Che cosa pensa Schlein sulle armi all’Ucraina

La nuova segretaria del Pd è accusata da più parti di avere una posizione ambigua sul tema: abbiamo ricostruito le sue dichiarazioni e i suoi voti in Parlamento
ANSA/JESSICA PASQUALON
ANSA/JESSICA PASQUALON
Dopo la sua vittoria alle primarie del Partito democratico, la deputata Elly Schlein è stata accusata da più parti di avere una posizione ambigua sull’invio delle armi all’Ucraina. Per esempio il 28 febbraio, ospite a Dimartedì su La7, il leader di Azione Carlo Calenda ha dichiarato (min. -2:08:14) che Schlein «è sempre stata contraria» all’invio delle armi in Ucraina, mentre il giorno prima, ospite a un Giorno da pecora su Rai Radio 1, l’ex ministra del Partito democratico Rosy Bindi ha criticato (min. 0:51:01) il «silenzio sulla guerra» della nuova segretaria del Pd. «In questo momento chi guida la sinistra in Italia dovrebbe dire parole chiare», ha sottolineato Bindi. 

Ma qual è la posizione di Schlein sulla guerra in Ucraina e più nello specifico sull’invio di aiuti militari al Paese aggredito dalla Russia? In breve: negli scorsi mesi la nuova segretaria del Pd si è detta dubbiosa sull’invio di armi, ma una volta eletta deputata in Parlamento ha votato a favore.

Che cosa diceva Schlein all’inizio della guerra

Il 24 febbraio 2022, il giorno in cui è iniziata l’invasione dell’Ucraina, Elly Schlein – all’epoca vicepresidente della Regione Emilia-Romagna – ha scritto su Twitter: «L’attacco di Putin all’Ucraina è un atto criminale che costerà vite umane e sofferenza, specie fra i civili. L’Ue e l’Italia, che ripudia la guerra, rispondano uniti con fermezza e senza ambiguità. Serve ogni sforzo e una mobilitazione internazionale per fermare questa follia». 

Alcuni giorni dopo, il 18 marzo 2022, Schlein ha commentato in un’intervista su la Repubblica il dibattito sul primo invio di armi all’Ucraina. «Per chi, come me, viene dalla cultura del disarmo, è un vero dilemma etico. Penso che la pace non si faccia mai con le armi. Ma non mi sento nemmeno di demonizzare chi ha risposto a una precisa richiesta della resistenza ucraina», aveva dichiarato Schlein. «Ciò che invece trovo preoccupante è la corsa al riarmo dell’Europa. La difesa comune dovrebbe servire a ottimizzare, a razionalizzare la spesa militare complessiva dei singoli Paesi, non ad aumentarla».

Anche nei mesi successivi Schlein ha comunque mantenuto una posizione dubbiosa sull’invio delle armi, come dimostrano le parole pronunciate (min. 1:03) il 29 agosto, durante la campagna elettorale, ospite di La corsa al voto su La7. «Ho avuto una posizione molto dubbiosa sull’invio delle armi all’Ucraina perché ho compagne e compagni che hanno votato a favore nel Parlamento», ha dichiarato Schlein, candidata per entrare in Parlamento nelle liste del Partito democratico. «Secondo me non è con le armi che risolveremo il conflitto con una potenza nucleare e da federalista europea convinta, quindi con nessun dubbio sulla mia collocazione europea e atlantica, vorrei vedere un ruolo più forte dell’Unione europea nel cercare una via per porre fine alla guerra».

I voti di Schlein in Parlamento

Eletta deputata alle elezioni politiche del 25 settembre, in Parlamento Schlein ha poi votato a favore dell’invio delle armi all’Ucraina. Il 13 dicembre alla Camera dei deputati ha dato il suo voto favorevole alle risoluzioni che consentivano al governo di prorogare l’invio delle armi fino alla fine del 2023. In quell’occasione Schlein ha votato contro le due risoluzioni del Movimento 5 stelle e di Alleanza Verdi-Sinistra che chiedevano al governo di sospendere la fornitura di armi all’Ucraina. 

Il 24 gennaio 2023 Schlein ha votato a favore anche della conversione in legge del decreto-legge che ha prorogato per tutto il 2023 l’invio di aiuti militari agli ucraini.

Che cosa dice la mozione di Schlein

Infine, nella sua mozione in vista delle primarie del Pd del 26 febbraio, Schlein ha dedicato una parte alla guerra in Ucraina. «Sosteniamo e sosterremo il popolo ucraino con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi, per ristabilire il diritto internazionale e i principi su cui si fonda la convivenza pacifica fra i popoli», ha scritto la nuova segretaria del Pd. «Senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvono i conflitti, e che non possiamo attendere che cada l’ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta».

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