No, il Movimento 5 stelle non ha realizzato l’80 per cento del suo programma

Dei 20 punti promessi nel 2018, solo due sono stati completamente realizzati. Altri dieci sono stati realizzati in parte e otto non sono stati realizzati
ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
Nelle ultime settimane, il Movimento 5 stelle e alcuni suoi esponenti di primo piano hanno ripetuto più volte che il partito ha realizzato «l’80 per cento» del programma con cui si è presentato alle elezioni del 2018. «Il Movimento 5 Stelle è l’unica forza politica che in questa legislatura ha realizzato l’80 per cento degli impegni presi nel 2018 con gli elettori», si legge nella presentazione del nuovo programma elettorale, pubblicato l’11 agosto in vista del voto del prossimo 25 settembre. Nei giorni precedenti lo stesso risultato era stato rivendicato anche dal presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, e di recente, in un’intervista del 25 agosto con La Stampa, da Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e candidata di primo piano del movimento alle prossime elezioni.

Alle elezioni politiche del 2018, il Movimento 5 stelle si era presentato con un programma diviso in 24 capitoli, con decine di promesse. Le proposte principali erano però state riassunte dal movimento in 20 punti. Dal 2018 in poi, quanti di questi sono stati realizzati completamente, non realizzati o solo parzialmente realizzati? Abbiamo verificato e, tenendo comunque conto dell’impatto della pandemia di Covid-19 dal 2020 in poi, la risposta è una percentuale molto lontana dall’«80 per cento» rivendicato nelle ultime settimane. Soltanto due promesse su 20 sono state completamente portate a termine, altre dieci sono state realizzate solo in parte, e otto non sono state realizzate.

Via subito 400 leggi inutili – Non realizzata

Già prima delle elezioni del 2018 il Movimento 5 stelle aveva creato un sito web dedicato a questo obiettivo (www.leggidaabolire.it) che proponeva l’eliminazione di 131 leggi. Il sito non risulta attivo da novembre 2018 e la promessa non è stata mantenuta.

Smart nation: nuovo lavoro e lavori nuovi – Parzialmente realizzata

Nel 2018 il Movimento 5 stelle prometteva di voler investire per creare nuovi posti di lavoro e nuove professioni, digitalizzare la pubblica amministrazione e puntare su tecnologie come l’internet of things (in italiano, “internet delle cose”), una serie di dispositivi interconnessi in grado di comunicare e scambiarsi informazioni. 

Per quanto riguarda i «nuovi posti di lavoro», la misura principale messa in atto dal Movimento 5 stelle è stato il decreto “Dignità”, approvato il 12 luglio 2018 durante il primo governo Conte. Il testo prevede, tra le altre cose, alcune limitazioni nella stipulazione dei contratti a termine per le aziende e un innalzamento delle indennità di licenziamento. 

Per quanto riguarda invece le «nuove professioni», la legge di Bilancio per il 2019, approvata dal secondo governo Conte sostenuto da M5s e Pd, ha istituito presso il Ministero per lo Sviluppo economico un Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things con una dotazione complessiva pari a 45 milioni di euro. I criteri e le modalità di utilizzo delle risorse sono però stati stabiliti con un decreto attuativo nel dicembre 2021, dal governo Draghi. 

Reddito di cittadinanza – Realizzata

Il reddito di cittadinanza è stato introdotto nel gennaio 2019 ed è tuttora attivo. La promessa è stata mantenuta.

Meno tasse, più qualità della vita – Non realizzata

In generale, l’indicatore più affidabile e utilizzato per quantificare l’ammontare delle tasse pagate in un Paese è la pressione fiscale, che mette in rapporto il valore complessivo delle imposte e dei contributi versati al fisco da cittadini e imprese con quello del Prodotto interno lordo (Pil). 

Secondo i dati Istat, tra il 2018 e il 2021, con il Movimento 5 stelle al governo, la pressione fiscale è aumentata, passando dal 41,7 per cento al 43,5 per cento.

