La vita quotidiana dei parlamentari europei

Hanno compiti diversi da quelli dei parlamentari nazionali e svolgono le loro attività in almeno tre Paesi diversi, seguendo un calendario fissato con largo anticipo
EPA/RONALD WITTEK
EPA/RONALD WITTEK
L’8 e il 9 giugno gli elettori italiani eleggeranno i 76 parlamentari sui 720 totali che per i prossimi cinque anni rappresenteranno i cittadini dell’Unione europea all’interno del Parlamento europeo. Inizialmente gli europarlamentari erano nominati tra i deputati dei parlamenti nazionali degli Stati membri, ma dal 1979 i membri del Parlamento europeo sono eletti con suffragio universale diretto. Per svolgere le loro funzioni di rappresentanza, i parlamentari europei si spostano in almeno tre Paesi diversi: nei territori in cui sono stati eletti; a Strasburgo in Francia, dove il Parlamento europeo si riunisce una volta al mese in seduta plenaria; e a Bruxelles in Belgio, dove si tengono le riunioni delle commissioni e dei gruppi politici, nonché le sedute plenarie aggiuntive.

Gli eurodeputati esercitano il potere legislativo, di cui il Parlamento europeo è titolare insieme al Consiglio dell’Unione europea, ma la loro attività è diversa da quella dei parlamentari nazionali a partire dall’organizzazione del loro calendario settimanale. Inoltre, data la natura sovranazionale dell’Unione europea, nel Parlamento europeo esistono ruoli che non hanno corrispettivi nelle assemblee nazionali.

Chi sono i parlamentari europei

Il Trattato sull’Unione europea (TUE) stabilisce che «il Parlamento europeo è composto di rappresentanti dei cittadini dell’Unione», i quali sono «eletti a suffragio universale diretto, libero e segreto, per un mandato di cinque anni». Le prerogative di questo incarico sono esplicitate nello Statuto dei parlamentari europei, adottato dal Parlamento europeo nel 2005 ed entrato in vigore nel 2009. Lo Statuto afferma che i deputati sono liberi e indipendenti, non possono essere vincolati da istruzioni né ricevere mandato imperativo.

In base all’Atto relativo all’elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, la carica di eurodeputato non è compatibile con quella di membro di altre istituzioni dell’Ue, di un governo nazionale o di un Parlamento nazionale. Ciascuno Stato membro può specificare ulteriori forme di incompatibilità per i parlamentari eletti sul proprio territorio, ma in linea generale non è previsto il divieto di svolgere altre attività professionali durante il proprio mandato.

Tuttavia, «chi dice che la vita del parlamentare europeo è conciliabile con altre attività lavorative non sa che cosa sta dicendo», ha spiegato a Pagella Politica Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega che fa parte del gruppo Identità e Democrazia (ID). «La settimana del parlamentare europeo richiede la presenza nelle sedi istituzionali almeno quattro giorni a settimana, dal lunedì al giovedì. A questo si aggiungono i tempi di viaggio che nel mio caso, partendo da Palermo, si aggirano intorno alle quattro ore e mezza, considerando che devo prendere almeno due aerei».

Le giornate di un parlamentare europeo sono scandite dagli impegni legati all’attività legislativa in aula e in commissione, ma anche dagli incontri con i rappresentanti di interessi come associazioni, imprese ed enti locali, dai convegni di approfondimento sui temi al centro del dibattito e dalle attività di comunicazione. «I giorni più intensi sono sempre il martedì e il mercoledì: senza esagerare si potrebbe dire che si inizia alle otto di mattina e si finisce a mezzanotte», ha raccontato Brando Benifei, eurodeputato del Partito Democratico nel gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici (S&D).

Le settimane di un parlamentare europeo

Le attività di un parlamentare europeo variano di settimana in settimana in base al calendario del Parlamento europeo, che è approvato dal Parlamento stesso nel corso dell’anno precedente. Esistono principalmente tre tipologie di settimane parlamentari: quelle dei lavori nelle commissioni parlamentari, quelle delle attività dei gruppi politici e quelle in cui si tengono le sedute plenarie. 

