Con il passare del tempo il fronte anti-austerità sembra allargarsi e include – seppur con toni molto diversi – anche il Fondo Monetario Internazionale e il settimanale britannico The Economist, oltre al portavoce pentastellato Vito Crimi. La recessione in Europa continua ma sarà vero, come dice Crimi, che c’è stato un aggravio nella situazione debitoria dei Paesi sottoposti allo “shock dell’austerità”?
Partiamo dall’andamento del debito pubblico, la parte più facile della dichiarazione. Effettivamente, come si può vedere nel grafico elaborato qui sotto, dal 2010 – anno dello scoppio della crisi del debito sovrano europeo e dell’imposizione delle politiche di austerità – al 2012, il rapporto debito/Pil è aumentato in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia e Francia. Nello “Spring 2013 Forecast” dell’Eurostat non ci sono grandi speranze che questo trend venga invertito nel 2013, anzi. Il debito pubblico dovrebbe aumentare in tutti e 5 i Paesi in questione, arrivando al 175,2% in Grecia, 91,3% in Spagna, 94,0% in Francia, il 131,4% in Italia ed il 123,0% in Francia. Fin qui, quindi, Crimi non sbaglia, anche se i ritmi di crescita del debito sono più “vertiginosi” in alcuni Paesi (Grecia, Portogallo, Spagna) che non in altri (Italia, Francia).
Sarà anche vero che i numeri reali nel tempo hanno sempre smentito le previsioni ufficiali? Per scoprirlo siamo andati a scavare negli archivi del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale e degli Economic Forecasts di Eurostat. Per l’Fmi abbiamo scelto le previsioni fatte ad ottobre 2009 (IMF1), aprile 2011 (IMF2), aprile 2012 (IMF3) ed ottobre 2012 (IMF4); per Eurostat abbiamo usato i Forecast dell’autunno 2009 (EUR1), primavera 2011 (EUR2), primavera 2012 (EUR3) e primavera 2012 (EUR4). Abbiamo confrontato le previsioni fatte in queste 8 occasioni con i valori reali per i cinque Paesi negli anni 2010, 2011 e 2012. Abbiamo evidenziato in rosso le istanze nelle quali le previsioni hanno sottostimato il debito pubblico di almeno mezzo punto percentuale, e in verde quando le stime erano da -0,5% in su (concedendo, quindi, alle stime un minimo margine di errore).
Dalla tabella notiamo che sono in numero maggiore le istanze nelle quali le previsioni hanno sottostimato il debito effettivo che non il contrario. In particolare, se si rimuove la stringa di stime troppo basse per il livello del debito pubblico greco nel 2012 – previsioni fatte prima della significativa ristrutturazione del debito ellenico approvata a febbraio del 2012 – la prevalenza delle stime “timide” diventa ancora più evidente. Su 66 stime raccolte (escludendo il 2012 per la Grecia), ben 47 hanno ecceduto per difetto, a volte anche clamorosamente, come nel caso del Portogallo nel 2011.
Insomma, sui toni e la validità delle politiche di austerità si può discutere, ma oltre ad essere aumentato anno su anno dal 2010, il debito pubblico, nei Paesi citati da Vito Crimi, è complessivamente aumentato oltre le aspettative generate dalle stime ufficiali rilasciate da Eurostat e Fmi. “Vero” per il capogruppo M5S.