Il 4 agosto il deputato del Pd ed ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha scritto su Twitter che «se tutte le persone che possono vaccinarsi, lo facessero» si potrebbe raggiungere l’immunità di gregge.
È un’affermazione sostanzialmente corretta, anche se non manca un margine di incertezza. Andiamo a vedere i dettagli.
Quando si raggiunge l’immunità di gregge con la Covid-19?
Come abbiamo scritto anche in passato trattando questo argomento, con il termine “immunità di gregge” si intende il raggiungimento di una determinata percentuale di immuni all’interno di una popolazione, soglia che permette il rallentamento della diffusione di un’epidemia, fino al suo esaurimento.
La soglia dipende dal virus e dalla sua contagiosità. Ad esempio per il morbillo è fissata al 95 per cento, per la poliomielite all’80 per cento. Per quanto riguarda la Covid-19 a che percentuale è fissata l’asticella?
La risposta purtroppo non è univoca. L’emergere di nuove varianti più contagiose ha infatti spostato sempre più in alto la soglia dell’immunità di gregge e al momento non ci sono certezze.
Inizialmente, come abbiamo riportato in un articolo sulla situazione in Lombardia, si pensava che fosse sufficiente un 70 per cento di immunizzati. Con l’arrivo della variante alfa (ex “inglese”) l’asticella è stata alzata intorno all’80 per cento e la variante delta (ex “indiana”) ha ulteriormente aggravato la situazione.
Secondo quanto riferito da alcuni esperti statunitensi in un briefing della Infectious Diseases Society of America il 3 agosto, la soglia dell’immunità di gregge per la variante Delta sarebbe ben al di sopra dell’80 per cento e vicina al 90 per cento.
La percentuale sarebbe poi ancora più alta secondo i calcoli dell’epidemiologo matematico Adam Kucharski, della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Come ha spiegato Kucharski su Twitter il 15 luglio, con un indice R – ne avevamo parlato qui – pari a 6 e con un’efficacia dei vaccini pari all’85 per cento, la variante delta richiederebbe il 98 per cento di popolazione vaccinata per raggiungere l’immunità di gregge.
Il calcolo potrebbe essere una sovrastima o una sottostima, al momento non ci sono certezze nella comunità scientifica sull’indice R per la variante delta e anche per quanto riguarda i vaccini, se c’è consenso su percentuali di efficacia molto elevate, non c’è assoluta certezza sulle percentuali precise.
Ma vaccinando tutte le persone che possono vaccinarsi in Italia, gruppo a cui fa riferimento Delrio, che percentuale di vaccinati raggiungeremmo?
La soglia di vaccinati raggiungibile in Italia al momento
In Italia ad oggi i vaccini, e in particolare quelli a mRna, sono stati autorizzati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), a partire dai 12 anni inclusi in su (qui Pfizer e qui Moderna).
La popolazione under 12 in Italia nel 2021 è composta, secondo l’Istat, da circa 5 milioni e 872 mila bambini, che pesano per il 9,9 per cento sul totale della popolazione.
Dunque se in Italia venissero vaccinate tutte le persone con 12 anni o più (non consideriamo in questo calcolo soggetti che per gravi condizioni patologiche non possano vaccinarsi) raggiungeremmo una percentuale di immunizzati pari al 90,1 per cento.
Come abbiamo appena visto, secondo alcuni autorevoli esperti questa soglia potrebbe essere sufficiente per raggiungere l’immunità di gregge, ma secondo altri calcoli no. Possiamo insomma dire che Delrio dia per certo un risultato che purtroppo non lo è.
Vaccini anche agli under 12?
Secondo quanto riportava l’AdnKronos il 29 maggio, Pfizer-BioNTech potrebbe presentare a settembre la richiesta di autorizzazione per il suo vaccino all’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) per le fasce d’età 2-5 anni e 5-11 anni, su cui sono in corso degli studi. Più di recente la Fda americana ha ipotizzato che l’autorizzazione possa arrivare, per gli Stati Uniti, a inizio o metà inverno.
Se l’autorizzazione venisse data e in Italia si decidesse di vaccinare anche tutta la popolazione con 2 o più anni (e questo accadesse), la percentuale di vaccinati arriverebbe teoricamente al 98,6 per cento.
Una soglia sufficiente se ipotizziamo, come detto, un indice R pari a 6 e un’efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione all’85 per cento. Ma se questi numeri cambiassero in peggio, il traguardo diverrebbe irraggiungibile, almeno fino all’arrivo di vaccini ancora più efficaci di quelli utilizzati attualmente.
L’immunità di gregge non è la cosa più importante
Prima di arrivare al verdetto sulle parole di Delrio, dobbiamo comunque sottolineare che anche qualora fosse impossibile raggiungere l’immunità di gregge con i vaccini attualmente disponibili, questo non sarebbe un problema particolarmente grave, almeno per chi si vaccina.
Se i vaccini hanno infatti dimostrato un’efficacia elevata ma non assoluta nel prevenire i contagi, le cose vanno molto bene per quanto riguarda le ospedalizzazioni e i decessi. Qui le percentuali di efficacia dei vaccini – secondo quanto riferisce l’Istituto superiore di sanità (Iss) – sono, dopo la seconda dose o dose unica, sempre superiori al 95 per cento e i rari decessi tra vaccinati si registrano quasi esclusivamente nelle fasce di età più avanzata, dove sono più frequenti le condizioni di estrema fragilità.
Dunque una popolazione quasi completamente vaccinata potrebbe tollerare una piccola quota di contagi, mantenendo una pressione minima sul sistema sanitario (ricordiamo ad esempio che le terapie intensive servono anche ad altro, oltre che a curare i malati di Covid-19) e contenendo i decessi entro un quantitativo minimo, non diversamente da come si fa con le influenze stagionali che ogni anno causano decessi soprattutto nelle fasce anziane e fragili della popolazione.
Il rischio che, continuando a circolare il virus, possano nascere nuove varianti è ovviamente possibile, ma considerando che ci sono intere parti del pianeta con una copertura vaccinale bassissima sembra più realistico ritenere che eventuali problemi possano nascere lì piuttosto che non in un’Italia quasi integralmente vaccinata.
Il verdetto
Il deputato del Pd Graziano Delrio il 4 agosto ha sostenuto che «se tutte le persone che possono vaccinarsi, lo facessero» si potrebbe raggiungere l’immunità di gregge.
L’affermazione non è priva di fondamento: secondo autorevoli stime, l’immunità di gregge anche con la variante delta del nuovo coronavirus sarebbe raggiungibile immunizzando tra l’80 e il 90 per cento della popolazione.
Considerato che in Italia gli under-12 (i soggetti al momento esclusi dalla campagna vaccinale, senza considerare eventuali soggetti in gravi condizioni patologiche che non possano vaccinarsi) sono meno del 10 per cento del totale della popolazione, l’affermazione di Delrio risulterebbe corretta.
Tuttavia la stima di una soglia dell’80-90 per cento è solo una di quelle che circolano al momento. Altre, più pessimistiche, parlano del 98 per cento, un obiettivo raggiungibile se i vaccini venissero autorizzati per tutta la popolazione con 2 o più anni. Ma esiste anche la possibilità teorica che, a fronte di una contagiosità elevata della variante delta e un’efficacia elevata ma non totale dei vaccini nel prevenire l’infezione, l’immunità di gregge non si possa proprio raggiungere.
Considerati insomma i margini di incertezza che ancora ci sono intorno a questo tema, per Delrio un “Nì”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1