Il 30 aprile, ospite a Piazza Pulita su La7, l’ex segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani ha detto (min. 0:48) che in Italia «il 46 per cento dei contribuenti» dichiara meno di 15 mila euro, mentre «solo il 6 per cento» ne dichiara più di 50 mila.

«Questi dati li leggono anche in Germania e in Olanda e ricavano una semplice conclusione: che gli italiani non vogliono tirare fuori i soldi che hanno», ha aggiunto l’ex ministro delle Infrastrutture, commentando le trattative in sede europea per affrontare l’emergenza coronavirus, con i due Paesi citati che sono tra i più diffidenti nell’aiutare altri Stati in crisi, come Italia e Spagna.

Ma i numeri citati da Bersani sono giusti o no? Abbiamo verificato.

Quanto dichiarano i contribuenti in Italia

Il 23 aprile il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia ha pubblicato i dati sulle dichiarazioni dei redditi Irpef – la principale tassa sul reddito nel nostro Paese – presentate nel 2019 e relative all’anno d’imposta 2018.

Secondo le rilevazioni più aggiornate del Mef (qui il rapporto completo), nel 2019 i contribuenti Irpef in Italia sono stati 41.372.851.

Hanno dichiarato più di 50 mila euro quasi 2 milioni e 329 mila contribuenti, circa il 5,6 per cento sul totale (una percentuale arrotondata da Bersani al «6 per cento»).

I restanti oltre 39 milioni di contribuenti invece hanno dichiarato meno di 50 mila euro e, in particolare, hanno dichiarato meno di 15 mila euro circa 18 milioni e 157 mila contribuenti, il 43,9 per cento sul totale (arrotondato da Bersani al «46 per cento).

Quasi un italiano su due dunque dichiara meno di 15 mila euro e, nel complesso, chi si trova in questa fascia contribuisce appena per il 4 per cento all’Irpef totale. Circa un italiano su 20 invece dichiara oltre 50 mila euro, ma questa fascia di reddito versa il 40 per cento dell’Irpef totale. Chi è in mezzo – il 50 per cento circa tra 15 mila e 50 mila euro – ne versa circa il 56 per cento.

Bersani ha quindi sostanzialmente ragione. Ma i numeri italiani sono anomali rispetto a quelli di Germania e Paesi Bassi?

E in Germania e nei Paesi Bassi?

Come abbiamo anticipato, l’ex ministro ha però aggiunto un’altra frase durante la sua intervista a Piazza Pulita, citando Germania e Paesi Bassi, per contestualizzare le statistiche sui redditi italiani che sembrerebbero indicare un alto livello di evasione fiscale.

Prima di analizzare i dati sull’evasione fiscale, vediamo quali sono i numeri delle fasce di reddito in Germania e nei Paesi Bassi.

Redditi

Secondo i dati dello Statistisches Bundesamt – l’Ufficio federale tedesco di statistica – relativi al 2015, in Germania il 77,4 per cento dei contribuenti ha dichiarato meno di 50 mila euro, contro il 94,4 per cento italiano. Mentre il 30,9 per cento ha dichiarato meno di 15 mila euro, contro il 44,9 per cento italiano.

Secondo il Centraal Bureau voor de Statistiek dei Paesi Bassi, invece, nel 2018 il 7,4 per cento degli olandesi ha dichiarato più di 50 mila euro, una percentuale più in linea con quella italiana, e il 15,3 per cento fino a 16 mila euro (non sono disponibili i dati fino a 15 mila euro) una percentuale molto più bassa rispetto a quella del nostro Paese.

Bisogna però tenere in considerazione che in entrambi i Paesi il reddito pro capite è significativamente superiore a quello italiano.

Evasione fiscale

Vediamo adesso che cosa dicono i numeri sull’evasione fiscale.

Secondo i dati più aggiornati del Mef, nel 2017 si stima che in Italia l’Irpef evasa – e non pagata allo Stato – ammontava a circa 4,4 miliardi di euro per i lavoratori dipendenti e circa 32,2 miliardi di euro per i lavoratori autonomi. In totale, l’evasione fiscale e contributiva quell’anno sarebbe ammontata a circa 109,7 miliardi di euro (circa un sedicesimo del Pil dell’Italia di quell’anno).

Come abbiamo spiegato già in passato, non è semplice fare dei confronti a livello europeo su quali Paesi evadono di più e per quali imposte. Da un lato, stiamo parlando di un fenomeno illegale e quindi per sua natura nascosto e difficile da monitorare, utilizzando una serie di strumenti economici e statistici. Dall’altro, per alcuni Paesi sono disponibili dati sull’evasione solo di alcune imposte e non di altre.

Secondo un recente rapporto realizzato a gennaio 2019 dalla società britannica Tax Research – che ha cercato di fare dei confronti a livello comunitario – nel 2015 l’Italia aveva comunque un’evasione fiscale in rapporto al Pil superiore a quella di Germania e Paesi Bassi: un 11,5 per cento italiano contro rispettivamente il 4,1 per cento tedesco e il 3,2 per cento olandese.

Ripetiamo: si tratta di stime, che indicano tuttavia come nel nostro Paese l’evasione fiscale sembra essere maggiore rispetto a quella della Germania e dei Paesi Bassi. Passiamo ora ai redditi dichiarati dai contribuenti olandesi e tedeschi.

Il verdetto

Secondo Pierluigi Bersani, in Italia «il 46 per cento dei contribuenti» dichiara meno di 15 mila euro, mentre «solo il 6 per cento» ne dichiara più di 50 mila.

Abbiamo verificato e i dati sono sostanzialmente corretti: oltre quattro contribuenti su dieci in Italia (il 43,9 per cento per l’anno d’imposta 2018) dichiarano meno di 15 mila euro, versando il 4 per cento dell’Irpef totale, mentre circa uno su 20 (il 5,6 per cento) ne dichiara oltre 50 mila euro, versando il 40 per cento dell’imposta totale.

A parte questo, possiamo poi notare che secondo alcune stime in Germania e nei Paesi Bassi – due Paesi citati da Bersani – l’evasione fiscale è minore rispetto al nostro Paese, e la distribuzione per fasce dei redditi è diversa. In Germania, oltre tre contribuenti su 10 dichiarano più di 50 mila euro, mentre nei Paesi Bassi meno dell’8 per cento.

In ogni caso, considerando i numeri da lui forniti sull’Italia, Bersani si merita un “Vero”.