Le riforme del governo spagnolo a cui si ispira Schlein

Dai contratti a tempo determinato ai rider, passando per il congedo paritario: la coalizione guidata da Pedro Sánchez è un modello da seguire secondo la nuova segretaria del Pd
Ansa
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Negli ultimi mesi, in particolare durante la campagna per le primarie, la nuova segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha spesso dichiarato che l’Italia dovrebbe trarre ispirazione da alcune riforme approvate dal governo spagnolo di Pedro Sánchez. Il segretario del Partito Socialista è alla guida di un governo di coalizione, sostenuto dal suo partito, da Unidas Podemos e da altri partiti di sinistra, come il Partito comunista di Spagna, di cui fa parte la ministra del Lavoro e vicepresidente del governo Yolanda Díaz.

In questi anni il governo Sánchez è riuscito ad approvare alcune misure progressiste in vari ambiti, dal mondo del lavoro alla parità di genere, citate di recente da Schlein durante comizi, interviste e nella sua mozione congressuale verso le primarie del 26 febbraio. 

La riforma del lavoro

Nella sua mozione congressuale, intitolata Parte da noi!, Schlein ha proposto di «limitare il ricorso ai contratti a tempo determinato a partire da quelli di brevissima durata, come hanno fatto in Spagna coinvolgendo organizzazioni datoriali e sindacali, e rendere strutturalmente più convenienti per le imprese i contratti stabili». La stessa proposta era già stata annunciata lo scorso 4 dicembre nel suo discorso di candidatura alla segreteria del Pd.

La riforma a cui fa riferimento Schlein è la Reforma laboral, un decreto-legge che ha modificato la Ley del Estatuto de los Trabajadores en España. Il provvedimento è stato approvato dal Congresso dei deputati (l’equivalente della nostra Camera dei deputati) il 3 febbraio 2022. Questa riforma vuole limitare la diffusione dei contratti a tempo determinato, consentendoli solo durante i picchi di produzione occasionali, con una durata massima di sei mesi, e per la sostituzione di lavoratori in congedo. La riforma ha anche modificato il contrato fijo-discontinuo, un contratto a tempo indeterminato che prevede periodi di inattività con il diritto alla disoccupazione per il lavoratore. 

Secondo i dati dell’istituto spagnolo di statistica nazionale, durante gli ultimi tre mesi del 2022 i contratti a tempo determinato in Spagna erano calati di oltre il 27 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Il successo della riforma è stato attribuito alla ministra del Lavoro Díaz, ma alcuni istituti di ricerca, come la Fundación de Estudios de Economía Aplicada, hanno sottolineato che le persone disoccupate con un contrato fijo-discontinuo non vengono effettivamente contabilizzate come tali nelle statistiche nazionali. 

La legge sui rider

«Un’altra cosa che hanno fatto in Spagna e che mi sembra molto importante ricordare», ha detto Schlein durante il suo discorso di candidatura come segretaria del Pd, è che il governo spagnolo «si è seduto insieme ai sindacati e ai rider per scrivere le nuove tutele del lavoro digitale». Il riferimento è alla cosiddetta ley Rider, un decreto-legge entrato in vigore il 12 agosto 2021 che obbliga le società di consegne a domicilio ad assumere i rider come lavoratori dipendenti (e non come autonomi) e ad essere più trasparenti sul funzionamento degli algoritmi con cui sono assegnate le consegne a domicilio.

A oggi alcune tra le principali aziende del settore non sono ancora in regola: Glovo e Uber Eats non stanno rispettando la legge, Deliveroo ha lasciato il mercato spagnolo nel 2021, mentre Just Eat aveva già assunto come dipendenti parte dei suoi rider prima dell’approvazione della ley Rider.

Il congedo paritario

Già citato nella sua mozione congressuale, il 22 febbraio il congedo paritario è stato al centro di un intervento di Schlein, ospite a Omnibus su La7. In quell’occasione la futura segretaria del Pd aveva detto che «se Giorgia Meloni vuole aiutare le italiane, anche dal punto di vista occupazionale», può fare «un congedo paritario di tre mesi come hanno fatto in Spagna, non trasferibile tra i genitori». 

