In un’intervista al Giornale di Sicilia, Renato Brunetta si sofferma sulle proposte politiche di Forza Italia in ambito fiscale, prima di ricordare il “modello Berlusconi” ed il suo impatto sull’occupazione. Ricorderà bene, l’ex ministro?



Quando ha governato Berlusconi



L’analisi necessita di una premessa importante: oltre alla prima esperienza a metà degli anni ’90, Berlusconi è stato al governo dall’11 maggio 2001 al 17 maggio 2006, e poi di nuovo dal 8 maggio 2008 al 16 novembre 2011. E’ quindi scorretto appropriarsi dell’intero periodo 2000-2008 per indicare il ‘modello Berlusconi’, quando a conti fatti è stato alla guida del Paese per poco più di cinque anni e mezzo sui nove di riferimento.



I ‘posti di lavoro’



Come sempre, quando i politici parlano di ‘posti di lavoro’, scegliamo di concentrarci sugli occupati, su cui esistono serie storiche più affidabili e che rappresentano dati ‘stock’ invece che di flusso (3,5 milioni di posti di lavoro creati potrebbero essere una cattiva notizia se ne dovessero essere stati eliminati 4 nello stesso periodo, mentre 3,5 milioni di occupati in più sono sempre ‘netti’). I dati Istat* indicano che gli occupati in Italia erano 21,4 milioni nel primo trimestre del 2000 e circa 23,1 milioni al picco pre-crisi nel secondo trimestre 2008. L’aumento complessivo è pari quindi a circa 1,7 milioni di occupati, meno della metà dei 3,5 milioni citati da Brunetta. C’è inoltre da sottolineare che tale incremento non è interamente attribuibile al periodo in cui Berlusconi era a capo dell’esecutivo. Infatti, dal secondo trimestre 2001 a quello del 2006, la crescita dell’occupazione registrata era di circa 844 mila occupati, meno di un quarto della cifra indicata dal leader forzista (numero da prendere con le pinze, visto che lo stesso governo Berlusconi regolarizzò circa 635 mila lavoratori stranieri).



graphIl tasso di disoccupazione e occupazione



Il tasso di disoccupazione era effettivamente attorno al 10% nel 2000 e sceso al 6,3% nel punto più basso del periodo selezionato da Brunetta (l’ultimo trimestre del 2007). Come già abbiamo ribadito sopra però, i dati si scontrano con il “peccato originale” di questa dichiarazione: nel periodo indicato da Brunetta non c’è stato solo il Cavaliere come Premier. La riduzione registrata nei governi Berlusconi II e III è più modesta: dal 9,1% al 6,9%, mentre il trend calante si era già fermato nel 2008 quando tornò al capo dell’esecutivo.



Infine veniamo al tasso di occupazione. Brunetta si riferisce a quello “regolare”, forse proprio per ricordare la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. In questo caso sembra finalmente aver usato solo i dati relativi agli anni in cui era capo dell’esecutivo Berlusconi, quando il tasso di occupazione passò dal 54,5% del secondo trimestre 2001 al 58,8% del secondo trimestre 2006. Solo in questo caso Brunetta si sarebbe sbagliato per difetto.



E’ importante aggiungere che non è detto che tali miglioramenti nell’occupazione si possano attribuire solamente alle azioni del governo Berlusconi, dal momento che (a) altri Paesi europei che partivano da tassi di occupazione particolarmente bassi (si veda Spagna e Grecia) hanno vissuto nello stesso periodo aumenti comparabili e che (b) l’occupazione è aumentata in tutto il periodo analizzato e non solo durante gli esecutivi Berlusconi.



Il verdetto



Brunetta commette un errore rilevante, ascrivendo tutti miglioramenti registrati nei principali indicatori dell’occupazione dal 2000 al 2008 al periodo di Berlusconi Presidente del Consiglio. Il numero di occupati è aumentato di circa 800 mila unità (senza considerare l’effetto degli immigrati regolarizzati nello stesso periodo) durante il periodo di governo 2001-2006, e non di 3,5 milioni come dice Brunetta. Il tasso di disoccupazione nello stesso periodo è calato dal 9,1% al 6,9% e non dal 10% al 6,1%. Solo sul tasso di occupazione (aumentato dal 54,5% al 58,8% nel 2001-2006) Brunetta riporta correttamente i numeri.



I dati sono stati quindi complessivamente positivi ma non quanto quelli citati dal capogruppo forzista, che esaspera soprattutto l’aumento occupazionale complessivo. In più risulta generoso attribuire al governo Berlusconi tale crescita, poichè si è registrata un incremento dell’occupazione sia nel periodo precedente che in quello successivo agli esecutivi del leader di Forza Italia. Senza dire che allo stesso tempo registravano trend positivi altri Paesi mediterranei come Spagna e Grecia. “Pinocchio andante”.



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*Selezionare “Occupati – dati trimestrali destagionalizzati”







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