L’ex Presidente del Consiglio, Romano Prodi, a margine di un convegno sui rapporti Italia-Cina ha dato il proprio sostegno alla richiesta dell’Unione Europea all’Italia di introdurre una tassa sugli immobili per i redditi più alti.



Con la legge di stabilità 2016 (art.1 commi 10 e ss.) infatti l’IMU e la TASI sono state definitivamente abolite per tutte le prime case (eccetto quelle “di lusso”).



Prodi, in particolare, ha sostenuto invece che una simile tassa sia diffusa in tutto il mondo.



Non abbiamo modo di verificare se l’affermazione sia corretta, non potendo analizzare i quasi 200 Stati esistenti sul pianeta. Possiamo tuttavia verificare la situazione negli altri grandi Paesi europei e negli Usa.



Francia



In Francia esistono la tax fonciere, che grava sul proprietario di casa, e la tax d’habitation, che invece viene pagata da chi materialmente abita nell’immobile (l’usufruttuario). Se proprietario e usufruttuario sono la stessa persona, questa paga entrambe le tasse seppur con una riduzione per via del cumulo.



Le tasse sulla proprietà variano da Regione a Regione, per cui identiche proprietà possono essere soggette a diversa tassazione se situate in due località differenti.



La base d’imposta è costituita dal valore locatizio catastale dell’abitazione, con alcuni correttivi. Nel caso della tax d’habitation si devono detrarre le spese familiari (persone a carico, redditi, ecc) e gli abbattimenti previsti nel caso si tratti di una prima casa.



Per i redditi più bassi è prevista l’esenzione dalla tax fonciere e anche dalla tax d’habitation (il neo-presidente Macron pare voglia ampliare la platea degli esenti da quest’ultima).



Il gettito della tax fonciere va a Dipartimento e Regione, mentre quello della tax d’habitation va al Comune.



Germania



Ogni Bundesland (Stato federale) ha una sua specifica normativa, dunque la situazione è molto varia in Germania.



Sono generalmente previste una tassa fondiaria e una tassa sulla proprietà dell’immobile (Grundsteuer). La prima, che paga al Comune chi abita nell’immobile (che ne sia proprietario o meno),è calcolata in base alla rendita catastale, che viene poi moltiplicata per indici differenti a seconda delle province e della città, e con la possibilità di dedurre alcuni costi.



La seconda, anche in questo caso diversa da città a città, oscilla normalmente tra i 150 e i 300 euro all’anno, più oneri urbanistici e tasse locali che variano da 0,75 a 1,5 euro al metro quadro.



È poi prevista un’imposta progressiva sui redditi da locazioni (impropriamente, dagli affitti) percepiti dai privati, che varia dal 25% al 42%.



Spagna



L’IBI (Impuestos sobre bienes inmuebles) è l’imposta locale spagnola che grava sui proprietari di immobili (o titolari di altri diritti reali, come usufruttuario, concessionario, titolare del diritto di superficie etc.), residenti o non residenti, e viene in parte utilizzata per finanziare i servizi locali. Sono deducibili determinate spese.



Normalmente l’aliquota è dello 0,5% del valore catastale per le proprietà urbane e dello 0,3% per quelle agricole.



Se l’immobile viene dato in locazione, il proprietario deve pagare un’aliquota sul reddito che viene prodotto in questo modo. Ma se l’inquilino è un under-35, il locatore beneficia di un’esenzione integrale dall’imposta sul reddito relativo.



Regno Unito



L’imposta comunale sugli immobili nel Regno Unito è la Council Tax. Serve a pagare i servizi locali e si applica a tutti gli immobili, di proprietà o in affitto.



Ci sono 8 fasce di valore degli immobili (A-H), da un minimo di 40 mila (o meno) sterline, fino a 320 mila (o più). Ogni Circoscrizione comunale fissa le proprie aliquote da applicare per ciascuna “fascia di valore”.



Sono possibili sconti ed esenzioni in considerazione di vari fattori (ad esempio gli studenti non la pagano, così come i disabili e coloro che se ne prendono cura, se non sono il partner, il coniuge o i genitori).



Stati Uniti



Negli Usa quasi tutti i governi locali hanno delle tasse sulla casa, da cui traggono una quota rilevante delle proprie risorse. Secondo uno studio del 2013, nel 2011 hanno generato il 34,6% degli introiti totali delle amministrazioni locali e il 63,9% degli introiti auto-generati da tali amministrazioni.



La base su cui viene calcolata la “tassa sulla proprietà” è il valore dell’immobile ma le aliquote possono variare molto da Stato a Stato. Le più alte sono a New York e in New Jersey, mentre le più basse sono in Alabama e Louisiana.



Tali tasse vengono ridotte, quando non eliminate, per particolari categorie di contribuenti in situazioni di difficoltà, come nel caso di anziani o di persone con un basso reddito.



Verdetto



Nei limiti che abbiamo esplicitato all’inizio, il confronto con gli altri Paesi dà tendenzialmente ragione a Romano Prodi. Le tasse sugli immobili sono diffuse nei grandi Stati europei e negli Usa, servono generalmente a finanziare i Comuni e per le persone meno abbienti o in condizioni particolari sono spesso previste deduzioni e agevolazioni.



Considerata la varietà dei casi considerati, dove non sempre le esenzioni riguardano “i più ricchi” o magari non sono totali, e l’impossibilità di verificare i dettagli per tutti i Paesi “del mondo”, al Professore diamo un “C’eri quasi”.



Ps. Una curiosità: anche la Cina sta meditando di introdurre una tassa sulla proprietà delle case, per contrastare le speculazioni immobiliari, ma per quest’anno ancora non se ne farà nulla.



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2017-06-05 14:29:55 UTC
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C’eri quasi
«Tutte le amministrazioni locali del mondo vivono sull’imposta sugli immobili, esentando le persone meno ricche. Non vedo perché questo non si debba fare anche in Italia»
Romano Prodi
ex presidente del Consiglio
Convegno
martedì 23 maggio 2017
2017-05-23