Il delfino del Movimento 5 Stelle, il più papabile candidato a diventare Premier in caso di elezioni politiche, Luigi di Maio, ha recentemente rilasciato un’intervista a Giuseppe Marino de Il Giornale in cui si schiera apertamente contro il Pd di Renzi e dichiara molte affinità con gli elettori moderati di centrodestra. E’ una parte specifica dell’intervista, però, quella che ci interessa ai fini di quest’analisi. Vediamola in dettaglio.



Pressione fiscale, ovvero?



Luigi di Maio dichiara che l’Italia è il Paese con la pressione fiscale più alta al mondo; affermazione ambiziosa che non sfugge ai radar del fact-checking. Ebbene, prima di addentrarci nel merito della questione, è opportuno precisare che cosa si intende per pressione fiscale. Si tratta del rapporto tra il Pil ed il totale delle imposte e dei contributi sociali raccolti dallo Stato. E’ quindi un indice di quanto lo Stato chiede ai cittadini per far funzionare l’apparato amministrativo e per finanziare i sevizi sociali. Sebbene sia un indicatore imperfetto (a partire dal fatto che una riduzione delle imposte inferiore a quella del Pil può risultare in un aumento della pressione fiscale) è l’unico che riesce a dare una visione veramente d’insieme della situazione.



La più alta al mondo?



Per verificare la fondatezza di questa dichiarazione abbiamo deciso di cominciare allargando l’orizzonte al continente europeo, grazie ai dati raccolti da Eurostat. Gli ultimi dati disponibili si fermano al 2014; l’ultimo aggiornamento, risalente ad aprile di quest’anno, ha incluso i dati al 2015 solamente per certi Paesi (Estonia e Svezia). Il grafico riportato qui sotto mostra i primi dieci Paesi in Europa con la pressione fiscale più alta.



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Come si può vedere, l’Italia figura sì nella top 10, ma è ben lontana dalla vetta della classifica. Anzi, non sale nemmeno sul podio, fermandosi al quinto posto. Solo in Europa, Belgio, Francia, Finlandia e Svezia hanno tutte una pressione fiscale più alta di quella italiana.



Volendo allargare ulteriormente l’orizzonte, abbiamo deciso di consultare anche i dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che include altri Paesi come la Nuova Zelanda, il Canada e gli Usa. Il grafico riportato in basso visualizza, in ordine decrescente, i Paesi con la maggiore pressione fiscale (nel 2014, la più recente annata disponibile).






Come si può vedere, anche in questo caso, rimaniamo saldi nella top five, battuti solamente da Danimarca, Francia, Belgio e Finlandia.



Forse Di Maio fa riferimento a quella che viene chiamata pressione fiscale “reale”, o “effettiva”,ovvero la pressione fiscale calcolata mettendo al numeratore tutte le entrate fiscali e al denominatore il Pil al netto del sommerso. Ovviamente, per la natura stessa del concetto, non può che trattarsi di stime. Ebbene, la Cgia di Mestre ha calcolato che, nel 2015, la pressione fiscale reale, nel nostro Paese, ammonterebbe a 50,2% del Pil. Non è però questo un indicatore che si può confrontare con la pressione fiscale misurata da Eurostat ed Ocse e non può quindi essere usato a supporto fattivo della dichiarazione del leader pentastellato.



Il verdetto



L’Italia non è il Paese con la più alta pressione fiscale al mondo, ma sia secondo Eurostat, sia secondo l’Ocse, ci classifichiamo tra i primi cinque Paesi, con pochi punti di scarto. Nel declamare un primato che non è nostro Di Maio però si esprime in maniera troppo tranchant ed ottiene un “Nì”.