Nel 2019 il governo spagnolo ha approvato un decreto-legge sulle pari opportunità tra uomini e donne in ambito lavorativo che include, tra le altre cose, l’equiparazione dei permessi di paternità a quelli di maternità. Il permesso di paternità è stato fin dall’inizio pienamente retribuito e non trasferibile, ma è aumentato progressivamente nel tempo: otto settimane nel 2019, 12 nel 2020 e 16 nel 2021, arrivando alla lunghezza di quello di maternità. La non trasferibilità del congedo spagnolo è pensata per incentivare gli uomini a utilizzarlo. I giorni o le settimane di congedo non possono essere ceduti al partner: vengono dunque persi se non li si usa.

Altre posizioni comuni tra Schlein e Sánchez

Schlein e Sánchez hanno posizioni simili su vari temi: sulla lotta contro le disuguaglianze, sui diritti civili, sull’ambiente e sul fisco. La segretaria del Pd è a favore del salario minimo, una misura che in Spagna è stata applicata per la prima volta nel 1970 e che nel 2023 Sánchez ha fissato a 1.080 euro, aumentandolo dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. Nella sua mozione congressuale Schlein ha proposto di «garantire il diritto delle persone affette da malattie o condizioni cliniche irreversibili di richiedere assistenza medica per porre fine volontariamente alla propria vita». Nel 2021 il governo spagnolo ha approvato una legge proposta dal Partito Socialista che consente l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito.

Oltre al fine vita, nella sua mozione Schlein ha anche scritto di voler costruire un partito «in prima linea per i diritti Lgbtqia+» e di essere favorevole all’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e alla semplificazione dei percorsi di transizione delle persone trans. In Spagna il matrimonio egualitario è legale dal 2005, mentre dal 2022 la ley Zerolo punisce con multe fino a 500 mila euro gli atti discriminatori per motivi di provenienza, etnia, età, disabilità, orientamento e identità sessuale o espressione di genere, malattia e situazione socioeconomica. Quest’anno inoltre il parlamento spagnolo ha approvato la ley Trans, che tutela le persone Lgbt+ in ambito lavorativo, medico, educativo e amministrativo. 

Sul piano energetico Schlein si è dichiarata contraria al ritorno della produzione di energia nucleare in Italia. A oggi in Spagna sono attivi sette reattori nucleari, ma il Plan Nacional Integral de Energía y Clima promosso dal governo Sánchez prevede che siano tutti smantellati entro il 2035. Per quanto riguarda il fisco, Schlein ha scritto nella sua mozione di voler «difendere i due principi di equità: orizzontale, per cui a pari reddito si devono pagare pari imposte; verticale, per cui chi ha di più deve essere chiamato a contribuire in misura maggiore». La legge di bilancio del 2023 istituita dal parlamento spagnolo ha introdotto un contributo di solidarietà, ossia una tassa patrimoniale che si applica a chi possiede più di 3 milioni di euro. 

Il modello Colau

Nel suo discorso di candidatura alle primarie Schlein ha citato anche la sindaca di Barcellona Ada Colau e le sue politiche abitative come modello da seguire, sostenendo che il diritto alla casa «deve tornare di casa in un partito di sinistra perché troppo lungo non ne abbiamo parlato e abbiamo visto quali sono i risultati. Guardiamo al resto d’Europa, guardiamo cosa hanno fatto a Barcellona».

In carica dal 2015 e candidata alle elezioni municipali di maggio per un terzo mandato, Colau ha sempre fatto parte di Barcelona en Comú, una lista civica socialista. Negli ultimi otto anni Colau ha promosso misure per limitare la diffusione delle piattaforme per affitti brevi, multando fino a 60 mila euro quelle che diffondevano annunci di appartamenti illegali e stabilendo norme diverse per l’affitto degli appartamenti per uso turistico per ogni zona della città. La sindaca di Barcellona ha anche obbligato le imprese edili a destinare il 30 per cento delle abitazioni all’edilizia sociale e promosso la costruzione di una rete di isolati pedonali chiamati supermanzanas o superilles.

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