Forza Italia e Movimento 5 Stelle stanno litigando per un seggio alla Camera

Da mesi i due partiti si contendono un posto da deputato, che alle elezioni del 2022 è stato conquistato dal partito di Conte. Presto però potrebbe essere assegnato al partito di Tajani, dopo un riconteggio delle schede 
ANSA/Camera dei Deputati
ANSA/Camera dei Deputati
Nelle prossime settimane la Camera dei deputati dovrà esprimersi sull’assegnazione di un posto da deputato conteso tra il Movimento 5 Stelle e Forza Italia. E, con tutta probabilità, il partito di Antonio Tajani potrebbe ottenere un parlamentare in più, a scapito di quello di Giuseppe Conte. 

Il 17 gennaio la Giunta delle elezioni della Camera infatti ha accolto il ricorso dell’esponente di Forza Italia Andrea Gentile, candidato alle elezioni del 2022 per il centrodestra in un collegio della Calabria, contro la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico, eletta nello stesso collegio. Entro 20 giorni la Giunta delle elezioni, l’organismo che verifica la legittimità delle elezioni dei deputati, dovrà presentare una relazione sulla vicenda all’aula della Camera. In seguito sarà fissata una data in cui l’aula dovrà esprimere la decisione finale sul caso, dando ragione a una o all’altra parte. Se la Camera dovesse dare ragione a Gentile, l’esponente di Forza Italia otterrebbe l’elezione a deputato, dando origine a una sorta di “effetto a catena” che porterebbe alla decadenza di un’altra deputata del Movimento 5 Stelle, Elisa Scutellà. Questa possibilità è stata criticata dai vertici del Movimento 5 Stelle, tanto che Conte ha parlato di «una ferita al voto dei cittadini calabresi».

La contesa per un posto da deputato tra Movimento 5 Stelle e Forza Italia va avanti da più di due anni e riguarda una serie di questioni piuttosto tecniche, che hanno a che fare con l’elezione dei deputati e il riconteggio dei voti ottenuti alle elezioni.

Il ricorso di Gentile

Partiamo innanzitutto dal caso che riguarda Gentile. Quarantaquattro anni di età, l’esponente di Forza Italia è già stato deputato nella scorsa legislatura tra il 2021 e il 2022, in sostituzione di Roberto Occhiuto, eletto presidente della Regione Calabria il 5 novembre 2021. La carica di presidente di regione è incompatibile con quella di parlamentare: per questo Occhiuto ha lasciato il suo posto da deputato, che è stato quindi assegnato a Gentile. 

In occasione delle elezioni politiche del 2022, Gentile è stato poi ricandidato da Forza Italia nel collegio uninominale di Cosenza, in Calabria, come rappresentante di tutta la coalizione di centrodestra formata insieme a Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati. La legge elettorale con cui si è andati a votare tre anni fa è il cosiddetto Rosatellum (dal nome del suo proponente, il deputato di Italia Viva Ettore Rosato), che è un sistema elettorale misto tra proporzionale e maggioritario. In pratica, in base al Rosatellum, circa il 61 per cento dei posti in Parlamento (366) è assegnato con un sistema proporzionale. Nei cosiddetti “collegi plurinominali”, in cui è suddiviso il territorio italiano, i partiti presentano una lista di candidati e ricevono un numero di seggi in Parlamento in proporzione al numero di voti ricevuti. In questo caso, gli elettori non possono indicare preferenze sui nomi dei candidati, che sono eletti in base all’ordine dei nomi sulle liste presentate dai partiti. Dall’altro lato, circa il 37 per cento dei seggi (222) è assegnato con un sistema maggioritario. Nei cosiddetti “collegi uninominali”, i partiti presentano un singolo candidato (come Gentile nel collegio di Cosenza) e vince chi prende anche un solo voto in più rispetto agli avversari. Il rimanente 2 per cento dei seggi (12) è assegnato con un sistema proporzionale, con le preferenze. La legge non esclude comunque per i candidati all’uninominale la possibilità di candidarsi anche all’interno delle liste nei collegi plurinominali. Questo può dare luogo a una serie di effetti particolari e piuttosto complicati sui candidati eletti. Su questo torneremo più avanti.  

