Il sindaco di Firenze approfitta della festa del suo partito, a Genova, per ribadire un concetto più volte ripetuto da numerose indagini e ricerche: il colossale debito pubblico italiano (attorno ai duemila miliardi di euro) sarebbe controbilanciato da un enorme patrimonio di ricchezza nelle mani delle famiglie e dello Stato.
Già IlSole24Ore stabiliva, nel marzo del 2012, come la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane funzionasse da vero e proprio “firewall” contro la minaccia dello spread. Questa, ammontante all’epoca (fine 2010) a 3.600 miliardi di euro, rendeva se rapportata al debito pubblico una proporzione di poco più del 50%, ben distante dal famoso 130% risultante dal rapporto debito pubblico/Pil.
Ebbene, consultando gli ultimi studi della Banca d’Italia sulla ricchezza netta delle famiglie italiane, risulta che la somma delle attività finanziarie (al netto delle passività) ed attività reali ammonta nel 2011 a ben 8.600 miliardi di euro (tavola 1.A, pag. 25), di per sè già quattro volte superiore al debito pubblico, attualmente vicino ai 2.000 miliardi di euro.
Per quanto riguarda invece il patrimonio nelle mani dello Stato, questo era stato valutato a 1.800 miliardi di euro nel settembre del 2011. Era ancora in carica l’ultimo governo Berlusconi, pochi mesi prima degli eventi che portarono alle dimissioni del leader del centrodestra e alla rapida ascesa del governo dei tecnici presieduto da Mario Monti. La stima risaliva ad uno studio (pag. 2) presentato all’allora ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, da parte di Edoardo Reviglio, capo economista presso la Cassa Depositi e Prestiti, in vista di possibili dismissioni di patrimonio immobiliare e partecipazioni statali.
Certo, osservando lo studio commissionato dagli economisti della Cassa Depositi e Prestiti sale all’occhio la vetustà dei dati utilizzati (risalenti infatti al periodo 2001-2004). Inoltre, le stime sono state oggetto di aspre critiche da parte della comunità economica e finanziaria per via dell’apparente sopravvalutazione delle partecipazioni statali in aziende come Eni, Enel o Finmeccanica.
In ogni caso, essendo questo lo studio più recente sul patrimonio della pubblica amministrazione nella sua interezza (statale più locale), e sommandole alla ricchezza delle famiglie stimata dalla Banca d’Italia, si otterrebbe un totale di 10.400 miliardi di euro, ben 5,2 volte superiore all’ammontare del nostro debito pubblico.
Insomma, possiamo decisamente affermare che il sindaco di Firenze dice il “Vero”, pur sottostimando – a quanto pare – l’entità della sua affermazione.