Nel pomeriggio di giovedì 27 aprile alla Camera dei deputati i partiti di centrodestra non hanno raggiunto il numero di voti necessario per approvare un importante provvedimento economico del governo Meloni. In aula è stata votata una risoluzione, presentata da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi moderati, per dare il via libera alla relazione che accompagna il Documento di economia e finanza (Def), approvato dal governo il 12 aprile. Nel Def il governo spiega quali sono le future politiche economiche e finanziarie che intende adottare nei prossimi mesi.

La relazione, presentata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, chiedeva al Parlamento di aumentare l’indebitamento dello Stato, rispetto a quanto già previsto, di 3,4 miliardi di euro nel 2023 e di 4,5 miliardi di euro nel 2024. Nella relazione il governo ha spiegato che questo scostamento di bilancio, come viene più comunemente chiamato, sarebbe servito per destinare nuove risorse alla riduzione delle tasse sul lavoro. 

In base all’articolo 81 della Costituzione, però, uno scostamento di bilancio deve essere approvato sia dalla Camera sia dal Senato con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei loro membri. Il numero dei deputati è 400, quindi alla Camera la maggioranza assoluta si ottiene con 201 voti. La relazione per approvare lo scostamento di bilancio ha ottenuto 195 voti favorevoli e 19 contrari, mentre 105 deputati si sono astenuti. Dunque ai partiti che sostengono il governo sono mancati sei voti per raggiungere la maggioranza assoluta e la risoluzione è stata respinta (al Senato, invece, la soglia è stata raggiunta e la risoluzione è stata approvata). Di conseguenza non sono state poi votate le risoluzioni dedicate al contenuto del Def.

Alla Camera i presenti erano 319, con 81 assenti, tra cui 25 dei partiti di centrodestra. Tra questi, undici fanno parte del gruppo parlamentare della Lega, nove del gruppo di Forza Italia e cinque di Fratelli d’Italia. Qui è possibile consultare l’elenco dei votanti, con il rispettivo voto. Alcuni degli assenti non erano presenti in aula perché “in missione”, ossia erano occupati con compiti istituzionali. Altri invece erano assenti senza una motivazione. Fossero stati presenti i parlamentari di centrodestra assenti, i partiti che sostengono il governo avrebbero ottenuto facilmente la maggioranza assoluta dei voti.

Durante la sua visita a Londra, nel Regno Unito, Meloni ha dichiarato (min. 3:00) che il voto è stata una «brutta figura» per il governo. «Credo proprio sia stata superficialità, che non so dire se sia meglio o sia peggio: è sicuramente qualcosa a cui si rimedia», ha detto Meloni, smentendo l’ipotesi che alcuni parlamentari fossero volutamente assenti per danneggiare il governo.

Generalmente è considerato un fatto grave se un governo, che può disporre di un’ampia maggioranza in Parlamento, non ottiene il numero di voti necessario per approvare un provvedimento importante come lo scostamento di bilancio. Al momento sembra comunque improbabile che il voto alla Camera possa avere conseguenze sulla tenuta del governo. Poco dopo il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta alla Camera, si è poi riunito il Consiglio dei ministri che ha approvato una nuova relazione, dove – spiega un comunicato del governo – sono state confermate le stime del Def e in cui si è sottolineato l’obiettivo di «sostegno al lavoro e alle famiglie» dello scostamento di bilancio. 

La nuova relazione sarà votata entro la giornata di venerdì 28 aprile dal Parlamento. Una volta ricevuto il via libera dal Parlamento, il Def sarà inviato all’Ue e valutato dalle autorità europee.