Tornando al caso di Gentile, alle elezioni del 2022, nel collegio uninominale di Cosenza l’esponente di Forza Italia è arrivato secondo dietro alla candidata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico, per appena 482 voti. Il seggio è stato quindi conquistato dal Movimento 5 Stelle, ma a ottobre 2022 Gentile ha presentato ricorso per la sua mancata elezione, chiedendo un riconteggio delle schede bianche e delle schede nulle nel collegio uninominale di Cosenza, pari a 10.785, perché ritenute troppe dal candidato del centrodestra.
L’ex deputato di Forza Italia Andrea Gentile nell’aula della Camera durante la scorsa legislatura – Fonte: Profilo Facebook Andrea Gentile
L’ex deputato di Forza Italia Andrea Gentile nell’aula della Camera durante la scorsa legislatura – Fonte: Profilo Facebook Andrea Gentile

Il vademecum elettorale

Come ha spiegato a Pagella Politica Alfonso Celotto, professore di diritto costituzionale all’Università Roma Tre, «se un candidato non eletto in Parlamento ritiene che la sua mancata elezione sia stata ingiusta, per esempio per presunto errore nel conteggio delle schede nulle, deve fare ricorso alla Giunta delle elezioni, che riconterà e valuterà ogni singolo voto a quel candidato, confermando l’esito delle elezioni oppure modificandolo». 

All’inizio di ogni legislatura la Giunta per le elezioni si riunisce e stabilisce un vademecum per orientarsi nel giudizio dei ricorsi, stabilendo le regole attraverso cui interpretare i voti contestati. Nella scorsa legislatura questo vademecum è stato approvato dalla giunta a giugno del 2019, all’epoca del primo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega. Pur nel rispetto delle linee guida e delle regole fissate dal Ministero dell’Interno, il vademecum stabiliva che «nella valutazione delle schede, ai fini della validità dei voti, si dovrebbe privilegiare il principio fondamentale, stabilito dalla legge e dalla giurisprudenza, di salvaguardare la volontà dell’elettore nei casi in cui sia espressa in modo univoco». «Questo – ha spiegato Celotto – viene chiamato principio del favor voti, in base al quale nel valutare un ricorso la Giunta per le elezioni deve favorire il più possibile la volontà dell’elettore, anche in presenza di situazioni potenzialmente dubbie al momento dello scrutinio». Per esempio il vademecum del 2019 stabiliva che, in caso di ricorsi, la Giunta per le elezioni poteva considerare come valide anche le schede in cui erano stati espressi due voti a due liste diverse, nel caso in cui uno dei due voti fosse stato espresso con un «segno evidente» e l’altro con un «segno appena accennato».
Anna Laura Orrico insieme a Giuseppe Conte ad altri esponenti del Movimento 5 Stelle alla Camera – Fonte: Ansa
Anna Laura Orrico insieme a Giuseppe Conte ad altri esponenti del Movimento 5 Stelle alla Camera – Fonte: Ansa

Le nuove regole 

In questa legislatura la Giunta delle elezioni ha adottato le regole su cui basarsi per valutare i ricorsi, compreso quello presentato da Gentile, il 28 giugno 2023. 

Il nuovo vademecum ricalca per la gran parte quello utilizzato nella scorsa legislatura, salvo alcune modifiche introdotte durante l’esame del testo. In particolare, la Giunta delle elezioni ha approvato un emendamento del centrodestra in base al quale, se su una scheda elettorale è tracciato un segno su più simboli il voto è riferito «al contrassegno su cui insiste la parte prevalente del segno stesso». In più, la giunta ha approvato la proposta del centrodestra, ma anche del PD e di Più Europa, di eliminare una causa di invalidità del voto presente nel vademecum della scorsa legislatura. Più nel dettaglio, nella scorsa legislatura, nel caso di ricorsi, erano considerate come non valide per il conteggio dei voti nei collegi uninominali le schede in cui un elettore aveva tracciato due o più croci su liste della stessa coalizione. A giugno 2023, questo criterio di invalidità è stato eliminato dalla Giunta delle elezioni, – dove il centrodestra ha la maggioranza dei deputati –, ma non è stato nemmeno inserito tra i criteri di validità. In questo modo, nel caso di ricorsi, la Giunta delle elezioni può valutare di volta in volta se ritenere validi o meno i voti espressi su più simboli di una stessa coalizione. 

Questa modifica rispetto al vedemecum della scorsa legislatura è stata molto criticata dal Movimento 5 Stelle, secondo cui sarebbe un tentativo dei partiti di centrodestra di cambiare l’esito delle elezioni proprio nei collegi uninominali come quello di Cosenza. Per esempio, se in questo collegio uninominale alle scorse elezioni un elettore aveva segnato sia il simbolo di Forza Italia che quello della Lega, il voto non è più considerato nullo ma valido a favore del candidato del centrodestra all’uninominale. Come ha fatto notare Celotto a Pagella Politica, non è detto comunque che la modifica sia per forza uno svantaggio per il Movimento 5 Stelle, dato che la valutazione delle schede avviene caso per caso. Allo stesso tempo, è vero anche che alle elezioni politiche del 2022 il Movimento 5 Stelle non era coalizzato con nessun’altra forza politica e dunque è abbastanza improbabile che il partito di Conte possa beneficiare di questa modifica.

