I referendum su cittadinanza e lavoro non hanno raggiunto il quorum

E dunque i loro risultati non sono validi, nemmeno con la vittoria dei Sì
ANSA
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I cinque referendum abrogativi su cittadinanza e lavoro non hanno raggiunto il quorum. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, tra domenica 8 e lunedì 9 giugno ha votato su ognuno dei cinque quesiti il 30,5 per cento degli aventi diritto di voto in Italia. Al momento non sono ancora usciti i dati sugli elettori all’estero, che però storicamente votano di meno e abbassano l’affluenza complessiva.

In base alla Costituzione, i risultati di un singolo referendum abrogativo sono validi solo se per quel quesito vota la maggioranza degli aventi diritto di voto, ossia il 50 per cento più uno degli elettori. Gli ultimi referendum abrogativi che hanno raggiunto il quorum sono stati quelli del 2011, su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento. 
Il mancato raggiungimento del quorum nei referendum su cittadinanza e lavoro era un esito prevedibile. Due settimane fa, prima che scattasse il divieto di pubblicare nuove rilevazioni, in media i sondaggi stimavano che ci sarebbe stata un’affluenza del 34 per cento. 

Da tempo l’affluenza ai referendum è in costante calo, anche a causa della crescente disaffezione verso la politica. Inoltre, i principali partiti di governo si sono dichiarati contrari ai quesiti e hanno invitato esplicitamente gli elettori a non votare, una strategia ormai consolidata. E i partiti all’opposizione avevano posizioni diverse sui cinque quesiti. A questo si aggiunge la scarsa partecipazione al voto degli italiani all’estero, che incide negativamente sul totale dei votanti. In assenza di una mobilitazione ampia e trasversale, come accaduto in passato per altri temi, superare il quorum era molto difficile.
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