Che cos’è questa storia dei soldati ucraini addestrati in Italia

C’entrano gli strumenti per difendersi dagli attacchi missilistici, ma alcuni esponenti dell’opposizione e della maggioranza sono dubbiosi
Ansa
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Questa settimana l’addestramento in Italia di un gruppo di soldati ucraini ha riportato al centro del dibattito politico il sostegno militare all’Ucraina, con alcuni dubbi espressi anche da esponenti del governo. Secondo quanto riportato il 19 marzo da Il Fatto Quotidiano, all’inizio di marzo una ventina di soldati ucraini avrebbero iniziato l’addestramento a Sabaudia, nel Lazio. L’obiettivo è addestrare le forze ucraine a utilizzare il sistema di difesa aerea italo-francese Samp/T per abbattere i missili russi. L’addestramento si è svolto presso il Comando artiglieria dell’esercito, come confermato da fonti militari all’Ansa. Il 17 marzo Wired aveva anticipato che un non meglio precisato «ente statale» era alla ricerca con «urgenza» di «interpreti dall’italiano all’ucraino» per un «training militare» da effettuare in Lazio e Toscana tra marzo e aprile.

Il confronto politico

Sulla questione è intervenuto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, criticando il governo Meloni e la sua linea verso la guerra. «Passo dopo passo, armamenti su armamenti, ci stiamo ritrovando totalmente immersi in questa guerra», ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio. Secondo Conte, l’arrivo del contingente ucraino è il segno del coinvolgimento sempre più attivo dell’Italia, confermando «un’ulteriore escalation militare del conflitto e la partecipazione sempre più attiva del nostro Paese». 

Sulle stesse posizioni del Movimento 5 stelle si è schierato Alleanza Verdi-Sinistra, che in passato ha votato contro l’invio di armi all’Ucraina insieme proprio al partito di Conte. «Una volta che forniamo tecnologie così avanzate, non mi stupisco che i militari di Kiev arrivino in Italia. Il problema è che a questo punto non ci dovevamo arrivare: questa vicenda dimostra come la strada dell’escalation si auto-alimenti», ha dichiarato al Fatto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana.

Come anticipato, dubbi sul supporto militare all’Ucraina sono stati ribaditi da politici di centrodestra che sostengono il governo Meloni e che negli scorsi mesi hanno espresso una linea meno netta rispetto a quella della presidente del Consiglio. «Davvero qualcuno pensa di sconfiggere militarmente la Russia? La storia dovrebbe insegnare qualcosa e chi dimentica la storia è condannato a ripeterla», ha per esempio affermato in Senato il 21 marzo Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, secondo cui «il problema è una corsa ad armamenti sempre più potenti, con il rischio di un incidente da cui non si possa più tornare indietro». «Che sia in corso un’escalation non lo scopriamo ora», ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Come Forza Italia ci siamo battuti affinché gli aiuti militari restassero difensivi e su questo ci impegneremo ancora». 

Il 21 marzo, nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo dei due giorni successivi, la presidente Meloni ha assicurato che l’Italia continuerà a garantire il suo sostegno all’Ucraina «in ogni ambito: politico, umanitario, civile, militare e, finché sarà necessario, in coordinamento con i nostri partner e con i nostri alleati».

I sistemi di difesa aerea

A febbraio il governo italiano e quello francese hanno concordato di fornire all’Ucraina i sistemi di difesa aerea Samp/T. Sia le forze armate francesi che quelle italiane utilizzano questi sistemi missilistici di difesa aerea. L’aeronautica militare francese ha schierato la prima unità di questo tipo nel 2011, per fornire una copertura di difesa aerea al vertice G8 di Deauville, in Francia. L’esercito italiano ha invece attivato il suo primo reggimento nel 2012 a Mantova, in Lombardia.

Il Samp/T è uno dei pochi prodotti militari europei in grado di contrastare i missili balistici: è in dotazione per la protezione contro i cosiddetti “aeromobili a pilotaggio remoto” (chiamati più comunemente “droni”), i missili da crociera, i missili balistici a corto raggio fino a 600 chilometri e gli aerei da combattimento. Questo sistema di protezione aerea ha una capacità di rilevamento e di ingaggio a 360 gradi fornita dall’antenna radar multifunzionale Arabel, ed è in grado di tracciare 100 bersagli aerei e di ingaggiarne dieci contemporaneamente. Inoltre può contrastare bersagli aerei avanzati e ha un’elevata resistenza alle contromisure.

Il Samp/T ha fornito alla Francia e all’Italia una difesa aerea e missilistica nazionale in grado di integrarsi nel quadro della Nato. La sua capacità di contrastare i missili balistici a corto raggio lo rende infatti ideale per difendersi dai pericoli regionali. Nel giugno 2016 l’Italia ha schierato un sistema Samp/T nel sud della Turchia come parte di un piano Nato per rafforzare il confine turco contro una possibile minaccia missilistica siriana.  

Nell’ambito del conflitto ucraino, il sistema può fornire protezione contro le minacce aeree russe che cercano di impedire l’accesso alle regioni contese. Le necessità urgenti per le forze armate ucraine sono i sistemi di difesa aerea e i carri armati, una priorità per proteggere le infrastrutture militari e le principali città del paese. In aggiunta l’Italia fornirà all’Ucraina i sistemi missilistici di difesa aerea Spada e Skyguard, che sono due strumenti di difesa aerea a corto raggio progettati per fornire protezione contro le minacce a bassa quota come aerei e elicotteri. Anche per queste strumentazioni però sarà necessario un addestramento.

L’addestramento dei militari

L’arrivo dei soldati ucraini in Italia rientra in una serie di attività promosse dai Paesi europei per aiutare le forze ucraine nell’utilizzo dei nuovi strumenti. Il 2 febbraio scorso l’alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell ha dichiarato che l’Unione europea incrementerà il numero di truppe ucraine da addestrare. «Lo scopo è quello di formare 30 mila soldati, compresi gli equipaggi dei carri armati», ha detto Borrell.

La missione europea di formazione per le forze armate ucraine è iniziata a novembre con l’obiettivo di addestrare 15 mila truppe ucraine entro maggio. Secondo i funzionari dell’Ue, all’inizio di febbraio 10 mila ucraini erano già stati addestrati o stavano partecipando a una formazione individuale, collettiva o specializzata in Polonia e Germania.

Inoltre, gran parte degli Stati membri si è offerta di fornire assistenza per la missione: l’obiettivo è di condurre singole attività di addestramento bilaterale per insegnare ai soldati ucraini a utilizzare armi ed equipaggiamenti specifici. Per esempio, diversi Paesi Ue si sono impegnati a fornire carri armati Leopard 2 di fabbricazione tedesca all’Ucraina e hanno già addestrato le truppe ucraine al loro utilizzo.

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