Il 15 novembre, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5s) ha commentato su Facebook la complicata situazione politica in Bolivia, sottolineando la ricchezza di materie prime dello Stato sudamericano.
Secondo Di Stefano, infatti, la Bolivia «è il primo Paese al mondo per riserve di litio, l’oro del futuro, il principale ingrediente per la produzione di batterie elettriche».
Ma è davvero così? Il sottosuolo della Bolivia è pieno di litio? Abbiamo verificato.
Di che cosa stiamo parlando
Come spiega la Treccani, il litio è un metallo bianco argenteo – il più leggero tra gli elementi solidi – ed «è moderatamente diffuso in natura». È stato scoperto nel 1817, ma è stato isolato per la prima volta circa 40 anni dopo, nel 1855. La sua estrazione avviene da alcuni minerali, fra cui i più importanti sono l’ambligonite, la lepidolite e lo spodumene.
Grazie alle sue speciali caratteristiche chimiche, sono numerosi i composti del litio che vengono utilizzati in ambito industriale per la realizzazione di diversi prodotti, tra cui le batterie presenti negli smartphone o nelle auto elettriche di nuova generazione.
Secondo il rapporto del 2019 sul litio realizzato dallo United States Geological Survey (Usgs) degli Stati Uniti, ad oggi il 56 per cento del litio estratto viene utilizzato nella produzione delle batterie, seguito da quella di ceramiche e vetro (23 per cento) e di lubrificanti (6 per cento).
L’invenzione delle cosiddette “batterie al litio” ha le sue origini negli anni Settanta, durante la crisi del petrolio, ma ha rivoluzionato il mercato della tecnologia a partire dagli Novanta. Un successo culminato quest’anno con l’assegnazione del premio Nobel per la chimica a John Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino «per lo sviluppo – appunto – delle batterie ioni-litio».
Secondo le previsioni pubblicate a ottobre 2019 dalla società di consulenza statunitense S&P Global, l’offerta di litio nel mondo triplicheràentro il 2025, anche se quest’anno il prezzo del metallo in questione ha smesso di aumentare.
Ma chi produce più litio al mondo? E qual è il Paese primo in classifica per riserve? Vediamo i numeri nel dettaglio.
Chi produce più litio
In generale, è difficile sapere con certezza quali e quanti metalli preziosi ci sono nel sottosuolo di un singolo Stato. Un discorso analogo vale anche per altre risorse naturali, come il petrolio e il gas. Per questo motivo, quando si parla di riserve di determinati materiali è sempre bene maneggiare le statistiche con un margine di incertezza.
Una delle fonti più affidabili – e più citate – nel settore dei minerali è lo United States Geological Survey (Usgs) americano, un’agenzia del governo statunitense che periodicamente pubblica sul suo sito rapporti speciali e aggiornamenti con dati e previsioni sul litio.
Secondo le stime più recenti dell’Usgs – che non conteggiano gli Stati Uniti, i cui dati non sono divulgati dall’agenzia governativa statunitense – nel 2018 il primo Paese al mondo per produzione di litio è stata l’Australia, con 51 mila tonnellate estratte.
Al secondo posto, c’è il Cile (16 mila tonnellate), seguito da Cina (8 mila tonnellate) e Argentina (6.200).
La Bolivia non compare tra gli otto maggiori produttori di litio al mondo, ma Di Stefano nella sua dichiarazione fa riferimento alle riserve di metallo contenute nel sottosuolo. Com’è messo il Paese sudamericano in questa classifica?
Chi ha più litio
Se si guardano le riserve di litio, la Bolivia è messa decisamente meglio rispetto alla sua produzione.
Secondo l’Usgs, il primo Paese per riserve è l’Argentina (14,8 milioni di tonnellate), seguita appunto dalla Bolivia (9 milioni di tonnellate) e dal Cile (8,5 milioni di tonnellate. Questi tre Paesi costituiscono infatti il cosiddetto “triangolo del litio”, l’area del mondo con la maggior concentrazione del metallo argenteo sotto terra.
Secondo un articolo di Foreign Policy del 13 novembre 2019, l’Usgs è però pronta, nel prossimo aggiornamento statistico, a rivedere al rialzo le stime per la Bolivia, portando le riserve del Paese da 9 milioni di tonnellate a 21 milioni di tonnellate.
Questa stima – che farebbe guadagnare alla Bolivia il primo posto per quantità di riserve di litio – sarebbe contenuta, secondo un articolo di Reuters di febbraio 2019, in uno studio che ha aumentato le previsioni di litio presente nel sito estrattivo di Uyuni (località celebre per dare il nome al Salar de Uyuni, il deserto di sale boliviano).
I problemi di estrazione
Dunque, sulla carta è vero che la Bolivia se la gioca per essere il primo Paese al mondo per riserve di litio, ma c’è un problema non da poco.
«La Bolivia potrebbe avere più litio dei suoi vicini, ma la domanda da farsi è se può estrarlo in maniera profittevole», ha detto a Foreign Policy Brian Jaskula, uno specialista di minerali che lavora presso l’Usgs. «Per un Paese, avere grandi riserve di litio non significa automaticamente poterne diventare un produttore di successo».
È ciò che in gergo tecnico differenzia una risorsa da una riserva, termine legato alla reale capacità di un Paese di potere estrarre una risorsa. Secondo un’analisi pubblicata a dicembre 2018 da Bloomberg, fare della Bolivia uno dei leader mondiali nell’estrazione di litio sembra essere un «sogno quasi impossibile».
In sostanza, il litio boliviano è concentrato troppo in profondità, rendendone economicamente svantaggiosa l’estrazione, come ha sottolineato il 15 novembre 2019 in un articolo su The Conversation il ricercatore dell’Università di Strathclyde, in Scozia, Matthew Eisler.
L’incertezza dei mercati sul litio e le difficoltà estrattive in Bolivia, secondo Foreign Policy, dimostrerebbero inoltre l’infondatezza della teoria secondo cui l’ex presidente boliviano Evo Morales è stato destituito perché visto come un ostacolo dagli investitori stranieri nel mercato dell’estrazione del litio.
Alla teoria ha alluso lo stesso Di Stefano nel suo post su Facebook: «Queste riserve hanno sempre fatto gola a tanti, troppi, ed è gravissimo il sospetto che dietro i fatti degli ultimi giorni ci sia anche la volontà di aggredire le risorse del Paese sottraendole alla collettività».
Il verdetto
Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ha scritto che «la Bolivia è il primo Paese al mondo per riserve di litio».
Secondo le stime più affidabili, attualmente lo Stato sudamericano è al secondo posto nella classifica dei Paesi con più litio nel sottosuolo, preceduta dall’Argentina. Secondo uno studio recente, però, le riserve boliviane potrebbero essere in realtà il triplo di quelle stimate, ma resta un problema di fondo.
Estrarre litio in Bolivia è al momento economicamente meno conveniente rispetto a quello che avviene in altri Paesi. Uno dei motivi, tra gli altri, del perché la Bolivia non compare oggi tra i primi otto produttori al mondo del metallo argenteo.
In conclusione, Di Stefano si merita un “C’eri quasi”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1