Il 17 dicembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha replicato in Senato ad alcuni senatori dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Tra questi c’era il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che ha accusato l’attuale governo di aver registrato «32 mesi su 36 di produzione industriale negativa».
Nel suo intervento Meloni ha riconosciuto l’esistenza del problema, ma ha respinto l’idea che si tratti di una responsabilità specifica del suo esecutivo, sostenendo che il fenomeno riguardi «l’Europa intera». «Anche qui, si tratta di dati Eurostat: la produzione industriale è calata nell’area euro in modo ininterrotto dal 2023, registrando, dall’inizio del 2025, i primi segnali di inversione», ha detto. «È esattamente la stessa dinamica che abbiamo avuto anche in Italia: la produzione industriale è calata e quel calo dell’indice si è interrotto ad aprile del 2025. Ci sono segnali di ripresa, che chiaramente per noi non sono sufficienti».
La presidente del Consiglio ha poi cercato di chiarire perché, a suo avviso, questo andamento non possa essere imputato all’azione del governo. «Non so se, quando si sostiene che il calo della produzione industriale è colpa di Giorgia Meloni, si stia sostenendo che il calo della produzione industriale in Europa è colpa di Giorgia Meloni o se si stia sostenendo che il sistema industriale italiano debba scollegarsi dal sistema industriale europeo», ha aggiunto. «L’affermazione secondo la quale il calo della produzione industriale sia colpa di Giorgia Meloni oggettivamente è un ragionamento che forse avrebbe potuto funzionare nell’economia pianificata dell’Unione sovietica, ma che non funziona in una normale democrazia occidentale».
In passato, però, Meloni e altri esponenti di Fratelli d’Italia hanno più volte usato il calo della produzione industriale per criticare direttamente i governi in carica, attribuendo l’andamento negativo alle scelte degli esecutivi del momento. Oggi, da presidente del Consiglio, Meloni sostiene invece che si tratti di un fenomeno strutturale e in larga parte europeo, rispetto al quale l’azione del governo nazionale non può essere chiamata in causa.
Al di là delle posizioni politiche assunte nel tempo, resta da capire se i dati che Meloni ha citato in Senato siano corretti oppure no.
Nel suo intervento Meloni ha riconosciuto l’esistenza del problema, ma ha respinto l’idea che si tratti di una responsabilità specifica del suo esecutivo, sostenendo che il fenomeno riguardi «l’Europa intera». «Anche qui, si tratta di dati Eurostat: la produzione industriale è calata nell’area euro in modo ininterrotto dal 2023, registrando, dall’inizio del 2025, i primi segnali di inversione», ha detto. «È esattamente la stessa dinamica che abbiamo avuto anche in Italia: la produzione industriale è calata e quel calo dell’indice si è interrotto ad aprile del 2025. Ci sono segnali di ripresa, che chiaramente per noi non sono sufficienti».
La presidente del Consiglio ha poi cercato di chiarire perché, a suo avviso, questo andamento non possa essere imputato all’azione del governo. «Non so se, quando si sostiene che il calo della produzione industriale è colpa di Giorgia Meloni, si stia sostenendo che il calo della produzione industriale in Europa è colpa di Giorgia Meloni o se si stia sostenendo che il sistema industriale italiano debba scollegarsi dal sistema industriale europeo», ha aggiunto. «L’affermazione secondo la quale il calo della produzione industriale sia colpa di Giorgia Meloni oggettivamente è un ragionamento che forse avrebbe potuto funzionare nell’economia pianificata dell’Unione sovietica, ma che non funziona in una normale democrazia occidentale».
In passato, però, Meloni e altri esponenti di Fratelli d’Italia hanno più volte usato il calo della produzione industriale per criticare direttamente i governi in carica, attribuendo l’andamento negativo alle scelte degli esecutivi del momento. Oggi, da presidente del Consiglio, Meloni sostiene invece che si tratti di un fenomeno strutturale e in larga parte europeo, rispetto al quale l’azione del governo nazionale non può essere chiamata in causa.
Al di là delle posizioni politiche assunte nel tempo, resta da capire se i dati che Meloni ha citato in Senato siano corretti oppure no.