Daniela Santanchè andrà a processo per falso in bilancio

La prima udienza è attesa il 20 marzo. Secondo le accuse, una società gestita da Santanchè avrebbe truccato i suoi bilanci per anni.
Ansa
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Il 17 gennaio la ministra del Turismo Daniela Santanchè (Fratelli d’Italia) è stata rinviata a giudizio dal Tribunale di Milano con l’accusa di falso in bilancio nella gestione di Visibilia Editore, una società editrice che pubblica tra le altre il settimanale Novella 2000, e dovrà affrontare un processo che inizierà il 20 marzo. Insieme a Santanchè andranno a processo altre 15 persone, tra cui l’attuale compagno Dimitri Kunz, l’ex fidanzato Giovanni Canio Mazzaro e la sorella Fiorella Garnero.

L’inchiesta che vede coinvolta Santanchè è stata avviata nel 2022 dopo un esposto presentato da un gruppo di azionisti di Visibilia che aveva denunciato presunte irregolarità nella gestione dei conti della società. Secondo l’accusa la ministra, che è stata presidente e amministratrice delegata della società prima di assumere l’incarico nel governo Meloni, avrebbe truccato i bilanci tra il 2016 e il 2022 per nascondere perdite milionarie e continuare a portare avanti le attività del gruppo Visibilia, ingannando gli investitori. 

Prossimamente Santanchè sarà coinvolta anche in altre decisioni giudiziarie. Il 29 gennaio la Corte di Cassazione deciderà se sarà il Tribunale di Roma o quello di Milano a occuparsi di un’altra indagine, quella di presunta truffa ai danni dell’INPS. In questo caso, la ministra è accusata di aver usato durante la pandemia la cosiddetta “cassa Covid”, ossia la cassa integrazione che utilizzava i fondi messi a disposizione dal governo tra il 2020 e il 2022, per alcuni dipendenti a loro insaputa. Santanchè inoltre è coinvolta in un’indagine per il reato di bancarotta relativo al fallimento della Ki Group, società nel settore dell’alimentare biologico guidata in passato dalla ministra.

Le reazioni politiche

Secondo Nicolò Pelanda, avvocato di Santanchè, quella del Tribunale di Milano «è una decisione che ci lascia l’amaro in bocca, ma che un po’ ci aspettavamo. Siamo pronti a dimostrare l’estraneità alle accuse nel dibattimento». Intanto, le opposizioni hanno chiesto le dimissioni della ministra.

«Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio. Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente», ha detto la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Il riferimento è a una frase pronunciata durante la conferenza stampa di inizio anno, in cui la presidente del Consiglio aveva detto di non essere «la persona che giudica queste cose prima che accadano», rimandando la decisione in base all’evoluzione del caso in cui è coinvolta la ministra.
«Noi insistiamo per le dimissioni immediate della ministra, senza volere anticipare l’esito dei processi penali», ha scritto sui social il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha affermato invece che «Daniela Santanchè deve dimettersi subito: la decisione della Procura di Milano di rinviare a giudizio la ministra del Turismo sono la conferma che la sua permanenza nel governo è ormai inaccettabile: uno scandalo». Già l’anno scorso il Movimento 5 Stelle aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti della ministra Santanchè. Ad aprile 2024 però la Camera aveva respinto la mozione.

Santanchè è stata invece difesa dai partiti della maggioranza che sostiene il governo Meloni. «Si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè», ha scritto per esempio in una nota la Lega. 

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