Tagli agli sprechi e ai costi della politica: 50 miliardi che tornano ai cittadini – Non realizzata

Nel 2018 il Movimento 5 stelle aveva promesso agli elettori che avrebbe raccolto 50 miliardi di euro attraverso l’eliminazione di privilegi come i vitalizi e le pensioni d’oro. Secondo alcune stime, il ricalcolo dei vitalizi dei parlamentari, avviato nel 2018, dovrebbe permettere di recuperare circa 40 milioni di euro all’anno, mentre il ricalcolo delle pensioni d’oro, ossia quelle con importi molto superiori alla media, circa 200 milioni l’anno

Nel 2020 il Parlamento e i cittadini hanno poi approvato la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari, anche questa fortemente voluta dal Movimento 5 stelle, che tra le altre cose dovrebbe garantire un ulteriore risparmio di circa 82 milioni di euro all’anno, oltre 400 milioni a legislatura.

I parlamentari del M5s sono inoltre tenuti a rimborsare al partito una quota del proprio stipendio. A novembre 2021, il sito del movimento indicava che dal 2010 – quindi ben prima delle elezioni del 2018 – i rimborsi complessivi ammontavano a quasi 120 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 2,7 milioni comunicati ad aprile 2022. Nel complesso, siamo comunque su cifre molto lontane dai 50 miliardi di euro promessi. 

Investimenti produttivi: 50 miliardi nei settori strategici – Parzialmente realizzata

Gli impegni presi dal Movimento 5 stelle alle scorse elezioni riguardano l’innovazione, le energie rinnovabili, la manutenzione del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico, l’adeguamento sismico, la banda ultra larga e la mobilità elettrica. 

Anche se in alcuni settori possono essere stati approvati singoli provvedimenti, l’iniziativa di gran lunga più rilevante in questo ambito è stato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), finanziato con oltre 190 miliardi di euro dall’Unione europea per rilanciare l’economia italiana dopo la pandemia di Covid-19. I fondi del Pnrr sono strettamente collegati all’emergenza sanitaria, un evento imprevedibile nel 2018, e non è possibile sapere quali risorse sarebbero state stanziate in assenza di questo evento straordinario: per questo motivo consideriamo la promessa “parzialmente realizzata”.

Sicurezza e legalità – Parzialmente realizzata

Tra i suoi punti fondamentali, il Movimento 5 stelle prometteva di assumere 10 mila nuove unità tra le forze dell’ordine e di costruire due nuovi carceri.

La legge di Bilancio per il 2019 ha autorizzato l’assunzione di 6.150 unità per le forze dell’ordine nei successivi quattro anni, finanziate con l’istituzione di un fondo apposito. In seguito, con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del settembre 2019, il primo governo Conte ha autorizzato l’assunzione di circa 12 mila nuove unità nelle forze dell’ordine, di cui circa 1.600 per nuovo personale e oltre 10 mila per rimpiazzare personale andato in pensione. Al momento non è però possibile sapere quante di queste persone sono poi state effettivamente assunte. Nel novembre 2021, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha approvato un Dpcm che autorizza l’assunzione di ulteriori 12.914 persone tra i corpi di Polizia. 

Negli ultimi quattro anni non è invece stato costruito nessun nuovo carcere.

Stop al business dell’immigrazione – Non realizzata

Durante il primo governo Conte, quando il leader della Lega Matteo Salvini era ministro dell’Interno, gli sbarchi di immigrati irregolari sulle coste italiane sono calati. L’obiettivo di fermare quello che il Movimento 5 stelle chiamava «business dell’immigrazione» e di rimpatriare «immediatamente» i migranti irregolari non è però stato raggiunto

Pensione di cittadinanza: mai più sotto i 780 euro – Parzialmente realizzata

La pensione di cittadinanza è stata introdotta nel 2019 insieme al reddito di cittadinanza. L’anno prima il Movimento 5 stelle aveva promesso una «pensione minima di 780 euro netti al mese per tutti i pensionati». Secondo i dati più aggiornati, l’importo medio mensile di chi riceve la pensione di cittadinanza è di 275 euro.

