C’è sempre un motivo per fare uno scostamento di bilancio

In dieci anni ne sono stati approvati 19, di cui due con il governo Meloni. Negli scorsi anni hanno pesato la pandemia e la guerra, ma non solo
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
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Lo scorso 11 ottobre la Camera dei deputati e il Senato hanno approvato un nuovo scostamento di bilancio, come richiesto dal governo Meloni in una relazione che accompagna la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef). In concreto, tra il 2023 e il 2025 il governo potrà spendere oltre 23 miliardi di euro in più rispetto a quanto previsto in precedenza. Questi soldi saranno raccolti facendo maggiore ricorso al debito e, nelle intenzioni del governo, saranno destinati per aumentare le pensioni, rinnovare il taglio temporaneo del cuneo fiscale e tagliare le tasse.

In teoria uno scostamento di bilancio può essere approvato solo in casi eccezionali, ma secondo le verifiche di Pagella Politica negli ultimi dieci anni sono stati approvati 19 scostamenti di bilancio. La maggior parte è stata approvata a causa della crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, ma anche negli anni precedenti questa pratica è stata, e lo è di nuovo tutt’ora, ormai una norma. La scelta del governo Meloni è stata contestata da alcuni esponenti dei partiti di opposizione e da alcuni esperti.

Che cosa dicono le regole

L’articolo 81 della Costituzione stabilisce che «lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». Detto in parole semplici, a ogni uscita per le casse dello Stato dovrebbe corrispondere un’entrata. Questo principio del cosiddetto “pareggio di bilancio” è stato introdotto nel 2012 con una riforma costituzionale. A cavallo tra il 2011 e quell’anno si stavano vivendo le tensioni sui debiti sovrani dell’area euro: a livello europeo era nata così la necessità di inserire negli ordinamenti nazionali regole più rigide per mantenere i conti in ordine.

Il principio del pareggio di bilancio italiano è parecchio severo, ma ammette delle eccezioni. In base alla legge n. 243 del 2012, che contiene le disposizioni per l’attuazione di questo principio, gli scostamenti dal pareggio di bilancio sono consentiti «esclusivamente in caso di eventi eccezionali». Qui rientrano due casi: i «periodi di grave recessione economica relativi anche all’area dell’euro o all’intera Unione europea; oppure «eventi straordinari, al di fuori del controllo dello Stato», tra cui le gravi crisi finanziarie e le gravi calamità naturali «con rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese». La legge stabilisce che se il governo in carica ritiene di trovarsi in un caso di questo tipo, può presentare una relazione in Parlamento e chiedere di ottenere uno scostamento di bilancio, specificando però anche un piano di rientro per rispettare gli obiettivi precedenti da cui si sta discostando.

Nella relazione che accompagna la Nadef 2023 il governo Meloni ha giustificato la richiesta dello scostamento di bilancio con una serie di ragioni: i segnali di frenata mostrati dall’economia italiana negli ultimi mesi, il calo della domanda globale e la decisione della Banca centrale europea (Bce) di continuare ad aumentare i tassi di interesse. Altri elementi che preoccupano il governo sono la crescita, seppure più lenta, dell’inflazione e il peggioramento del quadro geopolitico a livello internazionale.

Nel Documento di economia e finanza (Def) approvato ad aprile, il governo Meloni aveva previsto che nel 2023 il rapporto tra il deficit, ossia la differenza negativa tra entrate e spese, e il Pil sarebbe stato pari al 4,5 per cento. Con la Nadef questo rapporto è stato portato al -5,3 per cento. Un aumento del deficit, permesso grazie allo scostamento di bilancio, si registrerà anche nei prossimi anni, mentre il rapporto tra il debito pubblico e il Pil rimarrà piuttosto stabile, passando dal 140,2 per cento nel 2023 al 139,6 per cento del 2026.

