«Un risultato epocale, una grande svolta». Così il 7 marzo, durante una conferenza stampa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha definito il disegno di legge approvato dal governo che vuole introdurre il reato di “femminicidio” nel codice penale. Secondo Nordio, questa proposta «costituisce una manifestazione potente di un’attenzione a questa problematica, che è emersa in questi ultimi anni in maniera così dolorosa, e che deve, doveva, avrebbe dovuto e ha avuto una sanzione, un riconoscimento penale di prima levatura». Il ministro ha aggiunto che il disegno di legge approvato dal governo «inasprisce le pene, che peraltro erano già molto elevate,» sulla violenza contro le donne, e manda «un segnale di attenzione particolare da parte dello Stato a questo fenomeno pernicioso e odioso del femminicidio».
Le parole pronunciate da Nordio in conferenza stampa contraddicono quanto scritto e dichiarato in passato da lui stesso, sia sul femminicidio sia più in generale sull’allungamento del codice penale con l’introduzione di nuovi reati.
Le parole pronunciate da Nordio in conferenza stampa contraddicono quanto scritto e dichiarato in passato da lui stesso, sia sul femminicidio sia più in generale sull’allungamento del codice penale con l’introduzione di nuovi reati.