Per quanto riguarda la prima tipologia, gli eurodeputati si riuniscono nelle commissioni parlamentari di cui sono membri per esaminare le proposte di atti legislativi, ascoltare esperti in materia, proporre modifiche e votare gli emendamenti. «Rispetto al Parlamento italiano, nel Parlamento europeo l’attività legislativa si concentra molto di più nelle commissioni rispetto all’aula, dove tuttalpiù è possibile proporre qualche emendamento per cambiare il testo uscito dal lavoro in commissione», ha spiegato Benifei a Pagella Politica

Nelle settimane di attività dei gruppi, che solitamente precedono le settimane di plenaria, i parlamentari che fanno parte della stessa famiglia politica si riuniscono per coordinarsi sui vari temi all’ordine del giorno. Gli incontri possono avvenire tra i membri che fanno parte della stessa commissione parlamentare o tra quelli di più commissioni. «I cosiddetti “gruppi orizzontali” esaminano in maniera collettiva tutti i provvedimenti di un determinato settore. Per esempio, i temi di politica estera vedono la partecipazione dei membri della commissione Affari esteri, ma anche di quella Commercio internazionale», ha spiegato Benifei. Ci sono poi momenti in cui si incontrano tutti i deputati dello stesso gruppo, talvolta alla presenza di ospiti. «L’ultima volta, per esempio, ho invitato Patrick Zaki per testimoniare la sua esperienza e l’importanza del lavoro del Parlamento europeo nella sua liberazione», ha proseguito Benifei. 

Durante le settimane di plenaria, invece, tutti gli europarlamentari siedono in aula per discutere e votare sui diversi punti all’ordine del giorno. Le plenarie durano quattro giorni, dal lunedì al giovedì, e si riuniscono una volta al mese (tranne ad agosto) a Strasburgo, in Francia. Alle tornate di Strasburgo si aggiungono delle “mini plenarie” di due giorni che sono convocate circa quattro volte all’anno a Bruxelles.

Esistono poi le cosiddette “settimane verdi”, cioè senza attività parlamentari. In questi casi non sono previste riunioni del Parlamento, e gli eurodeputati possono dedicarsi ad attività sul territorio o a missioni internazionali. Le settimane verdi sono calendarizzate più o meno una volta ogni due mesi.

Oltre alle settimane verdi, gli eurodeputati mantengono contatti con il proprio territorio nei fine settimana. «Al termine della settimana parlamentare è il turno delle attività di partito. Sono momenti importanti, perché in queste occasioni incontriamo le persone che ci presentano le loro istanze da portare in Europa», ha spiegato Tardino.

I ruoli europei

Oltre all’attività da eurodeputato, nel Parlamento europeo alcuni membri hanno incarichi ulteriori che non hanno un vero e proprio corrispettivo all’interno dei parlamenti nazionali. Tra questi c’è il ruolo di “capo delegazione”, cioè il coordinatore di tutti i deputati di uno Stato membro che aderiscono allo stesso gruppo politico. Per esempio, Brando Benifei è il capo delegazione del Partito Democratico all’interno del gruppo S&D. «Il capo delegazione convoca e presiede gli incontri della delegazione nazionale del partito, che si riunisce praticamente ogni giorno durante la plenaria per discutere sulle scelte di voto, ma più in generale si trova periodicamente per fare il punto su diverse questioni», ha spiegato Benifei. 

Al ruolo di coordinamento si affianca una funzione di raccordo tra le istituzioni italiane e quelle europee: «Spesso il rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea [ruolo attualmente ricoperto dall’ambasciatore Vincenzo Celeste, ndr] convoca i capi delegazione per discutere le questioni di interesse italiano, o quando un ministro italiano visita il Parlamento europeo incontra in primo luogo i capi delegazione. Inoltre, tutto quello che c’entra con l’Italia passa dalla cosiddetta “cabina di regia”, che comprende i capi delegazione, i vicepresidenti del Parlamento europeo e i presidenti di commissione italiani, che discutono tra le altre cose della preparazione del Consiglio europeo e del resoconto finale del Consiglio europeo».

Un altro ruolo caratteristico del Parlamento europeo è quello di coordinatore di un gruppo politico all’interno di una commissione. In questo caso chi ne è titolare organizza l’attività dei deputati di diverse nazionalità che aderiscono allo stesso gruppo politico e siedono nella stessa commissione parlamentare. Annalisa Tardino ricopre questo incarico per il gruppo ID all’interno della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE). «La funzione del coordinatore è propedeutica all’attività legislativa che si svolge in commissione. I coordinatori dei diversi gruppi politici si riuniscono insieme al presidente per decidere l’agenda della commissione e le audizioni da svolgere, nonché le priorità con cui discuterle», ha spiegato Tardino. «La commissione LIBE in particolare è una commissione molto politica, che tratta temi di attualità e sullo stato di diritto. Per esempio è qui che è stato predisposto il pacchetto sul green pass, e quindi anche in tempo di pandemia ci riunivamo per lavorare a queste misure».

