La discussione sulle vaccinazioni in Italia è diventata anche una polemica politica, dopo che il 7 giugno scorso è stato introdotto, tramite un decreto legge (d.l. 7 giugno 2017, n. 73), l’obbligo di vaccinazione per l’accesso dei bambini ad asili nido e scuole materne (con inasprimento delle sanzioni per i genitori che non vaccinano i propri figli).



La Regione Veneto, tramite il suo presidente Luca Zaia, ha annunciato che farà ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto. Zaia ha detto di opporsi soprattutto all’obbligatorietà delle vaccinazioni, “a fronte di un modello veneto basato sull’ascolto che funziona, come dimostra il 92,6% di copertura che abbiamo”.



Matteo Salvini, leader della Lega Nord – lo stesso partito di Zaia – si è complimentato con la scelta del Veneto con un post su Facebook, in cui ha detto che “con la corretta politica di informazione, e non di costrizione, i bimbi vaccinati in Veneto sono passati dall’88 per cento del 2014 al 92,6 per cento di oggi”. Salvini ha citato quindi due numeri secondo i quali la copertura vaccinale veneta sarebbe aumentata negli ultimi anni, per dimostrare la bontà dell’approccio della regione settentrionale.



Eppure, il giorno dopo l’annuncio di Zaia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, tra i principali sponsor del decreto, aveva dipinto una situazione completamente diversa: “la Regione Veneto non sta messa bene, ha avuto negli anni un calo di vaccinazioni e immunizzazioni molto forte e di cui ieri l’Iss ha presentato un rapporto. C’è stato un leggero miglioramento ma siamo sempre molto al di sotto dei dati che noi riteniamo e che l’Oms ritiene congrui. Forse la Regione Veneto ha bisogno più di altre di questo decreto”.



Insomma, mentre secondo Zaia e Salvini il modello veneto funziona e ha portato ad un aumento delle vaccinazioni, secondo il ministro Lorenzin la situazione nella regione sta peggiorando. Chi ha ragione?



Veneto e vaccini




In che cosa consiste il “modello veneto”? All’inizio del 2007, l’obbligo vaccinale è stato sospeso per tutti i nati dal 1° gennaio successivo tramite una legge regionale (legge regionale n. 7 del 23 marzo 2007). La scelta è stata fatta per sostituire un approccio basato sull’obbligo della vaccinazione a uno basato sull’informazione e la scelta dei genitori (c’è anche un sito informativo curato dalle autorità locali, VaccinarsInVeneto).



Sono stati istituiti sistemi di monitoraggio per tener traccia delle conseguenze della sospensione dell’obbligo. In particolare, c’è oggi in Veneto un sistema di rilevazione semestrale dei livelli di copertura vaccinale dei nuovi nati, i cui risultati sono pubblicamente disponibili sul sito della regione.



A fianco di essi, la Regione Veneto cura anche report che tengono traccia di quanti bambini risultano vaccinati a intervalli fissi dalla loro nascita, solitamente a due o tre anni: questi sono i dati che vengono raccolti e pubblicati anche a livello nazionale. Vale la pena concentrarsi su questi ultimi.



I numeri dei vaccinati in Veneto



Il report più recente sulla copertura vaccinale in Veneto (disponibile qui) si riferisce ai nati nel 2014 e valuta quanti di essi risultavano vaccinati a tutto il 2016. Nella figura successiva riportiamo la figura che mostra la percentuale di vaccinati per polio e morbillo a due anni dalla nascita.



La vaccinazione contro la polio è una di quelle incluse nel cosiddetto vaccino esavalente, somministrato di solito con alcuni richiami nel primo anno di vita, mentre quello contro il morbillo fa parte del cosiddetto vaccino trivalente, contro morbillo, parotite e rosolia, che nei calendari delle vaccinazioni pediatriche è solitamente somministrato nel secondo anno di vita.






Fonte: Regione Veneto, Report sull’attività vaccinale dell’anno 2016. Copertura vaccinale a 24 mesi (coorti 2003-2014), p. 7



Il dato aggiustato tiene conto dei bambini stranieri che a due anni dalla nascita non sono più in Italia, dei bambini italiani che si sono trasferiti all’estero e così via.



Come si vede, dopo anni di calo ed aver raggiunto un minimo nel 2015 – con percentuali di vaccinati contro la poliomielite al 91,3 per cento – il dato è risalito, per la prima volta da sei anni, nel 2016, fino ad attestarsi al 92 per cento. La percentuale dei vaccinati a due anni è quella citata più spesso e permette di fare più facilmente confronti a livello nazionale come quelli fatti periodicamente dal Ministero della Salute.



L’Organizzazione Mondiale indica nel 95 per cento dei vaccinati la soglia necessaria a limitare nel modo più efficace la diffusione delle malattie. Da notare che, fino al 2011, in Veneto la copertura era da diversi anni al di sopra di quella soglia, mentre da allora in poi è scesa al di sotto e vi è rimasta.



Salvini fa riferimento, nel suo post, a un dato leggermente diverso. Il dato del 92,6 per cento si riferisce infatti ai vaccinati con la prima dose del vaccino esavalente tra i nati nella seconda metà del 2016. Semplificando, è il numero dei neonati che vengono fatti vaccinare per così dire subito, con la prima dose del vaccino contro la poliomielite.



Due anni prima, nel 2014, le coperture erano state dell’88,6 per cento nel primo semestre e dell’89,3 nel secondo. Anche in questa specifica statistica c’è un andamento molto simile a quello che abbiamo visto nella tabella sopra: diversi semestri di calo – fino appunto al minimo dell’inizio 2014 – e poi una leggera ripresa.



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Anche in questo caso, la ripresa recente non ha recuperato tutta la perdita degli ultimi anni: i nati nel primo semestre 2012 avevano infatti una copertura per la prima dose più alta, al 93,2 per cento.



Il verdetto



Matteo Salvini (e Luca Zaia) indicano nel “modello veneto” di informazione e consenso, e nella assenza di obbligo di vaccinazione (sospesa in Veneto a partire dai nati nel 2008), un sistema da replicare. A riprova di questo, Matteo Salvini ha citato due numeri da cui sembrerebbe che la percentuale dei bambini vaccinati in Veneto sia in aumento. Non ci esprimiamo su quale sia il modello sanitario più efficace, naturalmente, ma stiamo ai numeri: è vero che nel corso del 2016 c’è stato un aumento della copertura vaccinale rispetto all’anno precedente. Ma questa è arrivata dopo diversi anni di calo e la copertura vaccinale è inferiore alla soglia ottimale del 95 per cento. Non solo, negli anni anteriori alla sospensione dell’obbligo quella soglia era stata raggiunta e superata. Non citare tutto questo è molto fuorviante. “Pinocchio andante” per il leader della Lega Nord.





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2017-06-19 16:01:54 UTC






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Pinocchio andante



«Con una corretta politica di informazione, e non di costrizione, i bimbi vaccinati in Veneto sono passati dall’88% del 2014, al 92.6% di oggi»








Matteo Salvini


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martedì 13 giugno 2017



2017-06-13





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