio, è un segnale positivo; suggerisce che con il consolidarsi della ripresa l’occupazione potrà crescere e orientarsi verso forme più stabili”.
Questo passaggio sembra però riferirsi non al bonus bensì all’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato introdotto nella legge 190 del 23 dicembre 2014 (la Legge di Stabilità).
Cosa c’è scritto nella Relazione Annuale
Nella Relazione Annuale vera e propria, gli 80 euro sono citati in un paio di riprese. La più importante è la seguente:
“La spesa delle famiglie ha proseguito il lento recupero in atto dalla metà del 2013; vi hanno contribuito da un lato la stabilizzazione del potere d’acquisto, favorita anche dalle misure di sostegno per i redditi da lavoro medio-bassi in vigore dallo scorso maggio, e dall’altro il miglioramento della fiducia sulle prospettive economiche del paese.”
Le misure di sostegno per i redditi da lavoro medio-bassi introdotti a maggio non sono altro che gli 80 euro. La versione di Banca d’Italia è però molto più cauta di quella di Renzi. Invece di essere “decisivi”, gli 80 euro hanno “anche favorito” la stabilizzazione del potere d’acquisto che a sua volta è un fattore (insieme al miglioramento della fiducia sulle prospettive economiche) che ha fatto proseguire il “lento recupero” della spesa delle famiglie.
E’ importante segnalare che questo lento recupero era “in atto dalla metà del 2013”. La decisività del bonus fiscale sul rilancio dei consumi è quindi solo una parte della spiegazione di un aumento dei consumi che era partito già circa un anno prima.
Il verdetto
Sugli effetti benefici degli 80 euro sui consumi, Renzi sostiene di aver ricevuto un endorsement di peso dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Tuttavia, leggendo il suo intervento e la relazione che Renzi cita, Banca d’Italia è stata molto più cauta di quanto non indichi il premier. Infatti l’aumento dei consumi era (a) iniziato già quasi un anno prima del bonus e (b) è stato “anche favorito” dalle misure di sostegno per i redditi che però Bankitalia non definisce “decisivi”. Non c’è quindi nella relazione di Banca d’Italia un chiaro nesso causale tra il bonus fiscale e l’aumento dei consumi, quanto un’indicazione che gli 80 euro abbiano in parte favorito la continuazione di un trend positivo. “Nì” per il Premier.
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*Luigi Gusio, professore di Economia, su La Voce ha commentato questi dati e ne ha sottolineato l’incompatibilità con alcuni dati preliminari dell’Inps, in un articolo di cui raccomandiamo la lettura.