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Contrastare l’evasione può sanare il deficit?

| 10 settembre 2019
La dichiarazione
«L’evasione fiscale è così grande e crescente, se l’avessimo almeno al pari dei Paesi europei avremmo risolto ogni problema di bilancio».
Fonte: partitodemocratico.it | 29 agosto 2019
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Vero
Il 29 agosto 2019 a Ravenna, in occasione di un’intervista durante la Festa Nazionale dell’Unità, Romano Prodi ha parlato dell’evasione fiscale italiana.

Secondo l’ex presidente del Consiglio, se l’evasione fiscale del nostro Paese fosse simile a quella dei Paesi europei, si potrebbe risolvere «ogni problema di bilancio».

È davvero così? Abbiamo verificato.

«Problemi di bilancio»: un’espressione da spiegare

Che cosa intende Prodi quando sostiene che «ogni problema di bilancio» potrebbe risolversi allineando l’evasione fiscale italiana agli standard europei?

Ogni anno, se le risorse che lo Stato raccoglie attraverso la tassazione non sono sufficienti a coprire tutte le spese (stipendi, sanità, amministrazione, difesa, etc.) messe a bilancio, lo Stato deve contrarre del debito (il “debito pubblico”, normalmente venduto tramite titoli) per finanziarsi.

Negli anni successivi, sarà poi necessario che il Paese aggiunga alle proprie uscite gli interessi che dovrà pagare sul debito che ha contratto. Nel caso manchino le risorse per pagare questi interessi, sarà necessario fare ricorso ad ulteriore debito.

Se escludiamo dalla voce delle uscite del bilancio pubblico queste spese per interessi sul debito, otteniamo il saldo primario. Quando questo valore è positivo si dice che c’è un avanzo primario, quando è negativo si parla di disavanzo.

Come è messa l’Italia?

Abbiamo già visto in una nostra precedente analisi che nel periodo 1995-2018 in Italia il saldo primario è stato positivo[1] in tutti gli anni, eccezion fatta per il 2009.

Dal momento che – come mostra il grafico sottostante – l’avanzo primario è rimasto negli ultimi anni costante, l’indebitamento netto (o deficit) dell’Italia è per lo più dovuto alle spese per interessi, che dunque probabilmente incarnano i “problemi di bilancio” di cui parla Prodi.
Grafico 1: L'andamento dell’avanzo primario italiano dal 1995 ad oggi - Fonte: elaborazione di Pagella Politica su dati Istat
Grafico 1: L'andamento dell’avanzo primario italiano dal 1995 ad oggi - Fonte: elaborazione di Pagella Politica su dati Istat

Ma a quanto ammontano queste spese per interessi?

Secondo i dati più recenti contenuti nel Documento di Economia e Finanza (Def) del 2019, gli interessi sul debito per il 2018 sono stati uguali al 3,7 per cento del Pil. In cifre, si parla di una spesa di 64,9 miliardi di euro, in leggera riduzione rispetto all’anno precedente (3,8 per cento nel 2017) e in linea con il trend in calo degli ultimi sei anni.

Fatte queste premesse sui “problemi di bilancio” dell’Italia, possiamo verificare se un livello di evasione fiscale nella media dell’Unione europea sarebbe sufficiente a eliminare il deficit annuale.

Il confronto Ue

Lo studio “The European Tax Gap” – curato da Richard Murphy, docente universitario ed economista esperto di evasione fiscale, pubblicato a gennaio 2019 dalla University of London e ripreso dal gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo – fornisce una stima e un confronto sull’evasione fiscale nei Paesi dell’Ue per l’anno 2015.

Stando a questa ricerca, l’Italia è in cima alla lista dei Paesi Ue per evasione fiscale in numeri assoluti, con 190,9 miliardi di euro. In totale nel 2015 sono stimati 823,5 miliardi di euro evasi in tutta l’Ue. Il nostro Paese era quindi responsabile di circa il 23,2 per cento dell’evasione Ue.

Come risulta dal grafico sottostante, nel 2015 seguivano l’Italia la Germania (125,1 miliardi di euro evasi), la Francia (117,9 miliardi di euro), il Regno Unito (87,5 miliardi di euro) e la Spagna (60 miliardi di euro).
Grafico 2: Paesi Ue per evasione fiscale nel 2015 - The European Tax Gap
Grafico 2: Paesi Ue per evasione fiscale nel 2015 - The European Tax Gap
Al contrario, si posizionavano alle ultime posizioni per evasione fiscale nel 2015, Malta (0,9 miliardi di euro evasi), l’Estonia (1,4 miliardi di euro), il Lussemburgo (1,6 miliardi di euro), Cipro (1.6 miliardi di euro) e la Lettonia (1,7 miliardi di euro).

Ovviamente i Paesi più grandi e con un Pil maggiore sono quelli dove è maggiore, in valore assoluto, l’evasione. Ma qual è la situazione se calcoliamo l’evasione in percentuale del Pil?

Facciamo due conti

Sempre in base alle stime contenute nello studio della University of London, l’evasione fiscale in Italia varrebbe circa l’11,5 per cento del Pil.

Nella Ue, la media è invece del 5,5 per cento circa, sei punti percentuali di Pil in meno rispetto all’Italia.

Un adeguamento alla media Ue basterebbe a sanare il bilancio dello Stato?

La risposta è positiva: recuperando sei punti percentuali di Pil dall’evasione (circa 100 miliardi di euro) la spesa per interessi (come detto, circa 65 miliardi di euro) verrebbe integralmente coperta e anzi avanzerebbero ulteriori risorse.

L’Italia passerebbe dunque dall’avere un bilancio in deficit – spese superiori alle entrate – ad avere un bilancio in surplus, con entrate superiori alle spese.

Il verdetto

Romano Prodi ha sostenuto che se l’evasione fiscale italiana fosse simile a quella dei Paesi europei, si potrebbe risolvere «ogni problema di bilancio». È un’affermazione corretta.

In base alle stime contenute nello studio del 2019 “The European Tax Gap”, in Italia l’evasione è pari all’11,5 per cento del Pil, nella Ue – in media – al 5,5 per cento del Pil. Se l’Italia recuperasse l’equivalente di sei punti di Pil (circa 100 miliardi di euro) dal contrasto all’evasione fiscale, potrebbe non solo portare il bilancio in pareggio – coprendo integralmente la spesa per interessi – ma addirittura in surplus.

Romano Prodi merita dunque un “Vero”.




[1] Banca dati Istat > Conti Nazionali > Conti e aggregati economici delle Pubbliche Amministrazioni > Conto annuale > Indicatori (in rapporto al Pil).

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