Superamento della legge Fornero – Parzialmente realizzata

La riforma del sistema pensionistico e il superamento della legge Fornero è stato uno dei cavalli di battaglia del primo governo Conte, in particolare della Lega. Nel 2019 è stata infatti introdotta “quota 100”, che ha introdotto per tre anni la possibilità di andare in pensione prima ai lavoratori che avessero compiuto 62 anni di età e maturato almeno 38 anni di contributi.

Finita nel 2021 “quota 100”, nel 2022 si è passati alla temporanea “quota 102”, che ha alzato il minimo anagrafico per la pensione anticipata a 64 anni. A meno di eventuali provvedimenti presi dal prossimo governo, il 1° gennaio 2023 è previsto il ritorno alla legge Fornero.

17 miliardi per aiutare le famiglie con i figli – Parzialmente realizzata

Una delle principali promesse del primo governo Conte, spesso rilanciata anche da Salvini, era quella di salvaguardare e promuovere la maternità, oltre allo sviluppo e la tutela dei nuclei familiari.

Alla fine della legislatura, l’obiettivo può dirsi parzialmente raggiunto: gli aiuti alle famiglie non sono mancati, ma l’importo stanziato è stato al di sotto dei 17 miliardi promessi dal programma.

Dal 1° gennaio 2022 – quindi con il governo Draghi – è entrato in vigore il cosiddetto “assegno unico e universale per i figli a carico”, un contributo alle famiglie da 50 a 175 euro mensili per ogni figlio a carico dalla gravidanza fino ai 21 anni.

Il bonus asili nido è stato aumentato da mille a 3 mila euro, e con la pandemia da Covid-19 è stato introdotto un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting. Inoltre sono stati varati diversi provvedimenti in favore delle persone con disabilità o anziane, tra cui l’Iva ridotta per i mezzi di ausilio come protesi, servoscala e apparecchi acustici, e una detrazione per l’assunzione di colf e badanti.

Tutela dei risparmi dei cittadini – Parzialmente realizzata

La legge di Bilancio per il 2019 ha istituito il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir), che ha il compito di rimborsare i risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto a seguito dell’acquisto di strumenti finanziari fallimentari emessi dalle banche. 

Non è stata creata invece una Procura nazionale per i reati bancari, né è stato adottato il Glass steagall act, una norma statunitense degli anni Trenta celebre per aver introdotto la separazione tra l’attività bancaria più tradizionale e quella speculativa, e che il Movimento 5 stelle voleva utilizzare come modello per introdurre una divisione simile tra banche commerciali e banche di investimento nel nostro Paese.

Banca pubblica per gli investimenti – Non realizzata

Non è nata alcuna banca pubblica per gli investimenti delle piccole imprese, degli agricoltori e delle famiglie.

Lotta contro la corruzione, mafie e conflitti d’interesse – Realizzata

Quello della lotta alla mafia e in generale della lotta alla corruzione e ai conflitti d’interesse è un tema enorme nella giustizia italiana, ancora lontano dall’essere risolto.

Il Movimento 5 stelle è riuscito a realizzare quanto scritto nel programma elettorale 2018, dalla legge “Spazzacorrotti” alla modifica dell’articolo 416-ter sul voto di scambio politico mafioso. Va detto però che la riforma sulla prescrizione voluta dall’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stata modificata dalla riforma della Giustizia voluta dall’attuale ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Una giustizia rapida, equa ed efficiente – Parzialmente realizzata

La riduzione della durata dei processi e la certezza del processo e della pena sono due temi su cui il ministro Bonafede aveva già presentato delle proposte di riforma, sotto forma di tre diverse leggi delega, con cui il Parlamento incarica l’esecutivo di legiferare su un argomento sulla base di precise indicazioni. L’attuale governo Draghi ha deciso di continuare l’esame sulla base dei testi già esistenti, che sono stati però rivisti durante l’iter parlamentare con le modifiche proposte dai partiti e dall’attuale ministra Cartabia. 

