Questa analisi fa parte della Pagella Politica di Agi e contiene solo il verdetto, con modifiche. Qui puoi leggere l’articolo completo.

Giovanni Tria ha dichiarato che le previsioni economiche di primavera della Commissione europea «corrispondono alle previsioni già fatte» dal governo nel Def.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze ha ragione.

La crescita del Pil prevista per il 2019 e quello successivo è in effetti molto simile. Per il rapporto deficit/Pil la discrepanza maggiore, sul 2020, dipende – più che da una diversità di previsioni – dal fatto che la Commissione europea non conteggia il previsto aumento dell’Iva l’anno prossimo, mentre quella usata dal governo sì. Anche sull’occupazione e sulla disoccupazione le previsioni di governo e Commissione sono molto simili.

Lo scostamento più significativo riguarda il debito pubblico: tra le stime dei due enti c’è uno scarto di oltre un punto per l’anno in corso, e soprattutto di quasi quattro punti per l’anno prossimo. Ma di nuovo sembra determinante il mancato conteggio, nelle previsioni europee, dell’aumento dell’Iva, dato per acquisito – quantomeno negli effetti – dalle previsioni italiane.

Giovanni Tria merita un “Vero”.

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