Il 19 maggio, ospite a Stasera Italia su Rete 4, il leader della Lega Matteo Salvini, commentando la regolarizzazione contenuta nel decreto “Rilancio” (art. 103), ha affermato (min. 7:55) che i quattro quinti dei braccianti sono cittadini italiani.

Abbiamo verificato e Salvini sbaglia. Andiamo a vedere i dettagli.

I lavoratori agricoli in Italia

Con il termine “bracciante” si intende normalmente un lavoratore agricolo, a volte in particolare uno stagionale che lavora solo durante le stagioni di semina o raccolto.

Nel 2019 il Centro di ricerca politiche e bioeconomia ha pubblicato lo studio “Il contributo dei lavoratori stranieri all’agricoltura italiana” in cui viene analizzata l’evoluzione della presenza di lavoratori stranieri nell’agricoltura italiana fino al 2017 e in cui troviamo i dati necessari per la nostra analisi.

Questo centro di ricerca fa parte del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) che è il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari ed è vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali (Mipaaf).

Lo studio utilizza i dati messi a disposizione dall’Inps sui contratti registrati che, come vedremo più avanti, danno uno spaccato che oltretutto sottostima la presenza straniera. Secondo questo report, nel 2017 gli operai agricoli in Italia erano in tutto poco più di un milione (1.059.998).

I lavoratori irregolari

Come anticipato, tra i dati raccolti dall’Inps non compaiono i lavoratori irregolari nell’agricoltura, un settore in cui «le condizioni informali o addirittura non regolari di lavoro sono più ricorrenti che in altri settori».

Nel rapporto viene però fatta una stima del tasso di irregolarità dei rapporti di lavoro in agricoltura, che nel 2017 era pari al 39 per cento. Secondo questa stima sarebbero quindi circa tra i 400 e i 430 mila gli operai agricoli a rischio di un ingaggio irregolare. Secondo l’Istat questo tasso di irregolarità sarebbe invece del 23,8 per cento, un numero inferiore a quello appena visto ma comunque decisamente elevato e che coinvolgerebbe centinaia di migliaia di persone.

Queste persone, tra cui si può supporre che ci siano molti stranieri, non compaiono nelle statistiche dell’Inps e rendono più complesso fare un’analisi accurata sul numero esatto di operai agricoli.

Fatta questa precisazione, andiamo a vedere che cosa dicono i dati ufficiali sulla presenza straniera tra i lavoratori agricoli.

La percentuale di operai agricoli italiani e stranieri

Sul totale di 1.059.998 operai agricoli del 2017 gli italiani erano 695.613, il 65,6 per cento del totale. Gli stranieri invece erano 364.385, ovvero il 34,4 per cento.

Se poi guardiamo al sottoinsieme dei dipendenti a tempo determinato, l’incidenza degli stranieri sul totale aumenta al 35,7 per cento.

I dati del 2017, oltretutto, potrebbero raccontare una presenza straniera inferiore a quella attuale.

Se guardiamo il trend del decennio 2008-2017 si vede che il numero di operai agricoli stranieri è aumentato di circa un terzo, passando dai 268.273 del 2008 ai 364.385 nel 2017, con un +35,8 per cento. Al contrario, il numero di operai agricoli italiani è sceso dai 768.843 del 2008 fino ai 695.613 del 2017, il -9,5 per cento.

Quindi Salvini, quando dice che «otto braccianti su dieci sono italiani», riporta un dato sbagliato: nel 2017 erano sei e mezzo su 10 ed è possibile che il loro peso nel 2020 sia anche maggiore.

La percentuale di operai agricoli extracomunitari

Ma allora da dove ricava Salvini il dato di otto braccianti italiani su dieci?

Nel rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia”, a cura della direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione, si legge che nel 2018 gli operai agricoli dipendenti extracomunitari erano 195.434, pari al 18,2% del totale.

Questa percentuale è in linea con la dichiarazione di Salvini, ma non comprende i lavoratori stranieri provenienti dall’Ue, che nel 2017 erano quasi 170 mila. Quindi possiamo dire che il leader della Lega abbia compreso tra gli “italiani” anche tutti i cittadini comunitari, in particolare i rumeni.

Sui 364.385 operai agricoli stranieri del 2017 infatti, il Paese più rappresentato era la Romania, con 110 mila persone, circa il 30 per cento degli stranieri e l’11 per cento dei lavoratori agricoli in assoluto.

Il verdetto

Il leader della Lega Matteo Salvini ha affermato che «otto braccianti su dieci sono italiani».

Questa percentuale è sbagliata. In base ai dati ufficiali dell’Inps riferiti al 2017 la percentuale di operai agricoli italiani era circa del 65,5 per cento (sei e mezzo su dieci), sia considerando il totale sia considerando solo quelli assunti a tempo determinato. Un dato più basso dunque di quello citato da Salvini.

Inoltre bisogna fare altre due considerazioni. La prima è che il settore agricolo ha una presenza elevata di lavoratori irregolari: secondo una stima, nel 2017 il tasso di lavoratori irregolari era del 39 per cento, tra cui è probabile molti siano stranieri.

La seconda è che, anche considerando solo i lavoratori regolari, il dato del 2017 sulla presenza straniera è possibile sia inferiore a quello del 2020. Secondo i dati dell’Inps infatti la percentuale di lavoratori italiani è calata dal 2008 (in cui la quota era del 74,1 per cento) al 2017 e il trend tendenziale potrebbe essere proseguito anche negli anni successivi.

Salvini, parlando di otto braccianti italiani su dieci, forse si è confuso con i dati relativi alla percentuale di operai agricoli extracomunitari presenti in Italia nel 2018. Infatti gli operai agricoli extracomunitari nel 2018 in Italia erano circa 195 mila e rappresentavano quasi il 20 per cento del totale. In questo modo però non si tiene conto della quota di stranieri provenienti dall’Ue, che nel 2017 erano quasi 170 mila.

In conclusione, Salvini si merita un “Nì”.