Nel 2021, su richiesta della Commissione europea e nell’ambito delle riforme legate al Pnrr, l’Italia si è impegnata a ridurre nei prossimi cinque anni del 40 per cento la durata dei processi civili e del 25 per cento quella dei processi penali.

Green economy: Italia 100 per cento rinnovabile – Non realizzata

Gli interventi a favore dell’economia ecologica fanno da tempo parte del programma politico del Movimento 5 stelle, ma le promesse scritte nel programma non sono state mantenute e per soddisfare il suo fabbisogno energetico l’Italia dipende ancora dalle importazioni di gas naturale.

Riduzione del rapporto debito pubblico/Pil di 40 punti in 10 anni – Non realizzata

La riduzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo è un obiettivo a lungo termine del programma Movimento 5 stelle del 2018, ma negli ultimi quattro anni, complice la pandemia da Covid-19, il rapporto è salito: nel 2018 era al 134,4 per cento, mentre nel 2021 è salito al 150,8 per cento.

La sanità si prende cura di te – Parzialmente realizzata

Le promesse su incentivi e investimenti alla sanità pubblica non possono essere valutate nel dettaglio, a causa dell’improvviso scoppio della pandemia da Covid-19 e dell’adozione di misure straordinarie per contenere la diffusione del virus.

Tuttavia, proprio a causa della pandemia sono stati necessari degli interventi di finanziamento sul Sistema sanitario nazionale, che hanno portato i fondi per la sanità a 124 miliardi di euro per il 2022. Nel 2019, prima della pandemia, per il Snn erano stati stanziati circa 114,5 miliardi di euro.

Dal 2019 ad oggi quindi gli investimenti per la sanità pubblica sono aumentati di quasi dieci miliardi, ma la pandemia ha giocato un ruolo fondamentale in questo senso e non è possibile sapere quali risorse sarebbero state stanziate in assenza di questo evento straordinario: per questo motivo consideriamo la promessa “parzialmente realizzata”.

Superamento della cosiddetta “Buona scuola” – Non realizzata

Anche la scuola, così come molti altri settori, è stata particolarmente colpita dalla Covid-19, con l’anno scolastico 2020/2021 che si è svolto quasi esclusivamente attraverso l’utilizzo della didattica a distanza o Dad. In ogni caso, dal 2018 ad oggi il precariato non è stato abolito e la spesa pubblica per l’istruzione non è aumentata.

Valorizzazione e tutela del Made in Italy – Parzialmente realizzata

Nel 2018, il programma M5s prevedeva di trasformare il sito Italia.it in una piattaforma di e-commerce per prodotti Made in Italy nel mondo, una non meglio specificata tutela dei beni culturali, la salvaguardia dei prodotti italiani e la creazione di un Ministero del Turismo. Tra le varie proposte di intervento in questo ambito però, l’unica portata a termine è stata l’ultima.

Durante il primo governo Conte, nel 2018, le funzioni esercitate dal Ministero dei Beni e delle attività culturali in materia di turismo furono trasferite al Ministero delle Politiche agricole, presso il quale fu istituito un dipartimento apposito per il Turismo. Nel 2019 il secondo governo Conte dispose però la soppressione del dipartimento del Turismo e la restituzione delle sue funzioni al Ministero per i Beni e le attività culturali. Infine, nel febbraio 2021 il governo Draghi stabilì che le competenze in materia di turismo fossero trasferite ad un nuovo ed apposito ministero del Turismo, dotato di portafoglio e attualmente guidato dal leghista Massimo Garavaglia.

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