La decisione

In ogni caso, il 7 febbraio del 2023 la Giunta delle elezioni della Camera ha costituito un comitato di verifica delle schede elettorali per il collegio uninominale di Cosenza, sulla base del nuovo vademecum elettorale. 

I lavori del comitato sono andati avanti per oltre un anno e mezzo, e si sono conclusi con la relazione fatta dalla presidente del comitato Maddalena Morgante (Fratelli d’Italia) il 12 e il 19 novembre del 2024. Morgante ha spiegato che, a seguito della verifica delle schede bianche e di quelle nulle, i voti di Gentile hanno superato quelli di Orrico. Come detto in precedenza, inizialmente la candidata del Movimento 5 Stelle aveva battuto quello del centrodestra con un distacco di 482 voti, che però dopo le verifiche sono diventati 240 a favore di Gentile. La deputata di Fratelli d’Italia ha aggiunto che le schede con due o più segni a favore delle liste della coalizione di centrodestra, che risultavano all’inizio nulle, e che il comitato ha poi deciso di riconoscere come voti per Gentile, sono state in totale 216. In altre parole, i voti riconosciuti a Gentile con il criterio contestato dal Movimento 5 Stelle sono stati meno del vantaggio finale del candidato del centrodestra. In altre parole, questi voti in più non sono stati determinanti per il sorpasso di Gentile, dato che in assenza di queste preferenze ne avrebbe comunque avute 24 in più di Orrico. 

Il 19 novembre scorso la Giunta per le elezioni ha dato quindi il via libera alla relazione del comitato, con 17 voti favorevoli e 8 contrari. Hanno espresso voto favorevole i deputati del centrodestra e quello di Azione Giulio Cesare Sottanelli, mentre hanno votato contro gli altri partiti di opposizione, ossia il PD, Alleanza Verdi-Sinistra e per l’appunto il Movimento 5 Stelle. Due mesi più tardi, il 17 gennaio scorso il presidente della Giunta delle elezioni, il deputato del PD Federico Fornaro, ha preso atto dell’approvazione della relazione, dando parere favorevole all’elezione di Gentile e alla perdita del seggio alla Camera non per Orrico, ma per un’altra deputata del Movimento 5 Stelle, Scutellà.
Il presidente della Giunta delle elezioni della Camera Federico Fornaro – Fonte: Ansa
Il presidente della Giunta delle elezioni della Camera Federico Fornaro – Fonte: Ansa

Reazione a catena

In breve, questo è possibile in virtù del cosiddetto “effetto flipper” del Rosatellum

Come anticipato, infatti, i candidati nei collegi uninominali possono candidarsi allo stesso tempo anche in al massimo 5 collegi plurinominali. E questo è il caso di Orrico, che alle politiche di tre anni fa era la candidata del Movimento 5 Stelle sia nel collegio uninominale di Cosenza sia nel collegio plurinominale della Calabria. Qui le cose si fanno un po’ complicate. In breve, dopo il voto, Orrico è risultata eletta sia nel collegio uninominale di Cosenza sia in quello plurinominale della Calabria. In quest’ultimo, oltre a Orrico sono stati eletti tutti gli altri candidati del partito di Conte, ossia Vittoria Baldino, Federico Cafiero De Raho e Riccardo Tucci. 

Siccome non è possibile essere eletti allo stesso tempo in due collegi, Orrico ha scelto come proprio collegio di elezione l’uninominale di Cosenza, lasciando un posto libero tra gli eletti del Movimento 5 Stelle nel collegio plurinominale della Calabria. In questo collegio, però, Orrico non poteva essere sostituita da altri del Movimento 5 Stelle, dato che tutti erano stati eletti. Per questo, il suo posto è stato assegnato alla collega Scutellà, arrivata seconda come candidata del Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Catanzaro e ripescata come migliore tra gli sconfitti nei collegi uninominali della Calabria.

In virtù di questo sistema, dopo l’annullamento nel collegio di Cosenza, Orrico manterrà il proprio seggio alla Camera perché risulta comunque eletta nel collegio plurinominale della Calabria. Al contrario, Scutellà rischia il suo posto, dato che è stata eletta come sostituta di Orrico nel collegio plurinominale.

La decisione finale sul caso spetta ora all’aula della Camera. Al momento, il risultato sembra abbastanza scontato dato che alla Camera il centrodestra ha a disposizione i voti della maggioranza dei deputati (240 su 400), che con tutta probabilità voteranno a favore dell’elezione del collega di Forza Italia Gentile. A quel punto il gruppo parlamentare di Forza Italia salirebbe da 48 a 49 deputati e raggiungerebbe così il Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo conta per ora 50 deputati, che scenderebbero a 49 con la decadenza di Scutellà.

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