Si cita spesso la disoccupazione giovanile come uno dei problemi più evidenti del mercato del lavoro italiano e uno dei segnali più chiari della durezza della crisi. Durante una lunga intervista radiofonica con l’emittente RTL 102.5, Silvio Berlusconi ha citato proprio la disoccupazione giovanile tra le “prove” della peggiorata condizione economica dell’Italia.



Quanto è cresciuta la disoccupazione giovanile



Il primo punto sollevato da Berlusconi è che negli ultimi tempi la disoccupazione giovanile sia aumentata. I livelli altissimi di questo dato socioeconomico sono molto noti e ce ne siamo occupati più volte. Ad agosto del 2015 è stato raggiunto il record dal 1977.



È comunque utile vedere l’evoluzione del dato negli ultimi anni, perché l’aumento è piuttosto impressionante: lo mostriamo nel grafico successivo, tratto dalle serie storiche Istat aggiornate a gennaio 2016 (disponibili qui).



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Come si vede, nella seconda parte del 2011 si è superata la soglia del 30%, poi la percentuale è cresciuta ancora fino al massimo dell’estate 2014. Da allora il dato è calato di alcuni punti percentuali fino al 39,3% di gennaio 2016. Berlusconi sottolinea insomma un dato reale.



Il confronto europeo



Eurostat rilascia report periodici sulla disoccupazione nell’Unione Europea e il più recente è stato pubblicato il 1° marzo 2016. Riportiamo, nel grafico in basso, i dati della disoccupazione giovanile nei 28 Paesi Ue (tratti da qui) per l’ottobre 2015, l’ultimo mese per cui sono disponibili dati per tutti i Paesi.



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Come si vede, la situazione europea è piuttosto varia. È importante il modo in cui si valuta la dichiarazione dell’ex Cavaliere: se cioè il dato italiano è superiore di dieci punti a “tutti i Paesi europei”. Tre di essi sono in realtà più alti (Grecia, Spagna e Croazia). Se invece è da intendere come superiore alla media europea – 20% – il nostro Paese è in realtà quasi al doppio della disoccupazione giovanile, con una differenza di oltre 19 punti. Se infine il confronto è da fare con i maggiori Paesi europei per economia o popolazione – come Germania, Francia, Regno Unito e Spagna – allora la frase è certamente vera per le prime tre, ma non per la Spagna.



Il verdetto



Berlusconi sostiene che la disoccupazione giovanile è aumentata ed è superiore del 10% agli altri Paesi europei. L’aumento è certamente vero, mentre il confronto è più scivoloso. Rispetto alla media europea, la differenza è persino maggiore: circa il 19% a ottobre, mentre a gennaio è scesa a 17,3 punti percentuali (39,3% contro 22%). Se consideriamo tutti i Paesi Ue, invece, alcuni si trovano in una situazione persino peggiore della nostra. Scegliamo di considerare la differenza rispetto alla media, ma teniamo conto anche dell’imprecisione del riferimento e quindi assegniamo un “C’eri quasi” al leader di Forza Italia.