Il testo ufficiale del quesito per il referendum costituzionale sulla giustizia

Lo ha scelto la Corte di Cassazione. Si voterà entro marzo 2026 per confermare o meno la separazione della carriere dei magistrati 
ANSA
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Il 18 novembre la Corte di Cassazione ha accolto con un’ordinanza le quattro richieste di referendum sulla riforma costituzionale della giustizia – approvata dal Senato il 30 ottobre – che introduce la separazione delle carriere dei magistrati. Due richieste erano state presentate da deputati e senatori dei partiti della maggioranza, e altre due da deputati e senatori dei partiti all’opposizione. In base alla Costituzione, infatti, le riforme costituzionali – se non sono state approvate da almeno i due terzi dei componenti di Camera e Senato – possono essere sottoposte a referendum confermativo, se fanno domanda un quinto dei membri di una delle due camere del Parlamento.

L’Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione ha controllato che le firme raccolte fossero valide e ha stabilito che il quesito del referendum costituzionale sarà il seguente:

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 30 ottobre 2025?»

In base alla legge, entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza della Corte di Cassazione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrà indire il referendum, su proposta del Consiglio dei ministri. Il voto dovrà poi tenersi tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo al decreto di indizione. Dunque, queste tempistiche stabiliscono che il referendum costituzionale debba essere organizzato non oltre il 18 marzo 2026.

Gli elettori potranno votare “Sì” se sono d’accordo con l’approvazione della riforma costituzionale, “No” se sono contrari. A differenza dei referendum abrogativi, nei referendum che riguardano riforme costituzionali non è previsto il quorum: il risultato del referendum sarà valido indipendentemente dal numero dei votanti.

La riforma approvata dal Parlamento introduce una distinzione tra giudici e pubblici ministeri (pm), imponendo ai magistrati di scegliere all’ingresso in carriera quale percorso seguire, senza più possibilità di passare da un ruolo all’altro. La riforma ridisegna poi l’autogoverno della magistratura creando due Consigli superiori della magistratura separati – uno per i giudici e uno per i pm – entrambi presieduti dal presidente della Repubblica e composti tramite sorteggio. Infine, istituisce un’Alta Corte disciplinare autonoma, alla quale vengono trasferite le competenze sui procedimenti disciplinari oggi in capo al Consiglio superiore della magistratura.
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