Il 9 febbraio, ospite a Cartabianca su Rai 3, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha criticato (min. 12:55) la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di incaricare Mario Draghi di formare un nuovo governo.

Secondo Meloni, la scelta più corretta sarebbe stata quella di andare alle elezioni, nonostante l’emergenza, tanto più che nessun Paese al mondo avrebbe «deciso di sospendere o di rinviare le elezioni necessarie perché abbiamo la pandemia».

La scadenza naturale della legislatura in corso è nel 2023 e dunque le elezioni in Italia non sono «necessarie» se si guarda alle tempistiche imposte dalla legge. Dal punto di vista formale non c’è stato insomma in Italia nessun rinvio o sospensione, come lasciato intendere da Meloni.

Al di là del legittimo giudizio politico sulla scelta di Mattarella, la leader di Fratelli d’Italia esagera: diverse nazioni sono andate al voto negli scorsi mesi e lo faranno anche nel 2021, ma molti Stati hanno invece deciso di rinviare le tornate elettorali per non correre rischi.

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Chi andrà a votare…

Come abbiamo spiegato di recente, sono parecchi i Paesi che andranno al voto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, per le elezioni parlamentari, presidenziali o locali.

Nei Paesi Bassi si voterà il 17 marzo per rinnovare il Parlamento, il 4 aprile ci saranno le elezioni in Bulgaria per eleggere il nuovo presidente, mentre a marzo e a settembre andranno al voto i tedeschi, prima nel Land del Baden-Württemberg, poi per rinnovare il parlamento nazionale.

Le elezioni regionali francesi, previste in un primo momento per marzo 2021, il 10 febbraio 2021 sono state spostate a giugno prossimo, proprio a causa dell’emergenza coronavirus (un primo controesempio alla dichiarazione fatta da Meloni).

In primavera si andrà poi alle urne in Albania, Scozia, Galles (dove la legge presentata a fine gennaio 2021 prevede la possibilità di rinvio proprio per la pandemia) e Israele (unico Paese, tra quelli qui indicati, che va a elezioni anticipate). I cittadini di altre nazioni – come Russia e Norvegia – saranno chiamati al voto a settembre.

… e chi ha votato

Durante il 2020 molti Paesi sono andati al voto per rinnovare il Parlamento nonostante la pandemia (come abbiamo verificato in un fact-checking su una dichiarazione di Mattarella, non è possibile stabilire con certezza se queste elezioni abbiano contribuito o meno all’aumento dei contagi). Per citare soltanto alcuni esempi in Europa, si sono tenute tornate elettorali in Polonia, in Serbia (in queste due, dopo un rinvio per la Covid-19), in Romania, in Repubblica Ceca, in Lituania e, più di recente, in Portogallo, che è andato al voto addirittura durante un lockdown nazionale. Oltre ai confini europei, si possono citare i casi degli Stati Uniti o dell’Egitto.

Ricapitolando: nonostante la pandemia, è vero che molti Paesi hanno votato o andranno a votare. Ma molti altri – come abbiamo visto, ad esempio la Francia, la Polonia e la Serbia – hanno deciso negli scorsi mesi di rinviare gli appuntamenti con le urne, proprio a causa dell’emergenza causata dalla Covid-19. Di quante nazioni stiamo parlando?

C’è chi ha deciso di rinviare le elezioni

Un aggiornamento periodico sull’impatto del coronarivus sulle elezioni nel mondo viene fatto dall’International institute for democracy and electoral assistance (Idea), un’organizzazione con sede in Svezia che ha l’obiettivo di promuovere la ricerca sulla democrazia nel mondo.

Secondo i calcoli di Idea, dal 21 febbraio 2020 al 1° febbraio 2021 almeno 75 Paesi o territori hanno deciso rinviare le elezioni a causa della Covid-19. Tra questi rinvii, 40 hanno riguardato elezioni nazionali o referendum.

La scelta di rimandare le elezioni ha coinvolto nazioni di tutti i continenti, dall’Europa all’Asia, passando per l’Africa, le Americhe e l’Oceania. Tra i Paesi che hanno scelto di rinviare il voto, c’è anche l’Italia, che ha rimandato il referendum sul taglio dei parlamentari da marzo a settembre 2020, e anche le elezioni regionali, tra cui Campania e Puglia. Più di recente, per la Covid-19 sono state rinviate ad aprile 2021 le elezioni regionali in Calabria, che si sarebbero dovute tenere a febbraio dopo la morte della governatrice Jole Santelli.

Altri Stati che hanno cambiato le date per elezioni a livello nazionale sono stati la Nuova Zelanda, lo Sri Lanka, le già citate Polonia e Serbia, l’Iran e il Kenya, solo per indicarne alcuni.

Inoltre, non è possibile escludere già oggi nuovi rinvii in quei Paesi che vedranno peggiorare la loro situazione epidemiologica, nonostante la campagna vaccinale possa ridurre sempre di più questa possibilità con il passare del tempo.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, «non esiste un’altra nazione che ha deciso di sospendere o di rinviare le elezioni necessarie perché abbiamo la pandemia». Con questa frase la leader di Fratelli d’Italia ha criticato il presidente Mattarella di aver incaricato Mario Draghi per formare un nuovo governo, senza andare a elezioni.

Ricordiamo che questa scelta, legittimamente criticabile da un punto di vista politico, non ha riguardato la sospensione o il rinvio del voto, che per il rinnovo del Parlamento italiano è previsto per il 2023.

Al di là di questo, Meloni esagera nel considerare l’Italia un’eccezione. Molti Paesi sono andati al voto nel 2020, nonostante la pandemia, e andranno alle urne nei prossimi mesi. Ma nell’ultimo anno molte altre nazioni – almeno 75, secondo alcuni calcoli – hanno deciso di posticipare la data delle elezioni, e non si può escludere che questo possa riaccadere nelle prossime settimane e mesi.

In conclusione, Meloni si merita un “Pinocchio andante”.