I parlamentari europei esercitano talvolta anche il ruolo di “relatori” di atti legislativi. Quando un dossier legislativo viene assegnato a un relatore, questo ne diventa il referente all’interno del Parlamento europeo: a lui o a lei spetta il compito di mediare tra i diversi gruppi politici per trovare un accordo prima del voto in commissione. Per farlo si confronta con i “relatori ombra”, ossia i referenti di ciascun gruppo politico, che presentano le proposte di emendamento dei rispettivi gruppi durante le “riunioni dei relatori”. Obiettivo del relatore è quello di trovare un compromesso sulle modifiche da apportare al testo tra la maggioranza dei gruppi, per rendere più agevole il percorso di approvazione in commissione e in aula. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo il relatore ha poi il compito di negoziare il testo con il Consiglio dell’Unione europea, che è “codecisore” nell’ambito della procedura legislativa ordinaria. 

Benifei è stato relatore del cosiddetto “AI Act”, il regolamento europeo che disciplina le applicazioni dell’intelligenza artificiale nel mercato europeo. «Il lavoro sul regolamento AI ha impegnato più di due anni tra attività parlamentare e negoziato con il Consiglio dell’Ue, ma il risultato è qualcosa che rimarrà come simbolo di come l’Europa possa fare delle scelte in grado di impattare sul mondo intero, proponendo dei valori di libertà e di tutela dei diritti fondamentali e dello stato sociale del lavoro», ha spiegato Benifei. 

Tardino ha invece svolto la stessa funzione per il regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari (EHDS), il cui obiettivo è quello di migliorare l’accesso e il controllo delle persone sui loro dati sanitari elettronici personali. «La commissione svolge un’attività legislativa importante. Oltre al ruolo di relatore è importante anche quello di relatore ombra, che ho svolto per esempio sul pacchetto di contrasto alla pedopornografia e agli abusi sessuali on-line sui minori», ha detto Tardino.

Il team dei parlamentari europei

Per svolgere i loro compiti, i parlamentari europei sono affiancati da un vasto gruppo di assistenti parlamentari. Questi possono essere assistenti accreditati, che sono assunti nelle sedi del Parlamento europeo, o assistenti locali, che aiutano il deputato nello Stato membro di elezione. A questi si aggiungono eventuali tirocinanti, che possono ricoprire il loro incarico nelle sedi del Parlamento europeo o a livello locale. «Per i parlamentari europei è indispensabile l’aiuto dei team di collaboratori. Lo staff di un parlamentare europeo va da un minimo di cinque fino a dieci persone, il cui lavoro permette a un eurodeputato di lavorare su tante cose», ha spiegato Benifei.

I deputati al Parlamento europeo possono scegliere liberamente i propri assistenti, purché non siano parenti stretti e rispettino i limiti della dotazione di bilancio definita dal Parlamento europeo. Per il 2024 l’importo massimo mensile disponibile è pari a circa 28.700 euro per ciascun deputato. Questo importo non viene versato ai parlamentari, ma è erogato direttamente agli assistenti che soddisfano le condizioni e dispongono di un contratto valido. Almeno il 25 per cento di questa cifra deve essere destinata alla retribuzione degli assistenti accreditati. Come i parlamentari europei, gli assistenti non possono svolgere attività esterne che potrebbero generare conflitti di interessi.

Lo stipendio dei collaboratori parlamentari non influisce quindi sull’indennità mensile degli eurodeputati, che ammonta a circa 8 mila euro, al netto delle imposte dell’Ue e dei contributi assicurativi. Gli europarlamentari hanno poi diritto a una pensione al compimento del sessantatreesimo anno di età, pari al 3,5 per cento della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio del mandato. Inoltre ogni mese percepiscono ulteriori indennità che coprono le spese sostenute nell’esercizio delle loro funzioni parlamentari. Oltre al rimborso dei biglietti di viaggio, ai deputati spetta una diaria giornaliera di 324 euro a copertura delle spese di alloggio, più una serie di indennità generali per coprire le spese relative all’attività parlamentare (per esempio l’affitto di uffici, i costi per i telefoni e l’organizzazione di conferenze) per un massimo di circa 4.500 euro mensili. Infine, agli europarlamentari spetta un’indennità di fine mandato, equivalente a un mese di stipendio per ogni anno di esercizio del mandato.

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