La deputata del Partito democratico, ed ex presidente della Camera, Laura Boldrini il 27 maggio ha così commentato su Twitter la proposta della Commissione europea sul Recovery Fund: «L’Europa volta pagina: 750 miliardi per la ripresa e l’Italia è il Paese che riceverà la parte più consistente».

Si tratta di un’affermazione che riporta informazioni sostanzialmente corrette, ma è sbagliata là dove sembra dare per certe quelle che al momento sono solo proposte.

Il piano della Commissione europea

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato la proposta di un nuovo strumento chiamato Next Generation Eu il 27 maggio al Parlamento europeo. Si tratta, nella sostanza, del Recovery Fund che era stato proposto dall’Eurogruppo fin dal 9 aprile e, come avevamo spiegato in un nostro recente articolo, che era stato oggetto della recente proposta franco-tedesca.

Lo strumento dovrebbe avere, si legge sul sito della Commissione europea, una dotazione di 750 miliardi di euro – la cifra correttamente riportata da Boldrini – che verranno raccolti dalla Commissione stessa emettendo titoli di debito comune sui mercati finanziari. Questa emissione non è di per sé, come abbiamo scritto in passato, una cosa senza precedenti ma la quantità di risorse mobilitate è invece del tutto inedita.

Anche considerando che, sempre secondo quanto dichiarato da von der Leyen all’Europarlamento, questa iniziativa andrebbe a sommarsi a quelle già proposte – bilancio pluriennale aumentato a 1.100 miliardi, più Sure, Bei, Mes che insieme potrebbero arrivare fino a un massimo teorico di 540 miliardi– per un totale di duemila e 400 miliardi di euro circa.

Il debito contratto dalla Ue sui mercati per finanziare Next Generation Eu dovrà essere ripagato – motivo per cui abbiamo ritenuto in una nostra analisi sul tema che l’espressione “finanziamenti a fondo perduto” non fosse esatta – secondo la Commissione «non prima del 2028 e non dopo il 2058». Ciò avverrà grazie a nuove entrate europee, i cui dettagli al 27 maggio ancora non sono noti ma von der Leyen al Parlamento europeo ha parlato di tasse sulle emissioni inquinanti e di web tax, e probabilmente anche coi contributi al bilancio degli Stati membri.

I 750 miliardi di euro del Next Generation Eu saranno investiti tramite il bilancio comune dell’Ue e in particolare attraverso tre pilastri: sostegno agli Stati tramite investimenti e riforme, incentivo agli investimenti privati e prevenzione in ambito sanitario con anche finanziamenti alla ricerca.

Il primo pilastro è di gran lunga quello più consistente, in particolare grazie a una nuova Recovery and Resilience Facility da 560 miliardi, di cui 310 miliardi di finanziamenti e 250 miliardi di prestiti, che andranno soprattutto ai Paesi più colpiti dalla crisi, e a una nuova iniziativa React-Eu da 55 miliardi, destinata di nuovo ai Paesi più colpiti e con gravi problemi di disoccupazione giovanile.

Altri miliardi saranno poi destinati a favorire la transizione dell’economia verso un modello meno inquinante e per lo sviluppo del digitale.

L’Italia beneficerà più di tutti gli altri?

Nei documenti ufficiali della Commissione non vengono dati, almeno per ora, dettagli precisi su quali saranno le “quote” degli Stati nella ripartizione di queste risorse.

Allora da dove prende Boldrini l’informazione che l’Italia sarebbe la maggiore beneficiaria?

È sicuramente un’indicazione il riferimento, negli strumenti più consistenti, ai Paesi più colpiti dalla crisi causati dalla pandemia (o affetti dal problema della disoccupazione giovanile: l’Italia è terzultima nell’Ue dietro a Grecia e Spagna), considerato che l’Italia sarà, secondo le previsioni della Commissione, il Paese con il calo del Pil maggiore nel 2020 dietro la Grecia (e l’Italia è decisamente superiore per Pil e popolazione alla Grecia).