Le critiche

La Camera e il Senato hanno approvato lo scostamento di bilancio richiesto dal governo Meloni, ma non sono mancate le critiche di alcuni esponenti dei partiti di opposizione. Per esempio, secondo i deputati Luigi Marattin (Italia Viva) e Benedetto Della Vedova (Più Europa), in questo periodo non si starebbero verificando «casi eccezionali» tali da giustificare il ricorso a maggiore indebitamento, rispetto a quanto già previsto. Tra le altre cose Marattin ha sottolineato che da mesi molti esponenti del governo Meloni ripetono – a torto, come abbiamo verificato in vari fact-checking – che l’economia italiana cresce più di tutti gli altri Paesi europei. Il deputato di Italia Viva ha annunciato che presenterà un ricorso alla Corte Costituzionale per stabilire la legittimità dello scostamento di bilancio.

Il 12 ottobre anche Giuseppe Pisauro, ex presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, un organismo indipendente che vigila sui conti pubblici, ha criticato la scelta del governo in un articolo pubblicato sul quotidiano Domani. Secondo Pisauro il principio del pareggio di bilancio è una norma «eccessivamente rigida», che viene costantemente aggirata dai governi in carica. «Una specialità nazionale è quella di dotarsi di regole rigidissime a cuor leggero, assumendo che poi si potrà sempre trovare un modo per renderle più flessibili», ha scritto Pisauro, secondo cui lo scenario economico attuale non rientra nei casi eccezionali previsti dalla Costituzione per approvare uno scostamento di bilancio.

Una lunga serie

Abbiamo contato quanti sono stati gli scostamenti di bilancio richiesti dai governi e approvati dal Parlamento negli ultimi dieci anni, dopo l’introduzione del principio del pareggio di bilancio in Costituzione. Lo scostamento approvato l’11 ottobre è il secondo del governo Meloni: il primo è stato approvato ad aprile, in concomitanza con la presentazione del Def. All’epoca i partiti di maggioranza avevano combinato un guaio in Parlamento. In base alla Costituzione lo scostamento di bilancio deve essere approvato dalla maggioranza assoluta dei componenti di entrambe le aule: il 27 aprile alla Camera i partiti che sostengono il governo Meloni non riuscirono a raggiungere il numero necessario per approvare lo scostamento, che è stato poi ripresentato e approvato.

Nella scorsa legislatura, la diciottesima, i governi che si sono succeduti tra il 2018 e il 2022 alla guida del Paese hanno presentato in Parlamento 12 richieste di autorizzazione per fare maggiore ricorso all’indebitamento, tutte approvate con la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato. Come spiega un dossier della Camera, la diciottesima legislatura «si è caratterizzata per la successione di una serie piuttosto variegata e inedita di eventi eccezionali, i quali hanno determinato conseguenze notevoli sugli andamenti macroeconomici e sulle dinamiche di finanza pubblica». «Tra gli eventi eccezionali occorsi si segnalano, in particolare: la pandemia da Covid-19 e le sue conseguenze sul sistema sanitario e sul tessuto economico e sociale del Paese; l’eccezionale rialzo dei prezzi dei prodotti energetici e il connesso aumento dell’inflazione; infine, il conflitto bellico originatosi a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina», spiega il dossier.

Dei 12 scostamenti di bilancio nella scorsa legislatura, tre sono stati richiesti con relazioni annesse ai Def, tre insieme alle Nadef e gli altri sei sono stati presentati al di fuori del percorso ordinario del bilancio italiano. Sette scostamenti di bilancio sono stati presentati per far fronte alla pandemia di Covid-19, tre sono stati approvati nel 2022 per arginare le conseguenze della guerra in Ucraina, mentre due sono stati avanzati prima dello scoppio della pandemia: uno a ottobre 2018 dal primo governo Conte, uno un anno dopo dal secondo governo Conte.

Andando indietro nel tempo si contano cinque scostamenti richiesti e approvati prima del 2018, durante la diciassettesima legislatura. Con il Def del 2013 il governo tecnico di Mario Monti, poi sostituito pochi giorni dopo dal governo Letta, aveva fissato per quell’anno il raggiungimento del pareggio di bilancio. Come ha ricostruito un dossier della Camera, nel 2014 il governo Renzi ha presentato con il Def di quell’anno una richiesta di scostamento, a cui ne sono seguite altre quattro negli anni successivi.

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