Il governo vuole raddoppiare una tassa che la Lega prometteva di abolire

Un emendamento alla legge di Bilancio propone di aumentare la Tobin tax, che il partito di Salvini considera sbagliata e da cancellare
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Nella serata di giovedì 11 dicembre, il governo ha presentato in Commissione Bilancio del Senato i suoi emendamenti al disegno di legge di Bilancio per il 2026, frutto degli accordi tra i partiti di maggioranza. La votazione sulle modifiche al testo inizierà con tutta probabilità la prossima settimana. Poi la manovra dovrà essere approvata dall’aula del Senato e successivamente dalla Camera entro la fine dell’anno.

Tra le misure concordate dalla maggioranza c’è l’aumento dell’imposta sulle operazioni finanziarie, nonostante la Lega ne avesse promesso l’abolizione nel suo programma elettorale.

L’emendamento sulla Tobin tax

Uno degli emendamenti del governo, che ha assorbito e riformulato altre richieste di modifica presentate dai partiti, chiede di raddoppiare la cosiddetta Tobin tax, chiamata così perché ispirata al suo ideatore, l’economista statunitense James Tobin. In concreto, stiamo parlando di un’imposta sulle transazioni finanziarie, che dal 2013 in Italia colpisce l’acquisto e la vendita di azioni di società italiane. 

Attualmente, per le operazioni finanziarie la Tobin tax vale lo 0,2 per cento del valore della transazione, aliquota che scende allo 0,1 per cento se l’operazione avviene su mercati regolamentati. La proposta del governo – e quindi del Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti (Lega) – è aumentare l’aliquota dell’imposta dallo 0,2 per cento allo 0,4 per cento, a partire dal 2026. 

Nel disegno di legge di Bilancio era prevista una revisione dell’imposta sui dividendi finanziari delle imprese per aumentare le entrate, ma questa misura è stata contestata da Forza Italia. Per compensare il gettito che verrebbe meno con il ridimensionamento di quella revisione, il governo ha quindi scelto di aumentare la Tobin tax. Secondo la relazione tecnica che accompagna l’emendamento del governo, il raddoppio dell’imposta potrà portare circa 340 milioni di euro.

In Commissione Bilancio del Senato, alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia avevano già presentato nelle scorse settimane un emendamento simile a quello del governo, che però prevedeva l’aumento graduale dell’imposta, con l’arrivo all’aliquota dello 0,4 per cento nel 2029. Proposte simili per l’aumento della Tobin tax sono state avanzate anche da alcuni senatori dell’opposizione. 

L’emendamento di Fratelli d’Italia è confluito poi in un altro emendamento, che ora il governo ha chiesto di modificare, inserendo il raddoppio dell’imposta direttamente dal 2026.

Che cosa prometteva la Lega

Come anticipato, tutto questo contrasta con quanto sostenuto in passato dalla Lega. Nel suo programma elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, il partito di Matteo Salvini aveva proposto esplicitamente l’«abolizione della Tobin tax». «Affinché i mercati finanziari siano efficienti e procurino liquidità alle imprese, occorre eliminare gli ostacoli, primi fra tutti quelli relativi agli investimenti. Appare, quindi, subito evidente come nel panorama italiano la prima misura asimmetrica da sopprimere sia la distorsiva Tobin tax», si legge nel programma. Secondo la Lega, questa imposta «non solo penalizza il settore finanziario italiano, ma di fatto non determina un significativo gettito per lo Stato».

Se non ci saranno sorprese, dunque, l’emendamento del governo sarà approvato con i voti della maggioranza, compresa la Lega, e l’esito finale sarà l’opposto di quanto promesso dal partito di Salvini in campagna elettorale: invece di essere abolita, la Tobin tax verrà raddoppiata.

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