Ma sulle risorse che verranno destinate ai vari Paesi sono uscite in realtà anche stime piuttosto precise, seppure da fonti non ufficiali.

Le indiscrezioni

L’Ansa, in particolare, che cita «fonti bene informate» ha scritto che all’Italia toccheranno in totale 172,7 miliardi di euro dei 750 totali, di cui 81,807 di finanziamenti e 90,930 di prestiti. Circolano insomma cifre molto definite, precise addirittura al milione di euro.

David Carretta, corrispondente dalle istituzioni europee di Radio Radicale, ha confermato sostanzialmente questi numeri e dato anche quelli di tutti gli altri Paesi, citando come fonte «documenti interni alla Commissione». Dalla classifica anticipata da Carretta risulterebbe in effetti che l’Italia, con 172 miliardi di euro, sarà la maggiore beneficiaria, seguita dalla Spagna, con oltre 140 miliardi, e, a grande distanza, dalla Polonia, con quasi 64 miliardi.

Anche considerando solo i finanziamenti, quindi senza i prestiti, l’Italia rimarrebbe comunque prima, con oltre 81 miliardi, davanti sempre alla Spagna, con oltre 77 miliardi, alla Francia (quasi 39 miliardi), alla Polonia (quasi 38 miliardi), alla Germania (quasi 29 miliardi) e alla Grecia (circa 22,5 miliardi).

La prima posizione dell’Italia, con le stesse cifre, è stata successivamente confermata anche dalla Stampa che rende addirittura scaricabile la fonte dei dati – probabilmente il documento interno della Commissione citato anche da Carretta – su cui basa una infografica di facile consultazione.

Le cifre della Spagna si ritrovano anche su fonti giornalistiche spagnole.

I documenti interni della Commissione trapelati in queste ore, lo ribadiamo, fanno riferimento a una proposta e non sono quindi cifre definitive. Perché Next Generation Eu diventi realtà sarà infatti necessario il via libera degli Stati nazionali e sarebbe già emersa la contrarietà di alcuni Paesi “rigoristi” che, già in passato, avevano chiesto di puntare più su prestiti che non su finanziamenti.

Quindi se anche il “primato” dell’Italia rivendicato da Boldrini è corretto, l’ex presidente della Camera sbaglia nel dare il risultato per acquisito.

Il verdetto

Laura Boldrini il 27 maggio ha scritto su Twitter, a proposito del Recovery Fund, che questo strumento avrà a disposizione 750 miliardi di euro e che l’Italia sarà la maggiore beneficiaria.

L’affermazione contiene informazioni sostanzialmente corrette: lo strumento da 750 miliardi di euro proposto dalla Commissione europea si chiama Next Generation Eu, ma in sostanza si sovrappone al Recovery Fund di cui si è discusso finora. I 750 miliardi saranno in particolare 500 miliardi di finanziamenti e 250 miliardi di prestiti.

L’Italia, secondo le indiscrezioni concordi di autorevoli fonti di stampa che citano documenti interni alla Commissione europea, dovrebbe in effetti essere la maggiore beneficiaria, con 172,7 miliardi di euro, davanti alla Spagna.

Anche guardando solo ai finanziamenti, e non ai prestiti, l’Italia arriva in prima posizione con 81 miliardi, davanti ai 77 della Spagna.

Ma Boldrini sbaglia nel sostenere che, in base a queste informazioni pure corrette, l’Europa abbia già voltato pagina e sia certo che l’Italia riceva queste risorse. Come abbiamo detto, quella della Commissione è una proposta e vista l’opposizione di alcuni Stati – una minoranza, ma che in teoria può esercitare un diritto di veto – non si può escludere che subirà modifiche prima della sua approvazione.

Nel complesso per Boldrini dunque un “Nì”.