È la prima volta che un ministro precetta uno sciopero generale

In passato i governi hanno limitato le manifestazioni di singoli settori, ma nessuno è intervenuto come ha fatto Salvini per la protesta del 17 novembre
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Il 15 novembre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la precettazione dello sciopero generale del 17 novembre indetto da Cgil e Uil, riducendo la durata dello sciopero da otto a quattro ore per il settore dei trasporti.

Secondo i sindacati questo è un «atto gravissimo»: il segretario della Cgil Maurizio Landini e quello della Uil Pierpaolo Bombardieri hanno affermato che questa è «la prima volta nella storia del nostro Paese» che il governo decide di precettare «uno sciopero generale». Entrambi i sindacalisti hanno poi definito la decisione di Salvini un «precedente pericoloso», che limiterebbe il diritto allo sciopero.

Al di là dei giudizi politici, è vero che è la prima volta che un membro del governo impedisce o limita uno sciopero generale? In breve la risposta è sì.

Che cos’è la precettazione

Innanzitutto occorre chiarire che cosa si intende per “precettazione”. Questa parola deriva dal verbo latino praecipĕre e il suo significato generico è quello di “ordinare”, “prescrivere qualcosa a qualcuno”. In realtà questo termine ormai è utilizzato solo in relazione agli scioperi – nonostante non venga mai citato nelle leggi che li riguardano – per definire l’atto, spiega la Treccani, di «ordinare a lavoratori addetti a servizi di pubblica utilità di riprendere il lavoro interrotto in occasione di agitazioni sindacali». “Precettare” vuol dire quindi obbligare i lavoratori ad annullare uno sciopero o ridurne la durata, come appunto ha fatto Salvini.

Lo strumento della precettazione è regolato nell’ordinamento italiano da una legge del 1990, approvata dal sesto governo Andreotti per disciplinare il diritto allo sciopero previsto dall’articolo 40 della Costituzione. Questa legge contiene le norme che assicurano il funzionamento dei «servizi essenziali» per i cittadini e che potrebbero essere messi in discussione da uno sciopero. Per esempio, se tutti i medici in Italia decidessero di scioperare, esercitando un loro diritto, verrebbe meno per i cittadini il diritto alla salute, garantito anch’esso dalla Costituzione. Per tutelare questi servizi la legge permette al presidente del Consiglio o a un ministro di adottare un’ordinanza per annullare o ridurre la durata di uno sciopero, prevedendo sanzioni da 2.500 a 50.000 euro al giorno per i soggetti che non dovessero rispettare questa ordinanza.

La legge del 1990 ha istituito anche la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, un’autorità indipendente che garantisce il rispetto del diritto allo sciopero e dei diritti costituzionali della persona. La Commissione vigila dunque sull’attuazione degli scioperi e valuta l’idoneità delle prestazioni indispensabili garantite dagli organizzatori degli scioperi.

Nel caso dello sciopero del 17 novembre è stato proprio il giudizio della Commissione di garanzia ad aprire la strada all’uso della precettazione da parte di Salvini. L’8 novembre la Commissione ha stabilito infatti che lo sciopero non poteva essere considerato uno “sciopero generale” perché escludeva alcune categorie di lavoratori pubblici e privati. Data la loro importanza e partecipazione, gli scioperi generali godono di particolari deroghe, ma siccome lo sciopero del 17 novembre non è stato riconosciuto tale l’iniziativa non poteva durare tutto il giorno, come inizialmente stabilito. Landini aveva commentato l’indicazione della Commissione dicendo che «il garante sta forzando la mano» e che lo sciopero sarebbe andato avanti. Dopo la precettazione di Salvini, che di fatto avrebbe multato i singoli lavoratori che avrebbero scioperato per tutta la giornata, Cgil e Uil hanno però deciso di ridurre lo sciopero dei trasporti da 8 a 4 ore ed escludere il trasporto aereo, come richiesto dalla Commissione.

Secondo i sindacati quello del 17 novembre rimane comunque uno sciopero generale, mentre per Salvini e la Commissione di garanzia no: al netto di questa differenza di vedute, è vero che è la prima volta che uno sciopero di tali dimensioni viene precettato dal governo.

Gli altri casi

Come anticipato, la legge che disciplina gli scioperi e che ha introdotto ufficialmente la precettazione risale al 1990: prima di quella data gli scioperi non erano regolamentati, la Commissione di garanzia non esisteva e quindi il governo non aveva il potere di annullare o ridurre la durata di un’iniziativa se questa non garantiva i «servizi essenziali». La possibilità di impedire o limitare uno sciopero spettava ai prefetti, che potevano emanare speciali ordinanze per sospendere alcuni diritti costituzionali, come quello di sciopero, per motivi di sanità o sicurezza pubblica. In mancanza di una legge specifica però la situazione era quella di un vero e proprio “vuoto normativo”.
Immagine 1. Un articolo del Corriere della Sera sulla possibilità o meno di precettare i lavoratori in sciopero, 11 novembre 1976 - Archivio storico Corriere della Sera
Immagine 1. Un articolo del Corriere della Sera sulla possibilità o meno di precettare i lavoratori in sciopero, 11 novembre 1976 - Archivio storico Corriere della Sera
Dopo l’entrata in vigore della legge sugli scioperi, negli ultimi 33 anni ci sono stati ministri che hanno precettato i lavoratori in sciopero, ma azioni di questo tipo sono sempre avvenute limitatamente a settori specifici e mai per scioperi che hanno interessato più categorie di lavoratori. 

Un tentativo simile a quello di Salvini risale al 2014, quando l’allora ministro dei Trasporti del governo Renzi Maurizio Lupi, oggi leader di Noi Moderati e membro della maggioranza, aveva inizialmente deciso di precettare i lavoratori ferroviari per uno sciopero generale promosso dalle principali sigle sindacali per protestare contro l’approvazione del cosiddetto “Jobs Act”. L’allora segretaria della Cgil Susanna Camusso, oggi senatrice eletta con il Partito Democratico, aveva dichiarato che l’azione di Lupi era un «atto gravissimo» e che era «la prima volta» che uno strumento del genere veniva utilizzato per uno sciopero generale. In seguito alle proteste e a un parziale ridimensionamento dello sciopero per il settore del trasporto ferroviario, Lupi revocò la precettazione.

Sei anni prima, nel 2008 l’allora ministro dei Trasporti del quarto governo Berlusconi Altiero Mattioli precettò lo sciopero dei lavoratori di Alitalia perché dichiarato senza preavviso e senza le garanzie minime; nel 2007 il ministro dei Trasporti del secondo governo Prodi, Alessandro Bianchi, è ricorso alla precettazione per limitare uno sciopero indetto da alcune sigle sindacali nel settore degli autotrasporti; nel 2005 invece il ministro del secondo governo Berlusconi Pietro Lunardi ha inviato un’ordinanza di precettazione ai sindacati che avevano annunciato uno sciopero di due giorni di tutto il settore dei trasporti. Lo stesso Salvini a fine settembre ha precettato uno sciopero del trasporto pubblico locale indetto dal sindacato USB.

Ricapitolando: dal 1990 a oggi vari ministri hanno precettato o minacciato di precettare uno sciopero, ma questo è avvenuto solo per scioperi che riguardavano singole categorie di lavoratori (quasi sempre i trasporti). Lo sciopero del 17 novembre, che sia “generale” come affermato dai sindacati, o “multisettoriale” come definito dalla Commissione di garanzia, interessa comunque diverse categorie di lavoratori e questa è la prima volta che un’iniziativa simile viene precettata da un ministro.

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